Lavoro, PIL, stagflazione: Bitcoin e crypto alla PROVA PIÙ GRANDE. Occhio però ai PROFETI!

C’è entusiasmo sui mercati. Nonostante Bitcoin abbia avuto una lieve flessione nello spazio tra il pomeriggio e la nottata di ieri, è indubbio che ci troviamo in una situazione complessivamente migliore rispetto a quella di un mese fa.

Al centro ci sono ancora i dazi di Donald Trump, che prima avevano affossato le borse, poi le hanno “aiutate” a risalire, man mano che le discussioni sui possibili accordi sono andate avanti.

In questo specifico contesto ci sono da considerare anche dati sul mercato del lavoro che parlano di tutto tranne che di recessione. Una situazione di difficile lettura – complessivamente – e che riguarda anche direttamente Bitcoin e crypto.

Bitcoin, crypto e il mercato del lavoro

Prima di andare avanti: Alex ha pubblicato qui un’eccellente analisi sul momento di Bitcoin – che ti consiglio di leggere prima di andare avanti con questa, di analisi, che è più concentrata sugli aspetti macro.

• PIL: nessuno ci capisce nulla?

Le discussioni principali sono state tutte sul PIL. È sceso a causa degli import aumentati? Non esattamente, dato che si tratta di un discorso più complesso. Da un lato è vero che “export – import” sono stati pesantemente a favore di questi ultimi. È altrettanto vero che questo viene bilanciato nel PIL perché gli import sono o consumi o investimenti. È poi anche vero che c’è una discrepanza importante tra scorte e import. Ci sono delle anomalie che andranno valutate più avanti – e che comunque sono più positive che negative.

In breve: forse non siamo spacciati come sembrerebbe. I ragionamenti più solidi, quelli che sono basati sui numeri, dovranno essere fatti però più avanti. Chi dice di sapere come andrà a finire sta – come spesso accade – farneticando.

• Lavoro: cosa cambia?

Disoccupazione in linea con le aspettative e soprattutto stabile su valori molto bassi (4,2%). È un buon segno di – la chiamano quelli bravi – resilienza del mercato del lavoro.

Anche qui, i conti andranno fatti più avanti, con i dati che arriveranno da un’economia finalmente colpita, direttamente, dai dazi.

Nota positiva: c’è tempo per tornare indietro. A quanto pare Cina e USA si stanno parlando. Chi vi scrive ritiene che non si tornerà indietro al 100%. Ma comunque ogni miglioramento delle condizioni imposte al commercio internazionale è un buon segno per gli asset risk on.

Bitcoin: per chi vuole l’apocalisse

C’è un aspetto che – sempre chi vi scrive – non ha mai condiviso con i bitcoiner degli ultimi giorni, l’ala avventista del pur multiforme insieme che gravita intorno a BTC.

Questi credono che un’apocalisse finanziaria globale, con tutto quello che ne consegue, sarebbe lo scenario ideale per vedere Bitcoin finalmente rivelarsi per quello che è: l’unica salvezza possibile per l’uomo.

Toni messianici e estremisti che come tutti i toni messianici e estremisti:

1. Raccolgono i più svitati
2. Finiscono sempre o quasi come a Waco

Chiedendo perdono ai più seriosi tra il nostro pubblico, non posso che ribadire con forza una convinzione ferma nella capacità di Bitcoin di prosperare anche senza che si arrivi al mondo di Ken il guerriero.

E se anche fosse – governare il mondo ridotto in macerie è qualcosa che chiunque abbia conservato un minimo di buonsenso non dovrebbe auspicarsi.

Se c’è una via possibile di uscita alla valanga del debito, alla crisi della globalizzazione, alla rottura dei rapporti commerciali tra ex-alleati, questa va perseguita con tutte le forze disponibili agli amici del bene e del giusto.

Perché ok vedere dominare Bitcoin, ma farlo al prezzo del companatico di miliardi di persone è forse troppo, anche per chi, come chi vi scrive, lo apprezza massimamente e quasi sopra ogni cosa.

Nel frattempo i clienti di BlackRock continuano a accumulare. Ieri altri 600 e rotti milioni, senza paura alcuna di aver fatto una scelta sbagliata.