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Un’altra sorpresa da Donald Trump: nelle ultime 48 ore si è parlato molto del suo nuovo ordine esecutivo, che aprirà le porte dei 401(k), risparmio previdenziale che coinvolge 90 milioni di americani, al mondo delle criptovalute. In realtà però c’è un inghippo, del quale ci siamo accorti (evidentemente non tutti lo hanno fatto) esaminando quanto contenuto dall’ordine esecutivo stesso.
Si parla del diritto degli americani di avere accesso a investimenti in asset alternativi , affermazione poi seguita da un elenco che varrà la pena di andare a spulciare. Sarà anche un regalo al mondo crypto, ma è anche e soprattutto un regalo di Donald Trump a Donald Trump. No, non abbiamo sbagliato, è esattamente quello che intendiamo: da Donald, con affetto, a Donald.
Cosa c’è davvero nell’ordine di Trump?
Partiamo dal principio: è un ordine esecutivo che invita il Department of Labor, una sorta di ministero del lavoro del governo americano, a rivedere le linee guida degli investimenti possibili per i 401(k).
I 401(k) sono investimenti sottoposti a regole speciali: niente tasse sui gain, penalità se si monetizzano e prelevano prima dei 60 anni, perché pensati appunto come pensione. Durante l’amministrazione Biden il DOL aveva inserito nelle linee guida l’invito a non offrire investimenti in crypto.
Cosa già eliminata però dal Dipartimento del Lavoro, che in aggiunta, entro 180 giorni dovrà:
Il segretario [del lavoro, NDR] dovrà chiarire in modo appropriato e in linea con la legge, la posizione del Dipartimento sugli allestimenti alternativi e anche il processo appropriato affinché possano essere offerte allocazioni di asset che contengono investimenti in asset alternativi secondo ERISA.
Si chiede dunque al Dipartimento del Lavoro di chiarire procedure e possibilità, così da mettere al riparo le società che offriranno 401(k) che offrono questo tipo di asset… da azioni legali.
Quali sono gli asset alternativi secondo l’Ordine Esecutivo di Donald Trump?
La lista è all’interno del documento e include:
- Private equity, ovvero azioni di società non quotate;
- Investimenti diretti e indiretti nel settore immobiliare;
- Investimenti diretti e indiretti nelle materie prime;
- Investimenti diretti e indiretti nello sviluppo di infrastrutture in project financing;
- Investimenti in strategie long term e longevity risk-sharing pools.
Per quanto riguarda il settore crypto invece non sono citati investimenti diretti e indiretti, ma piuttosto:
- Detenzioni in veicoli a gestione attiva che investono in asset digitali.
Tradotto in italiano: no investimenti diretti, no gestioni passive come gli ETF su Bitcoin o Ethereum. Una decisione che molti troveranno bizzarra, ma che è il vero regalo del Presidente degli USA a se stesso.
Trump sta lanciando un fondo a gestione attiva… sulle crypto
Diceva un politico italiano di vecchio corso che a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Non sappiamo se dietro la curiosa formulazione scelta da Trump ci sia l’intento di arricchirsi. Rimane comunque bizzarro che l’8 luglio abbia chiesto approvazione a SEC per Truth Social Crypto Blue Chip, un ETF a paniere che non è a gestione attiva, tecnicamente, ma che potrebbe essere il preludio per altri prodotti che invece lo saranno.
Non vogliamo certamente prendercela con il Presidente degli USA: da giornale però va sottolineata una sottile linea tra affari privati e politiche pubbliche che ormai ha bisogno di un microscopio per essere individuata.
Documenti aggiuntivi: qui il filing dell’ETF di Truth.
