Non c’è modo migliore di celebrare la Pasqua con tutti i nostri lettori: sbugiardare l’ennesima fake news diffusa ad arte dai soliti account social. No, la Cina non ha venduto i suoi 15.000 Bitcoin per comprare oro. La notizia è quasi completamente campata in aria. Quasi, perché si basa su una notizia in parte vera ma riportata completamente fuori contesto.
La notizia è quella – riportata da Reuters – della vendita di crypto da parte di alcune amministrazioni locali cinesi, che le avrebbero ottenute tramite sequestri durante procedimenti civili e penali. Una notizia che abbiamo riportato qualche giorno fa anche noi, ritenendola più che interessante per altri motivi.
In Cina infatti la compravendita di crypto è ad oggi ancora illegale e le amministrazioni locali stanno aggirando questa importante limitazione – parrebbe – rivolgendosi a società private. Notizia che è appunto interessante, ma non per i motivi che sono stati inventati di sana pianta dai soliti influencer.
Niente Bitcoin per oro
La narrativa inventata di sana pianta dai soliti ha fatto il giro del mondo perché perfettamente inserita in tante fandonie che si stanno facendo circolare in un momento di massima tensione finanziaria e geopolitica a livello globale.
E non circolano fake news o comunque mezze verità soltanto in relazione a Bitcoin. In tanti, soprattutto tra gli “specialisti” della stampa tradizionale, stanno ricamando senza uno straccio di dato su supposti enormi scarichi a mercato di bond USA da parte dei cinesi a favore dei bund tedeschi – storie molto facili da vendere perché raccontano di un’America in ginocchio più di quanto potrebbe effettivamente esserlo per la questione dazi.
E anche se fossero stati venduti, cosa che NON è accaduta, nessuno potrebbe dirvi con certezza che il ricavato sia stato destinato all’oro. Storielle per gonzi? Sì, anche se impacchettate così ad arte da farci cascare molti anche dei nostri lettori.
Tuttavia, anche nel giorno di Pasqua, saremo qui a difendere la barricata di un’informazione trasparente, libera ma non per questo fantasiosa. E – chiudiamo qui – anche se la Cina dovesse vendere parte dei suoi Bitcoin, non dovremmo strapparci vesti e capelli. Bitcoin andrà avanti – come è sempre andato avanti anche dopo vendite ben più sostanziose (vedi Germania).
Bitcoin è più forte di chi lo vende, e anche di chi lo compra. Abbiamo poche certezze in questo momento assai strano per l’economia globale. Una di queste è che…. Tick tock, next block!