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Florida: no a Bitcoin come riserva. Leggi NON saranno discusse. Rinvio indefinito e fine del “sogno”

Anche in Florida delle riserve Bitcoin non se ne farà nulla. Ecco cosa sta succedendo.

Anche la Florida si tira indietro sulle riserve Bitcoin. Nessuna delle due proposte – HB487 e SB 550 – che avrebbero permesso alle riserve statali di essere investite fino al 10% in Bitcoin – sarà votata. Le proposte sono inoltre rimandate senza scadenza e non saranno sottoposte, almeno per ora, al vaglio delle due camere statali.

È una sconfitta per Bitcoin? In realtà era prevedibile – qui su queste pagine non abbiamo mai gioito ne sovrarappresentato la possibilità che si arrivasse al sì – per quanto riguarda le innumerevoli proposte che sono nate negli USA e che per ora stanno finendo tutte nel dimenticatoio.

Il caso più eclatante rimarrà quello dell’Arizona. Nonostante infatti entrambe le camere avessero votato per un sì agli investimenti in Bitcoin, è arrivato il veto della governatrice Katie Hobbs.

Passo indietro della Florida: addio investimenti in Bitcoin

Il passo indietro sembrerebbe essere definitivo. I due voti non saranno messi all’ordine del giorno, così come non faranno parte del calendario dei lavori del senato e della camera dello stato americano. Non vi sono scadenze, il che vuol dire che potremo dare per sconfitte le proposte avanzate affinché lo Stato della Florida investa il 10% della sua tesoreria in Bitcoin.

Vale a tale scopo ricordare che Jimmy Patronis, CFO della Florida, a fine 2024 confermò in TV che lo stato aveva già investito più di 800 milioni di dollari in asset correlati alle crypto e che avrebbe cercato di allargare tali investimenti nel caso in cui fosse uscito Trump vittorioso dalle urne.

Lo stesso Patronis aveva inviato allora una richiesta al Florida State Board of Administration affinché considerasse Bitcoin come adatto al fondo pensione statale.

È un problema per Bitcoin?

No. Bitcoin gode già di uno status che è più che sufficiente per essere considerato un asset adulto. L’arrivo o meno degli stati – soprattutto quando Repubblicani – contribuirebbe a renderlo un asset forse più politico, è vero, ma comunque senza cambiare nulla del suo status finanziario.

Siamo tra le poche testate a non essere poi così entusiaste di questi movimenti o comunque a non ritenerli fondamentali per il futuro sviluppo di $BTC come asset.

La Florida non vuole comprare? Pazienza. Il mondo Bitcoin viaggia comunque, funziona comunque e produce blocchi ogni 10 minuti anche se i politici non vogliono discuterne.

Questo è vero in Italia, è vero in Europa ed è vero in tutto il mondo, Stati Uniti compresi. E anche se dalla Casa Bianca non dovesse venire fuori alcun piano per comprare Bitcoin, ce ne faremo una ragione.

Eravamo qui quando in Bitcoin credevano poche migliaia di persone in tutto il mondo, continueremo a esserlo se poche centinaia di politici non ne avranno ancora compreso la portata.

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