Alle 14:30 saranno diffusi i dati sul PCE, l’indice dei prezzi al consumo, per Federal Reserve il più importante indicatore dell’inflaziona. Sarà dunque, anche per Bitcoin e criptovalute un venerdì di ordinaria tensione. Ci si aspetta un leggero avvicinamento al 2%: la media delle previsioni parla di 2,2%, in miglioramento rispetto al dato del mese precedente, che era al 2,3%.
Cosa preferirebbero i mercati – inclusi quelli di Bitcoin (vai qui per investire con un PAC periodico!) e crypto? Preferirebbero un dato il più possibile basso, che segnalerebbe un ritorno alla normalità dell’inflazione – o comunque un avvicinamento al target – aprendo così a maggiori possibilità di tagli futuri.
Non è però più l’inflazione il massimo dei pensieri delle autorità: a dominare le discussioni è, ancora una volta, la questione dazi. Prima la Corte per il Commercio Internazionale li ha sospesi, poi la Corte d’Appello ha sospeso la sospensione – per un caos che si è abbattuto sui mercati e che ha causato anche una correzione nel mondo crypto, in particolare sugli asset che sono ritenuti più rischiosi.
Cosa aspettarsi da oggi: orari, prospettive, dati che impatteranno su Bitcoin e crypto
Sarà un venerdì dominato da un dato, quello sul PCE, l’indice che raccoglie i movimenti di prezzo praticati ai consumatori. È da tempo l’indice preferito da Federal Reserve per capire come si stanno muovendo i prezzi. E dunque per valutare l’andamento dell’inflazione.
➡️ Dato precedente: +2,3%
➡️ Target: +2,0%
➡️ Dato atteso: +2,2%
Questi sono i dati sui quali si dovrà ragionare anche se si è esposti verso Bitcoin e crypto, che in genere quando vengono diffusi certi dati si comportano come gli asset risk on.
➡️ Cosa sarebbe preferibile? Un dato più basso delle aspettative, o comunque in linea. Un rimbalzo dell’inflazione potrebbe essere interpretato dai mercati come negativo. C’è anche da prestare attenzione alla grande volatilità che arriva quando si attende un dato. È una buona occasione per esercitare prudenza.
PCE: perché è così importante?
Il PCE – acronimo che sta per Consumer Price Expenditure – è un indice che riporta in via sintetica i prezzi per i consumatori. Viene ritenuto un indicatore più affidabile dell’inflazione da parte di Federal Reserve e ha come target il 2%.
Federal Reserve in passato ha già indicato che per sentirsi pronta ai tagli dovrà vedere un netto avvicinamento al target del 2%, possibilmente sostenuto nel tempo. Qualunque sia il dato, difficile però che cambino le decisioni per il meeting di giugno di FOMC. I mercati hanno anticipato che non ci saranno tagli e con ogni probabilità non ci saranno.
Discussione comunque dominata da altro
Il dato è molto importante, anche se la discussione tra gli specialisti e analisti è al momento dominata dalla questione dazi. Una questione sulla quale c’è una certa confusione – tra dichiarazioni del Presidente degli USA e contestazioni delle corti – che avrà un impatto molto rilevante sull’andamento dell’economia e di conseguenza anche sulle scelte di Federal Reserve.
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