Dal mercato del lavoro USA non vien fuori nulla di risolutivo. E per dirlo alla Jerome Powell, si continueranno ad aspettare altri dati per capire cosa fare della politica monetaria degli Stati Uniti. La disoccupazione (fortunatamente) non stupisce, così come non stupiscono gli altri dati che arrivano dal mercato del lavoro. Nessuna crisi, nessun segnale di rallentamento, nessun brutto presentimento.
E per quanto Donald Trump insisterà quasi certamente su un pronto taglio ai tassi, è difficile che con questi numeri Jerome Powell si lascerà convincere, forte anche dell’appoggio che ha trovato tra i banchi della Corte Suprema. Per Bitcoin e crypto, almeno sul medio e lungo periodo, non ci sono per ora molte differenze.
E la discussione, anche di oggi, verterà più su questioni politiche (e di pettegolezzo) che di dati che arrivano dai mercati. Le previsioni erano al 4,2% e il dato effettivo le ha rispettate. Nulla di sconvolgente, nulla che debba destare preoccupazione.
No, impossibile o quasi vedere tagli a giugno. A luglio maggiori possibilità, ma…
Per chi crede nella teoria secondo la quale non ci sarà verso di vedere un ritorno della alt season prima di forti tagli ai tassi di interesse negli Stati Uniti, ci sarà molto probabilmente da aspettare. Fed Watchtool è relativamente chiaro, e per quanto sia aperto a maggiori possibilità di taglio a luglio, rimane molto negativo su questa possibilità.
Bitcoin nel corso della sessione europea ha recuperato l’area vicino ai 104.000$, dopo aver visto nella tarda serata di ieri – e mentre eravamo nella live che puoi riguardare anche qui – aveva perso anche i 101.000$. Segnale del fatto che la teoria nothing ever happens, ovvero non succede mai niente. Dopo correzioni e movimenti sballati sul breve, si torna quasi sempre al livello di prima, dato che a condizionare i trend macro e di medio e lungo periodo ci sono fattori macro molto più solidi delle sfuriate del presidente e del suo (ex) cerchio magico.
Condizioni macro che, stando ai dati del mercato del lavoro diffuso oggi, parlano ancora alle orecchie più ottimistiche, quelle che vogliono sentire ancora parlare della possibilità di un soft landing e dunque di tornare a una condizione economia normale senza grossi sconquassi.
Come reagiranno le borse?
Le borse, così come gli appassionati di alt season, forse non si dispiacerebbero nel vedere una Federal Reserve più dovish, ovvero più aperta ai tagli. Non sarà una questione di brevissimo periodo però. Il mondo del lavoro tiene, la disoccupazione è ferma da 3 letture al 4,2% e non vi è motivo per avere grossa preoccupazione, almeno per ora, sull’andamento dell’economia.
Se Donald Trump non sarà d’accordo, sarà un suo problema. L’indipendenza di Fed non sembrerebbe essere nel suo raggio d’azione e dovrà dunque aspettar un concreto rallentamento economico per avere una sponda morale e economica da Jerome Powell.