La Federal Reserve ha deciso di ridurre i tassi di interesse di 25 basis point, portandoli al nuovo range 4,00-4,25%. È il primo intervento di questo tipo dal dicembre 2024.
Powell annuncia il taglio dei tassi
Jerome Powell ha definito la decisione una scelta di “risk management”, volta a prevenire un deterioramento del mercato del lavoro pur mantenendo l’attenzione sulla stabilità dei prezzi. Non è stato però tracciato un percorso predeterminato: ogni mossa sarà “data-dependen” guidata dai dati macroeconomici.
Bitcoin e crypto apprezzano
Bitcoin ha reagito positivamente. Dalla fine del discorso di Powell, il prezzo è in rialzo del +1,69% e attualmente quota 117.300$, tornando in un’area di prezzo che non toccava dal 17 agosto. Il rialzo di settembre si attesta a +8,50% e su base annua a +25,50%.

Sul grafico daily di BTC si può osservare come il prezzo si sia ormai collocato sopra l’area di resistenza a 115.000–115.800$. La quotazione si mantiene stabilmente al di sopra della media (Sma 50) e, osservando l’indicatore RSI, emerge che sta per entrare in zona di ipercomprato. In questo scenario, l’obiettivo potrebbe essere un arrivo in area 120.000–120.800$.
Bitcoin e il taglio dei tassi storicamente
Storicamente, le fasi di politica monetaria espansiva hanno avuto effetti rilevanti sul mercato delle crypto. Nel 2019, dopo una serie di tagli da parte della Fed, Bitcoin segnò un rally, beneficiando della maggiore liquidità e della debolezza del dollaro.

Ancora più evidente fu la fase del 2020: con il ritorno a tassi prossimi allo zero e l’introduzione di politiche di stimolo massicce, BTC passò da meno di 10.000 a oltre 60.000$ nei dodici mesi successivi.
I tagli dei tassi USA, possano creare un contesto favorevole, soprattutto quando accompagnati da politiche fiscali espansive e da una percezione crescente di rischio inflazionistico.
Tuttavia, l’attuale ciclo appare diverso: l’inflazione non è sotto controllo e la Fed non ha segnalato un allentamento aggressivo. Per questo il mercato delle crypto potrebbe beneficiare solo parzialmente della svolta.
Inflazione ancora sopra target
Powell ha ribadito che l’inflazione resta superiore all’obiettivo del 2%. Alcune pressioni derivano da beni importati e tariffe, elementi che potrebbero rivelarsi temporanei ma che non possono essere ignorati. La sfida della banca centrale è riportare gradualmente i prezzi sotto controllo senza deprimere l’attività economica.

Mercato del lavoro in rallentamento
Il mercato del lavoro mostra segnali di indebolimento. La creazione di posti di lavoro è rallentata e la disoccupazione è leggermente aumentata, pur restando storicamente bassa. Powell ha richiamato l’attenzione sulle fasce sociali più vulnerabili, come giovani e minoranze, maggiormente esposte al deterioramento occupazionale.
Le reazioni indici azionari e dollaro
La reazione di Wall Street è stata mista: il Dow Jones ha chiuso in rialzo, mentre S&P 500 e Nasdaq hanno registrato ribassi, mentre l’apertura notturna dei Future mostra ancora forza con rialzi.

Sul mercato valutario EUR/USD è quello che ha mostrato la maggior volatilità, come si può osservare dal grafico allegato, sulla sezione di sinistra 1H. ha toccato quota 1,1979 massimo di quattro anni, per poi ritracciare quando Powell ha chiarito che non vi è garanzia di nuovi tagli ravvicinati. Sulla destra l’andamento da inizio anno.
Il dot plot: cosa prevede la Fed
Le previsioni Fed, con il nuovo “dot plot” indica due ulteriori tagli entro fine 2025, con il tasso mediano previsto al 3,6%. Per il 2026 la proiezione scende al 3,4%, per il 2027 al 3,1%, mentre nel lungo periodo resta al 3%. La dispersione dei punti (che non riportiamo sul grafico) riflette opinioni divergenti all’interno del FOMC: alcuni vedono un percorso più cauto, altri più aggressivo. I mercati hanno interpretato il quadro come segnale di allentamento graduale, non di un ciclo rapido di riduzioni.

L’anno prossimo scade il mandato di Powell e la Fed potrebbe prendere la storica indipendenza, e piegarsi alla fiscal dominance. Questo fatto potrebbe essere molto pericoloso a livello globale.
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