La tensione è alle stelle. Gli investitori retail del mondo crypto si dividono tra chi resta incollato ai grafici, rattristandosi ad ogni leg down, e chi invece preferisce dedicarsi ad altro nella speranza che prima o poi tutto possa riprendersi. Tra le due opzioni, se la vostra strategia è quella di operare spot a lungo termine, noi sinceramente preferiamo la seconda. Non tanto perché ignorando il problema si possa arrivare ad una soluzione (non è mai così), ma perchè oggettivamente la situazione speculativa è oggi più complessa ed isterica di quanto la vostra emotività riesca probabilmente a reggere.
Questa mattina i mercati crypto si sono svegliati con un altro affondo al ribasso, dopo una serie di sessioni altrettanto negative registrate nel corso della settimana. Bitcoin ed Ethereum perdono rispettivamente il 5,6% ed il 7,1% nelle ultime 24 ore, con le altcoin letteralmente maciullate dalla price action negativa. I volumi sono scomparsi dai book, il sentiment è ai minimi, ma a noi non piace tirare conclusioni affrettate. Forse è il caso di fare zoom-out e guardare le cose da un’altra prospettiva.
Brutta sberla al mercato crypto: capitali in uscita
Dal crollo della scorsa settimana il settore crypto ha visto perdere ben $600 miliardi dai vari asset di investimento, di cui circa $130 miliardi solo nella giornata odierna. Numeri che, se vogliamo essere precisi, non rappresentano capitali reali ma solo il riflesso della capitalizzazione persa sulla carta, dettaglio che comunque non migliora il brutto outlook in cui si trova il mercato.
La palla è attualmente in mano agli orsi che continuano a buttare benzina sul fuoco aggiungendo pressione short, mentre i tori sembrano incapaci di reagire. Solo nelle ultime 24 ore si sono verificate altre liquidazioni per $1.09 miliardi, di cui una grossa fetta da parte degli utenti che hanno scommesso su un rimbalzo long. Un singolo trader su Hyperliquid ha perso ben $20 milioni su ETH-USD.

Se guardiamo ad altri dati inerenti ai derivati, notiamo una situazione più o meno diffusa di riduzione dell’open interest e contestuale aumento dei volumi di trading, cosa che evidenzia l’uscita da molte posizioni e l’incremento dei net shorts su tutti i principali token crypto. Il funding rate inizia ad appiattirsi praticamente ovunque, con anche casi di tassi negativi che riflettono il posizionamento dei traders.
È evidente, anche guardando al “taker buy/sell ratio”, che ci sia una maggiore trazione ad andare a cercare lo short, piuttosto che verso un tentativo di rialzo.

Grossi scarichi delle whale anche sulle crypto più in forma
Purtroppo il clima disfattista tocca anche quelle crypto che, durante gli ultimi sell-off, avevano reagito meglio del resto del mercato con correzioni meno corpose e rimbalzi più vigorosi. Quando la situazione è questa, non c’è altcoin che tenga, nemmeno quelle sostenute da CZ come $ASTER, che sembrava avere più chance di assorbire il crash della scorsa settimana, ed invece è ancora lì a testare i minimi locali.
Nelle ultime 24 ore $ASTER perde il 19%, con i prezzi attualmente a circa $1.04, vittima di grosse vendite da parte di qualche whale. L’account di analisi “Lookonchain” ha evidenziato a tal proposito dei depositi dal valore multimilionario sull’exchange Binance, con le monete trasferite molto probabilmente per essere vendute.
Un solo wallet, che pare collegato con il programmatore software statunitense Daniel Larimer, ha appena depositato ben 58,6 milioni di $ASTER sull’exchange, con la sua posizione in down di ben $23 milioni.

Siamo appena entrati in un mercato ribassista?
In questo preciso momento non è facile provare ad essere ottimisti e pensare ad una ripartenza perché, dovunque ci giriamo, vediamo solo candele rosse e liquidazioni. Il sentiment è ai minimi e non vi biasimiamo se avete paura di un potenziale ingresso in bear market ed avvio di una fase prolungata di distribuzione, ma dobbiamo cercare di dare un giudizio imparziale.
Così come quando si è euforici è sbagliato gridare al “to the moon”, anche quanto si è in panico è errato pensare subito alla catastrofe. Se facciamo zoom-out dal grafico di Bitcoin e vediamo dove ci troviamo in confronto alla price action degli ultimi 3 anni, la situazione inizia ad essere meno grave di quanto si pensi. La moneta si trova ancora sopra la sua media mobile a 365 giorni, posizionata all’incirca sui $100.000, nonostante abbia appena rotto a ribasso la 200 DMA.
Non vogliamo di certo dirvi quello che dovete fare con le vostre posizioni, sia chiaro, ma quantomeno prima di tirare le somme vorremmo vedere una rottura della linea blu (con chiusura settimanale) nel grafico qui sotto. A quel punto avremmo più ragioni per abbandonare l’ipotesi di un recupero del trend bullish e passare dalla parte di un correzione più profonda, ma fino ad allora è tutto troppo prematuro.

Non guardare troppi al grafici in questo momento
Se la vostra strategia è puntare al lungo periodo, controllare ogni 2 minuti la chart di Bitcoin o degli altri asset non vi aiuterà a gestire meglio la situazione. A nessuno fa piacere vedere il proprio wallet perdere velocemente valore, ma anche questo fa parte del gioco, soprattutto in un mercato così ancora poco maturo come quello crypto.
C’è un eccessivo sentiment negativo tra tutti i partecipanti, e questo dovrebbe farvi riflettere se pensiamo che Bitcoin è ancora sopra i $100.000, livello importante non solo per la media statistica di cui sopra, ma anche per un fattore psicologico. 3 anni fa, se vi avessero parlato di questa cifra, molto probabilmente sareste stati scettici, ora invece avete paura di perderla.
Forse è il caso di staccare gli occhi dalle montagne russe delle piazze speculative, che non ci fanno bene, per ragionare più con calma basandosi sul comportamento degli investitori di lungo periodo. Vi dice qualcosa il “BTC: Long Term Holder NUPL”?

Questa chart raffigura il livello di profitto o perdita non realizzato degli holder di lungo periodo. Indica cioè quanto le monete detenute dagli investitori più pacati, siano in media sopra o sotto il prezzo di acquisto. Storicamente, finché siamo sulla zona verde, significa che c’è ancora un ampio margine di profitto, ed il loro sentiment rimane positivo. Iniziamo a preoccuparci non appena scendiamo nella zona gialla.
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