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PRESA BASTIGLIA

Finanza tradizionale vuole uccidere Bitcoin e crypto? Guerra santa finita, se non per…

È davvero in corso l'ennesimo attacco? Oppure... è solo nella nostra testa?

Il grosso della retorica che alimenta gli appassionati crypto non è nata ieri. È nata in una fase storica ormai dei primordi, quando l’aspetto punk era decisamente prevalente e quando mai ci si sarebbe sognati di trovarsi al Nasdaq, alla Casa Bianca, nei listini di UniCredit, di BlackRock o ancora di Fidelity. È una retorica però dura a morire: in tanti non hanno digerito questo passaggio (e ne hanno pienamente diritto), altri forse continuano a sfruttarla per rivendicare un atteggiamento punk e sfascista che si vorrebbe conservare anche quando si gioca ormai con gli adulti.

C’è davvero un attacco della finanza tradizionale al mondo crypto e Bitcoin? Dipende dai punti di vista. È evidente che la torta da 4.000 miliardi delle crypto fa gola a molti, soprattutto ora che è pienamente lecito e legittimo operare come intermediario, anche se si arriva dal mondo della TradFi. Dall’altro qualche uscita pubblica da parte di esponenti crypto di primo rilievo ricorda un po’ lo studente che non ha fatto i compiti a casa e accusa il cane di averli mangiati.

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Finanza tradizionale, mondo crypto, e l’eterna lotta tra il bene e il male

Quella del nemico esterno e spesso invisibile, potente al punto da schiacciare chiunque a comando, è una tattica vecchia come il cucco. L’hanno utilizzata politici, tiranni, società finto-giovani e una miriade di soggetti che hanno sfruttato la credulità popolare. E il piacere enorme che – quando ci sciogliamo nella massa – proviamo nel lottare contro suddetto nemico esterno.

Gli uomini di comando conoscono bene questa tendenza tutta umana. Ed essendo uomini di comando, la sfruttano a loro vantaggio. Il sospetto di chi vi scrive è che talvolta anche nel mondo punk, ribelle, sfascista e d’avanguardia delle crypto, si abusi forse troppo di questa… tendenza.

Facciamo però un passo indietro e torniamo alla domanda originale: la finanza tradizionale ha davvero interesse ad attaccare il mondo crypto e soffocarlo? Dipende.

Su cosa si è davvero in conflitto

Banalmente: i soldi. Le società che includiamo (come se fossero la massa informe che poi in verità non sono) nel novero della finanza tradizionale puntano a fare soldi. Non vi è nulla di male – perché fatta qualche rara e ascetica eccezione – anche i grandi leader del mondo crypto sono lì per… fare soldi. Certo, con un’idea, ma pur sempre di vil denaro si tratta.

È indubbio – e sarebbe naive affermare il contrario – che alcuni dei servizi che il mondo crypto è in grado di offrire siano un problema per banche commerciali, banche d’affari e intermediari finanziari.

  1. Stablecoin

Sono oggettivamente una gatta da pelare. Se il mondo dovesse utilizzare le stablecoin con maggiore frequenza e maggiori volumi, i depositi bancari perderebbero forza. Tali depositi bancari sono un’enorme fonte di liquidità – a buon mercato – per le banche. È il motivo per cui sia le associazioni bancarie europee sia quelle USA stanno chiedendo limiti alle stablecoin (su tutti, il pagamento di interessi).

È lo stesso motivo per cui le banche europee stanno chiedendo limiti e soglie per l’euro digitale. È un problema che esiste, è un privilegio delle banche (che però permette al sistema come lo conosciamo di funzionare) e per il quale lotteranno fino alla fine. Il conflitto c’è – ed è comprensibile ritenere che certi attacchi al mondo stablecoin siano esagerati proprio a difesa di questo privilegio.

  1. Bitcoin

Bitcoin, nonostante il maggior vigore e la maggiore resilienza rispetto alle stablecoin, è un non-problema per il settore finanziario, che ha comunque ricavato delle formule per essere partecipe dell’enorme quantità di soldi che muove. ETF, prodotti strutturati, custodia e presto anche servizi ulteriori: le banche e la “finanza tradizionale” non hanno problemi a commerciare asset se esiste una sorta di approvazione del regolatore.

Chi vi scrive, in netta minoranza tra gli appassionati di Bitcoin, non ha mai ritenuto BTC uno strumento per un futuro senza crediti e debiti, senza intermediari di suddetto credito e senza piazze finanziarie. Questo per il semplice motivo che sempre esisteranno persone desiderose di capitale in prestito e capitali in cerca di occupazione.

D’altronde il mondo è pieno di Paesi dove il prestito con interessi è di fatto proibito o dove, per insufficienze strutturali, il mondo “finanziario” non esiste. Sono gli stessi a tasso di immigrazione zero. Evidentemente anche chi sogna un piccolo mondo antico basato su Bitcoin non è disposto a sopportare le conseguenze di un mondo senza mercati.

  1. Blockchain e asset tokenizzati

La cosiddetta finanza tradizionale utilizza un numero enorme di micro-infrastrutture che messe insieme – e comunicando alla meno peggio – risultano in un enorme network globale, che in verità è più decentralizzato di quel che sembra. La stessa finanza tradizionale di cui sopra, per motivi di stabilità evita di rincorrere ogni possibile novità, perché è più importante che funzioni sempre rispetto all’importanza di funzionare “sulla frontiera ultima della tecnologia attuale”. Quando una tecnologia diventa stabile, la si abbraccia senza troppi problemi, vedi tutti i più recenti esperimenti di tokenizzazione.

Non esiste la “finanza tradizionale” così come non esiste “il mondo crypto”

Sono entrambe delle grottesche rappresentazioni di gruppi assai disomogenei e che hanno spesso interessi in conflitto anche al loro interno. Ognuno pensa – come è giusto che sia – al proprio giardino. E contando comunque sull’appoggio dell’opinione pubblica, è abituato a tagliare, cucire, mentire e aizzare la stessa massa che andò a prendere Frankenstein con i forconi. Una massa che, secolo dopo secolo, continua a dare il peggio di sé quando innescata da parole giuste per contenuto, ordine e tono.

Wall Street si difende comunque benissimo da sola, così come si difende benissimo da solo un mondo crypto ormai ricco e seduto al tavolo degli adulti.

Per una questione puramente estetica però, chi vi scrive preferirebbe di tanto in tanto vedere il mondo crypto rispondere come fanno gli adulti, senza l’ennesimo richiamo a una Guerra Santa che è finita da un pezzo. E che chi si diverte a tirare fuori lo fa spesso per il proprio tornaconto.

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