Dal modo con cui i diversi partecipanti dell’ecosistema Hyperliquid si sono recentemente posizionati sul mercato, emerge un quadro alquanto curioso. La piattaforma di trading decentralizzata è nota per il bias perma-bull dei suoi utenti ma è anche famosa per la presenza di traders di successo e personaggi che hanno guadagnato decine di milioni di $ attraverso operazioni ad alto rischio con timing impeccabile, quasi da sembrare insider.
Ora la maggior parte degli utenti retail si trova esposta (come al solito) in direzione long, seppur con una predominanza in calo rispetto agli ultimi due giorni. Allo stesso tempo però i top traders, sembrano più intenzionati a scommettere su un ribasso a breve termine. Una situazione particolare, che diventa ancora più interessante se la incrociamo con il comportamento delle whales nel suo complesso. Ecco cosa abbiamo scoperto dalla nostra analisi.
Hyperliquid: il bias long degli utenti
In questo momento su Hyperliquid troviamo 29.832 traders che mantengono un’esposizione netta al rialzo, malgrado il calo dei prezzi dell’ultimo periodo. Dall’altra parte circa 14.996 account sono posizionati short, ovvero stanno vendendo allo scoperto BTC, ETH e le altre criptovalute (o equities). Il rapporto complessivo è di 1.98, dato che conferma il classico orientamento da crypto bro che ha da sempre caratterizzato i classici utenti “sognatori di Lambo” che presiedono il DEX:
Notiamo però come dal 23 novembre in poi, pur considerando il rimbalzo tecnico dei mercati, questo bias si sia leggermente affievolito, sintomo che qualcuno ha iniziato a perdere fiducia nel sostegno del long. Sottolineiamo anche la crescita del numero di traders, che nell’ultima settimana è aumentato di oltre 6.000 indirizzi unici.

Non ci sorprende vedere un atteggiamento complessivo ancora tendente al rialzo, quanto più il fatto che durante il mini pump di Bitcoin da $86.000 a $90.000, il rapporto long/short non sia aumentato ed anzi, sia sceso di qualche punto.
I top traders vanno short
Se invece del numero di account attivi su Hyperliquid, contiamo il valore delle posizioni in gioco, l’outcome cambia. Al momento, di una somma totale di $4,69 miliardi, il 51,76% è rappresentato da posizioni short, contro un 48,24% dei long. Contestualmente gli short stanno anche ottenendo più risultati, con un PNL positivo di $190 milioni, mentre la controparte rialzista registra una perdita di -$64 milioni.
Nonostante ciò la quota maggiore di margine impegnato rimane concentrata sul lato long, segno che i retail sono esposti in trade leggermente meno rispetto ai grandi shortisti.

Ed il fatto che contemporaneamente ci siano più account long e più valore nozionale short, suggerisce che quelle posizioni allo scoperto siano gestite da pochi traders con ampia disponibilità economica. Non è un caso che i migliori trader di Hyperliquid per All-Time PNL, siano quasi tutti posizionati per scommettere su un ribasso.
Il più forte della lista, è attualmente short su ETH per un valore di $96 milioni; il secondo è short su HYPE per $25 milioni, il sesto, settimo ed ottavo sono tutti short su BTC con rispettivamente $33, $100, e $51 milioni di posizioni. Anche scorrendo più in basso troviamo pochi grandi account che sono esposti long, ma… in questo momento sono anche quelli che stanno guadagnando grazie al verde che vediamo oggi sui grafici.

E se facessimo una media delle whale?
Se a questo punto facciamo una distinzione tra il comportamento dei singoli top traders e quello della categoria più ampia delle whales, ovvero gli account con maggiore equity e posizioni più consistenti, il quadro diventa ancora più interessante e complesso. Infatti dall’indicatore Glassnode Long/Short Bias vediamo come dal 17 novembre in poi le balene del DEX siano tornate in maggioranza net long.
Questo tra l’altro dopo un lunghissimo periodo di prevalenza short che durava da agosto. Ciò significa che le whales, nonostante quelle apparentemente più profittevoli stiano puntando su una continuazione dell’andamento bear, complessivamente considerano il momentum come un buon “buy the dip”. Il dato aggiunge una componente di fiducia a questo rimbalzo e ci fa ben sperare che possa proseguire anche nelle prossime sessioni.

Torneremo con curiosità su questi dati tra qualche giorno per vedere chi avrà avuto ragione, e chi invece… si sarà fatto male.
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