Il rischio è anche questione di appetito. E proprio come quello dei bambini, quello dei mercati per il rischio può diventare volubile e impossibile da anticipare. Si è aperta una settimana che sarà densa di dati importanti (uno già oggi!) e i mercati USA hanno reagito tirandosi indietro e ruotando verso asset considerati storicamente più tranquilli. Un calo dell’appetito che ha avuto delle ripercussioni importanti sul già malandato mercato crypto e Bitcoin.
La settimana macro entra nel suo vivo con i dati sulla disoccupazione USA oggi alle 14:30, seguiterà con il CPI (inflazione) USA giovedì e poi chiuderà in bellezza nel cuore della notte tra giovedì e venerdì a Tokyo, dove Bank of Japan deciderà sui tassi di interesse (decisione scontata, ma per diversi motivi comunque temuta da certi mercati).
Disoccupazione: di più è meglio
L’atteggiamento dei mercati riguardo i posti di lavoro è forse una delle sue espressioni più feroci. Ci sono infatti diverse circostanze nelle quali problemi per i lavoratori e per gli ultimi della piramide economica si riflettono invece in modo positivo sulle quotazioni di certi titoli.
L’indice della disoccupazione è uno di questi casi. Dato che i mercati preferirebbero un 2026 di tagli decisi (in particolare appunto i mercati risk on) allora il dato di oggi sulla disoccupazione più sarà alto, più sarà probabilmente abbracciato dai mercati con entusiasmo.
Il consenso è per una disoccupazione che rimarrà al 4,4%, con previsioni però che arrivano anche fino al 4,6%. Dato il lungo stop alla raccolta e alla pubblicazione dei dati, c’è relativamente più incertezza del solito sul dato.
Ad ogni modo, più sarà alto, più i mercati brinderanno alla possibilità che gennaio sia un mese di tagli ulteriori. Questo ovviamente senza esagerare: una distanza eccessiva al rialzo rispetto alle previsioni manderebbe dei brutti segnali per quanto riguarda la tenuta dell’economia.
Inflazione: giovedì il CPI
Non è l’indicatore di maggiore importanza per Federal Reserve, che gli preferisce il PCE. Sarà comunque un dato importante da osservare, perché CPI e PCE sono fortemente correlate.
L’appuntamento è per giovedì 18 alle 14:30 ora italiana, e ci si aspettano dati vicini al 3,0% per la classica, e sullo stesso livello per la Core. Sono dati ancora troppo alti per mettere Fed in modalità super-tagli, nonostante siano almeno 3 i membri votanti del FOMC che vorrebbero ignorare questo dato.
Venerdì il Giappone
È quanto tutti temono ed è anche ciò che è maggiormente responsabile della brutta aria che si sta respirando sui mercati. Kazuo Ueda, che è governatore di Bank of Japan, ha già indicato la volontà di alzare i tassi di 25 punti base. Tuttavia, il personaggio è dei più imprevedibili e questo contribuisce ad un’ansia che si vive molto meno in appuntamenti simili con altre banche centrali.
Ad avviso di chi vi scrive – e oggi torneremo QUI con uno speciale completo – il tema è forse un po’ esagerato. Non ci sarà l’effetto sorpresa di agosto 2024, ma… è ragionevole che i mercati siano un po’ sulle loro.
Bitcoin e crypto pagano di più
Bitcoin e le criptovalute pagano ovviamente di più, perché sono percepiti come asset di rischio anche all’interno della categoria risk on. Sul tema Alex Lavarello vi ha offerto ampie delucidazioni questa mattina e lo ha fatto anche ieri in un video di analisi che rimane di grande, anzi grandissima attualità.
La situazione è degna di essere monitorata, tenendo però anche conto del fatto che i mercati crypto scontano già un lungo periodo di paura (nel particolare indice paura&avidità), condizionati da un sentiment forse eccessivamente ribassista e remissivo rispetto ai fondamentali.
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