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Bitcoin 2026

I 4 fattori macro da osservare nel 2026 per Bitcoin e crypto

Quattro fattori che segneranno il futuro di breve e ci accompagneranno nel corso del 2026.

Nel 2025 il mondo delle crypto ha confermato di essere ormai interconnesso con le dinamiche economiche e macroeconomiche provenienti dalla finanza tradizionale. In aggiunta ci sono anche delle variabili politiche che così come hanno favorito possono anche sfavorire o alterare l’immagine dell’ecosistema.

Crypto e finanza tradizionale un legame che cresce

L’approccio del tipo “seguo questa ICO” o “compro questo token perché salirà”, basato su narrative e scollegate dal contesto, è ormai superato. Il mercato è diventato più maturo e selettivo, e richiede una lettura più ampia e consapevole dei fattori che ne influenzano l’andamento.

I fattori macro da osservare nel 2026 per Bitcoin

Guardando al 2026, emergono almeno quattro elementi macroeconomici da monitorare:

  • Il primo riguarda le decisioni delle banche centrali e l’andamento dei tassi di interesse.
  • Seguono i rendimenti dei titoli di Stato e dei bond, che influenzano la liquidità e l’attrattività.
  • Il debito pubblico degli Stati, sempre più centrale negli equilibri finanziari globali.
  • Infine, l’inflazione resta un fattore chiave, soprattutto per le implicazioni sulle politiche monetarie e sul potere d’acquisto.

FED, BCE e BoJ: il ruolo delle Banche Centrali

Un ruolo centrale nel panorama lo ricoprono Federal Reserve, Banca Centrale Europea e Bank of Japan. Nel grafico è riportato l’andamento dei rispettivi tassi di interesse dove emerge una fase con dinamiche differenti. La Fed ha iniziato un percorso di riduzione dei tassi dopo il ciclo restrittivo più aggressivo degli ultimi decenni, mentre la BCE mostra un atteggiamento più prudente, dopo aver giocato di anticipato sulla riduzione dei tassi. La Bank of Japan, al contrario, si muove in modo graduale, avviando solo ora un’uscita dalla lunga era dei tassi prossimi allo zero.

Implicazioni future per mercati e asset rischiosi

Questa divergenza apre scenari rilevanti per i prossimi mesi. Un’ulteriore distensione della politica monetaria USA potrebbe favorire condizioni finanziarie più accomodanti e un ritorno di liquidità sui mercati globali. In Europa il ritmo sarà probabilmente più lento, mentre il Giappone resta l’incognita principale.

Se il ciclo globale dei tassi entrerà davvero in una fase di tagli, gli asset rischiosi, incluse le crypto, potrebbero beneficiarne. Al contrario, un rallentamento o nuove pressioni inflazionistiche manterrebbero elevata l’incertezza.

Rendimenti sovrani e dinamiche divergenti tra USA, Europa e Giappone

I rendimenti dei titoli di Stato mostrano oggi un quadro macro differenziato. In Giappone è evidente un forte rialzo dei rendimenti, coerente con la svolta della BoJ che sta progressivamente aumentando i tassi dopo anni di politica ultra-espansiva.

In Europa la situazione appare più stabile, pur con differenze tra i Paesi. La Germania resta il riferimento, mentre l’Italia ha migliorato il proprio profilo, arrivando a rendimenti più bassi rispetto alla Francia.

Stati Uniti curva rendimenti sotto pressione

Negli Stati Uniti, nonostante l’avvio di una politica di taglio dei tassi dalla seconda metà dell’anno, i rendimenti sul lungo periodo sono saliti, segnalando aspettative di crescita di inflazione e debito elevato. I cosiddetti bond vigilantes non si fanno influenzare dalle parole.

Solo il tratto breve della curva mostra una correzione, legata anche a un fondo di acquisto sui Treasury a due anni lanciato dalla Fed.

Debito globale e inflazione

Gli ultimi due fattori di influenza macroeconomica sono il debito degli Stati e la spada di Damocle dell’inflazione. Sulla sinistra del grafico è riportato l’andamento del debito degli Stati Uniti, in costante crescita che a dicembre ha toccato i 38,4 mila miliardi di dollari.

A livello globale il debito pubblico complessivo ha raggiunto quota 320 mila miliardi pari a oltre il +300% del PIL mondiale. Si tratta di un livello senza precedenti, che solleva ovvi interrogativi.

Inflazione, rendimenti e ruolo dei bond vigilantes

Sul fronte inflattivo permangono molte incertezze. In Europa i timori appaiono più contenuti, mentre l’inflazione giapponese mostra una crescita graduale ma costante. Le maggiori preoccupazioni restano negli Stati Uniti, dove il rischio di un’inflazione persistente continua a pesare.

Questo clima alimenta le aspettative di rialzo dei rendimenti obbligazionari, evidenziate dai cosiddetti bond vigilantes, che non credono a un’inflazione strutturalmente bassa e si preparano a un suo ritorno. L’inflazione cambia la duration dei bond.

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