Dopo svariate settimane di prudenza nelle negoziazioni, sembra che il mercato crypto ci stia mandando qualche segnale di coraggio da parte degli investitori, in particolar modo sulle borse Bitcoin. Da quanto si evince dalle metriche Coinglass, il rapporto tra Long/short aggregati sui futures è tornato positivo in quest’ultima sessione giornaliera del 2025.
Non è un dato che testimonia un ritorno di fuoco dei tori e non è da intendersi come una conferma direzionale definitiva del ritorno in bull market. Ad ogni modo si tratta di un prezioso indizio, che ci fa capire come la pressione ribassista possa essere giunta, almeno temporaneamente, ad esaurirsi e come il mercato stia progressivamente abbandonando i posizionamenti più difensivi. Approfondiamo il discorso in questo articolo.
Spinta dei long in aumento sui futures Bitcoin
Questa situazione segue un po’ il parziale ritorno dell’entusiasmo degli investitori su Bitcoin di cui vi avevamo parlato lunedì, con l’open interest delle borse futures che ha iniziato a riprendere slancio. I traders pare stiano tornando ad incrementare la propria esposizione direzionale a rialzo sulla criptovaluta, riducendo al contempo il proprio approccio difensivo.
Lo vediamo osservando la metrica “Aggregated: Long/Short Ratio” di Coinglass (ultima in basso nell’immagine), la quale ci mostra su time frame settimanale come il dato sia tornato positivo per la prima volta da fine settembre. Questo indicatore misura il rapporto tra volumi di ordini aggressivi sui futures Bitcoin, mettendo a confronto la pressione dei taker buy rispetto a quella dei taker sell.
Ci dice cioè chi tra long e short stia colpendo il mercato in modo più aggressivo con ordini a market, ergo dove c’è più interesse speculativo. Da non confondere con l’indicatore “Long/Short ratio Accounts” che conteggia invece banalmente il numero di posizioni long rispetto a quelle short, senza tener conto della dimensione né del movimento dei flussi.

Il fatto che il ratio tra i volumi taker sia tornato, seppur di poco, in territorio verde, ci aiuta a contestualizzare l’outlook di Bitcoin, che nel quarto trimestre ha sofferto di una forte distribuzione e, più nello specifico nel mese di dicembre, di un prolungato periodo di compressione della volatilità.
Più interesse su Bitcoin che sulle altcoin
Molto curioso notare anche come, mettendo a confronto il dato del Ratio Long/Short Accounts (in relazione al numero delle posizioni, non al volume) tra Bitcoin ed altcoin, emerga una netta differenza. Guardando soprattutto agli ultimi 3 mesi, notiamo che l’indicatore relativo a BTC sia rimasto su livelli elevati per un periodo insolitamente prolungato rispetto alla media delle alt.
Ciò suggerisce che, nell’ultimo periodo, i traders abbiano mostrato una preferenza più marcata a posizioni rialziste su Bitcoin, mentre sulle altcoin l’atteggiamento è rimasto decisamente più ribassista. In tal senso, più che un merito per BTC sembra un demerito delle altre monete che hanno passato un trimestre davvero pessimo dal punto di vista speculativo.
La cosa più interessante però è un’altra: storicamente un rapporto Long/Short Accounts favorevole per Bitcoin ha spesso segnato un’ottima opportunità di acquisto. Questa volta però il pattern sembra essersi interrotto.

Piccola tips: tenete conto che di solito il mercato tende a punire un posizionamento massimo degli operatori tutti sulla stessa direzione, come successo ad esempio su Bitcoin a fine novembre.
Si riparte bullish nel 2026?
Quello che più è da apprezzare in questo momento è il fatto che il ratio Long/Short aggregato (per i volumi taker) sia tornato positivo dopo tante settimane in rosso. Possiamo leggere il dato come la risposta degli operatori ad un fenomeno di soffocamento della volatilità, che abbiamo visto soprattutto a dicembre sul mercato dei derivati.
Qualche giorno fa vi avevamo parlato della maxi scadenza delle opzioni da $23 miliardi del 26 dicembre e di come da lì in poi avremmo potuto vedere un graduale miglioramento del posizionamento dei traders. Ecco, in un certo senso ora questo si sta avverando, segnalando meno incertezza ed un parziale ritrovamento dello spirito bullish.
Si aprirà dunque il 2026 con il botto al rialzo? Non è così scontato, ci sono altre questioni che concorrono a formare il prezzo, oltre il bias degli investitori ed il loro posizionamento. Ma è comunque, come dicevamo all’inizio, un importante segnale di coraggio che ci lascia sperare bene in vista di una ripresa. Buon anno a tutti, cari lettori.
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