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Svizzera, Digitec Galaxus lancia pagamenti in criptovaluta

Digitec Galaxus, uno dei più noti rivenditori al dettaglio operanti sul mercato svizzero, ha introdotto un nuovo sistema di pagamento tramite criptovalute, aprendo pertanto alle valute digitali come metodo per poter regolamentare i propri acquisti.

Digitec Galaxus apre alle valute digitali

Ad affermarlo è un comunicato stampa da parte della stessa compagnia, nel quale si evidenzia come fin da subito i propri clienti potranno comprare i prodotti utilizzando Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum, Ripple, Binance Coin, Litecoin, TRON, NEO o OmiseGo, per controvalori che dovranno tuttavia essere superiori a 200 franchi svizzeri (al cambio attuale, circa 180 euro).

Stando alle dichiarazioni di Oliver Herren, CIO e cofondatore di Digitec Galaxus, le criptovalute potrebbero diventare un sistema di pagamento molto rilevante nell’ecommerce, e l’intenzione della propria compagnia non può che essere quello di supportare tale percorso innovativo. La società ha sviluppato tale nuovo metodo di pagamento in collaborazione con la Datatrans, che coopera con il fornitore di servizi transazionali criptovalutari Coinify.

Sul lato frontend, per i consumatori l’utilizzo delle nuove opportunità di conclusione dei propri acquisti e di regolazione del prezzo dovrebbe essere particolarmente intuitiva. Una volta che i clienti hanno scelto i propri prodotti, potranno infatti individuare i token con i quali pagare e, subito dopo, saranno reindirizzati alla pagina di pagamento su Coinify.

Quanto costa pagare con le criptovalute

Il costo? Digitec Galaxus afferma di non percepire alcuna extra commissione per i pagamenti con le criptovalute, ma ad essere remunerato è il servizio di Coinify, che percepisce l’1,5% a titolo di tasso di conversione, e potrebbe in alcuni casi aggiungere altre commissioni transazionali.

Insomma, una interessante apertura nei confronti dei titolari delle più note criptovalute in circolazione, ma… non certo senza oneri: la presenza di un tasso di conversione dell’1,5%, oltre a eventuali commissioni addizionali, potrebbe infatti scoraggiare gli utenti criptovalutari a utilizzare tali asset per poter effettuare le operazioni di pagamento commerciale.

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