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Hackerato l’exchange DragonEx, i fondi potrebbero essere recuperati

DragonEx è un exchange che in Italia non gode di grande popolarità. Ha sede a Singapore, una delle città più ricche e attive nell’economia decentralizzata, e presidia fondamentalmente il solo mercato locale. Come sempre, quando parliamo di grandi realtà orientali il problema può sembrare distante da noi: si dà il caso, tuttavia, che questa volta ci sia di più. Non stiamo parlando, infatti, di un semplice attacco informatico. Questa volta c’è di mezzo il vero anonimato delle criptovalute, che in un momento in cui gli exchange sembrano dominare il mercato rischia di svanire.

Una brutta sorpresa per DragonEx

Pare che le prime avvisaglie del furto informatico si siano avute domenica, quando il team dell’exchange ha sospeso tutti i servizi reclamando la necessità di fare “manutenzione”. Poche ore dopo è emersa la verità dei fatti: con un comunicato ufficiale, l’azienda ha denunciato la perdita di gran parte delle criptovalute custodite sul suo servizio wallet. Pare ci siano ben 20 tipi di crittomonete coinvolte, con in cima come sempre Bitcoin, Ethereum e Litecoin. Le indagini sono incominciate subito, in maniera congiunta, con il team dell’exchange che ha assistito la polizia locale per ripercorrere le dinamiche di quanto accaduto.

Una parte consistente dei fondipotrebbe comunque essere recuperata. La notizia di oggi, infatti, è che la dirigenza di DragonEx è riuscita a ricondurre gli autori del furto ad una ventina di wallet custoditi su Bittrex, altro servizio di archiviazione online di criptovalute ed exchange. Se i fondi fossero ancora presenti sulla piattaforma, cosa comunque piuttosto improbabile, il team di Bittrex potrebbe collaborare e decidere di bloccare gli account dei presunti ladri. Se così fosse, su richiesta delle autorità di polizia e di DragonEx i fondi potrebbero essere restituiti.

Non è mai bello parlare di problemi di sicurezza associati al mondo delle criptovalute, trattandosi di uno dei temi che spingono di più le persone a non interessarsi a questo tipo di economia. Questo tipo di attacco agli exchange, tuttavia, esiste realmente e ne avvengono diversi ogni anno; per quanto possa sembrare che si compiano dei passi avanti per fermare gli hacker, anche questi ultimi continuano ad affinare le tecniche con cui appropriarsi indebitamente dei fondi custoditi dalle aziende.

Questione di anonimato

La community di Twitter e di Reddit, due dei social network più in voga tra gli appassionati di monete crittografate, ha reagito in modi diversi. Da una parte c’è chi è felice di sapere che, grazie alla collaborazione tra exchange, può darsi che i fondi vengano restituiti a DragonEx. Dall’altra parte, trattandosi di un tema molto caro a chi si interessa di criptovalute, c’è chi fa notare un calo della privacy nelle transazioni.

Effettivamente ormai gli exchange sono diventati un polo di aggregazione per la maggior parte dei servizi connessi all’economia decentralizzata, non limitandosi più a mettere in contatto la domanda e l’offerta di token. I dati richiesti in fase di registrazione sono sempre di più, ed ora si rischia che una collaborazione di diverse realtà riesca a tenere traccia di tutte le movimentazioni di ogni persona. Se così fosse, per quanto potrebbe giovarne la sicurezza del sistema, quella filosofia del web libero ed anonimo che Bitcoin ha voluto rilanciare potrebbe diventare soltanto un lontano ricordo.

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