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IMF si toglie la maschera | CBDC saranno utilizzate per controllo popolazione

Il Fondo Monetario Internazionale continua nella sua battaglia contro Bitcoin e la Proof of Work, questa volta sulla base di questioni di carattere ambientale, ovvero di consumo energetico.

Una superficie d’attacco già utilizzata in passato da Greenpeace e più in generale dalla vasta fauna di detrattori di Bitcoin, che a nostro avviso (lo diciamo in apertura), nasconde sempre un doppio fine. Doppio fine che, con l’ultimo documento pubblicato da IMF, finalmente viene esplicitato. Trasformando quella che poteva sembrare una teoria del complotto in una dichiarazione di intenti politici.

IMF: PoW minaccia per l’ambiente

E sarebbe, vedremo poi perché, la parte meno interessante della relativamente lunga disamina che IMF offre nell’ultimo paper pubblicato. Ultimo in ordine temporale, ma sicuramente non meno importante anche per capire che tipo di policy sono in realtà promotori dalle parti di Washington. Policy che tra le altre cose spiegano ora piuttosto chiaramente anche gli attacchi a El Salvador e a qualunque altro paese si sia avvicinato a Bitcoin. Come sempre però procediamo con ordine.

  • PoW consuma troppo

E consuma troppo in particolare nel caso di Bitcoin. Vengono portati a sostegno della causa i soliti dati del Cambridge Center for Alternative Finance – dati che più volte sono stati messi in discussione perché troppo approssimativi e collegati ad una metodologia che fa acqua da tutte le parti.

Si ripete piuttosto stancamente l’enorme costo in termini energetici di una transazione in Bitcoin, che poi altrettanto misteriosamente non viene traslato, in termini di costi a chi quelle transazioni la effettua. In altre parole una transazione in Bitcoin avrebbe costi vicini al consumo di un appartamento per un periodo decisamente lungo, ma magicamente noi finiremmo per pagarla non più di pochi centesimi. Storia che tiene poco, anche tenendo conto del fatto che ai miner che ottengono l’autorità per aggiungere il prossimo blocco vengono corrisposti anche dei Bitcoin di nuovo conio.

IMF programma politico
Lapsus calami? No, programma politico

  • I sistemi PoS sono più ecologici

E anche questa l’abbiamo già sentita diverse volte anche da sistemi in chain come Algorand, che vi ha imbastito una campagna pubblicitaria contro Bitcoin e tanti altri che hanno interessi di tipo diverso affinché PoS prevalga. Ed è questo il sospetto che a questo punto è più che ragionevole avere, dato che della necessaria centralizzazione che è causata dai sistemi PoS non vi è traccia nel pur dettagliato documento.

L’aspetto però forse più pepato dell’intero paper riguarda le CBDC, ovvero le valute digitali delle Banche Centrali, tema caldo dell’ultimo anno e sul quale molte istituzioni starebbero puntando.

CBDC? Il top dell’ecologia

Basta arrivare a pagina 17 del paper – che possiamo scaricare qui – per capire cosa ci sia di tanto interessante in un euro digitale, oppure ancora in un dollaro digitale, se dovessimo scegliere una valuta più nelle corde del Fondo Monetario. Il primo punto a favore? Ovviamente il fatto che essendo potenzialmente su DLT, ma con permessi e dunque centralizzate, i consumi sarebbero estremamente più bassi.Ma per l’ecologia le CBDC potrebbero fare molto di più, ed è questo quanto si può leggere a pagina 17 del paper di IMF.

La programmabilità delle valute digitali (ad esempio gli smart contract) possono esseer di supporto a precise policy, come incentivi per comportamenti rispettosi dell’ambiente da parte degli utenti, nonché il calcolo dell’impatto ambientale.

In altre parole quello di cui avevamo sospettato sin dalle prime battute del movimento pro-CBDC e che ora viene messo, forse per la prima volta, nero su bianco. Ovvero la programmabilità delle CBDC potrà essere utilizzata per condizionare i comportamenti di chi sarà costretto, perché di libera scelta non si potrà parlare, ad utilizzare queste valute.

Il denaro smetterebbe di essere neutro e, certi di non apparire come esagerati, diventerebbe ulteriore strumento di controllo. Ne parliamo con Matteo Navacci in live sul canale YouTube di Criptovaluta.it.

Il tutto in una live concentrata su quelli che sono i temi più caldi – e dei quali si parla troppo poco – nel mondo cripto: privacy, stato e… libertà.

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