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La SEC conosce bene le criptovalute, meglio di quanto si pensasse

Ormai la regolamentazione delle criptovalute negli Stati Uniti è diventato un tema discusso quotidianamente nel settore. Per molto tempo gli appassionati di crypto si sono limitati ad ascoltare gli interventi, a favore o a sfavore di queste monete virtuali, da parte dei membri della SEC. La Securities and Exchange Commission è l’agenzia americana equivalente alla Consob italiana, ed è ormai chiaro che si tratti anche dell’ente a cui il governo statunitense intende delegare la regolamentazione del settore crypto.

I commenti contro le criptovalute da parte di membri autorevoli dell’agenzia sono sempre stati accolti con un certo sarcasmo. In qualche modo, gli appassionati del settore si vedevano come un mondo molto complicato da penetrare e lontano dai burocrati dei mercati finanziari tradizionali. Oggi, però, a fronte degli ultimi sviluppi sul tema ci troviamo costretti a riconsiderare la questione.

Considerazioni dopo il festival Fintech della SEC

Venerdì scorso si è tenuto un evento molto importante per il settore finanziario americano; si tratta del SEC Fintech Forum, una giornata dedicata all’innovazione nel mondo della finanza che ha visto, quest’anno, una partecipazione da protagonista del settore legato a blockchain. I membri dell’agenzia federale americana hanno partecipato con entusiasmo agli interventi di tutti, in particolare a quelli legati alle crittomonete.

Inizialmente si pensava che questa sarebbe stata un’occasione per aiutare i membri dell’agenzia a capire di più su questo mercato. Quello che è successo, invece, è l’esatto opposto: i portavoce della SEC si sono dimostrati molto preparati, talvolta più degli appassionati che hanno preso parte all’evento.

Illustri membri di questa organizzazione si sono distinti intervenendo su temi come airdropfork atomic swaps. Sono termini legati alle tecnologie più moderne del settore, molto lontani dalle basi di come funziona una blockchain.

I delegati della SEC hanno intrattenuto conversazioni a tu per tu con startupper ed investitori, entrando nei dettagli tecnici delle questioni e dimostrando una grande conoscenza della materia.

L’ex membro della SEC si scaglia contro le crypto

Nel weekend sono arrivati ulteriori sviluppi, anche più interessanti, da parte di un ex membro dell’agenzia garante delle negoziazioni di Borsa. Si tratta di John Reed Stark, che ha lavorato nella SEC per oltre vent’anni occupandosi di sicurezza informatica. In un’intervista a Law360, Stark ha parlato dei forti dubbi personali sulla credibilità delle monete virtuali.

Le sue dichiarazioni sono state molto pesanti, al punto da accusare le ICO e le IEO di essere soltanto specchietti per le allodole. Stark ha ridotto l’intero comparto dell’economia decentralizzata ad una truffa. Le sue dichiarazioni sono state fatte in nome proprio, ma ovviamente c’è il dubbio che si tratti di una posizione comune all’interno della SEC.

Un’arma a doppio taglio

Se non altro possiamo dimenticare tutte quelle accuse ai “burocrati”. La SEC conosce bene le criptovalute, sia per le implicazioni interessanti ed importanti che possono avere, sia per quanto riguarda i potenziali rischi. La padronanza dell’argomento non va più considerata come una variabile critica in vista della regolamentazione.

Detto questo, è chiaro che se ci sono ancora dubbi da dirimere prima dell’arrivo della regolamentazione è perché le criptovalute sono ancora viste come un rischio. Negli ultimi mesi l’agenzia federale ha diffuso molti avvisi agli investitori, indicando diverse truffe legate alle monete virtuali. Forse è proprio la paura di non riuscire a fermare questi schemi, neanche con la regolamentazione, a frenare l’avanzamento della stessa.

Per il momento possiamo soltanto attendere, ma questa volta con una presa di coscienza che ci dice che cosa attendere: non più che i regolatori capiscano, ma che si decidano sulla base di quanto hanno capito.

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