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La polizia indiana scopre nuova truffa multimilionaria sulle criptovalute

In un settore, quello delle criptovalute, che sta faticosamente cercando di trovare la sua credibilità anche tra i più scettici, ogni notizia di truffa e di frode contribuisce a gettare nuove ombre che ritardano una coerente implementazione dell’intero ecosistema digitale.

E così, le ultime notizie giunte dall’India in seguito a questo articolo del Times of India, dove le autorità di polizia hanno affermato di aver scoperto una presunta truffa multimilionaria sulle criptovalute, in grado addirittura di coinvolgere un promotore di BitConnect, sono vento sul fuoco delle polemiche del settore.

Il Dipartimento di investigazione del Gujarat, in India, ha accusato Divyesh Darji – un promotore di BitConnect, che però ha cessato le sue attività con l’operatore già nel gennaio dello scorso anno – di aver attirato molti investitori a impiegare i propri soldi in “Regal Coin”, un progetto che prometteva rendimenti fino al 5.000% annui sull’investimento in criptovalute come Bitcoin. Rendimenti irrealistici, così come irrealistici erano gli investimenti promessi da Darji, che infatti ha occultato il denaro raccolto presso i propri clienti.

Secondo il Dipartimento, Darji avrebbe avviato tali attività nel 2017, chiedendo ai potenziali investitori di acquistare criptovalute con un investimento a partire da 2 dollari, e rendimento di 100 dollari per ogni dollaro investito. Stando alla ricostruzione effettuata, Darji prometteva il primo pagamento degli interessi già entro 99 giorni, e un ulteriore bonus aggiuntivo progressivo, sulla base del tempo trascorso all’interno del programma di investimento.

Come ogni progetto di tale tipologia – invero, non certo l’unico nell’ecosistema di truffe che sfrutta la nomea di criptovalute per attirare nuove “prede” – la frode è stata preso scoperta dopo che un uomo che aveva investito oltre 25.000 dollari in Regal Coin ha sporto denuncia.

Purtroppo, non è questo il primo coinvolgimento di Darji nello stesso ambito. Già ad agosto dello scorso anno era stato arrestato per aver promosso BitConnect in maniera non lecita, e autopromuovendosi come responsabile indiano dell’operatore.

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