Secondo quanto è stato riportato da Coindesk, per l’ETF di BlackRock sarebbero diverse le società che starebbero trattando un ruolo da market maker. La notizia non sarebbe granché importante, se non fosse che tra le società citate ci sono anche gruppi importanti e che Bloomberg aveva ormai dichiarato lontani, anzi lontanissimi dal mondo crypto.
La notizia non è confermata, con la testata USA che cita fonti informate dei fatti e che non riporta conferme o smentite da parte dei diretti interessati. Si tratta comunque di Jane Street, di Vurt, di Jump e anche di Hudson River, società di un certo spessore e che confermerebbero al tempo stesso l’enorme interesse che questo prodotto sta riscuotendo.
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A volte ritornano
Ammesso che quanto affermato da Bloomberg in passato sia vero – cosa sulla quale non metteremmo la mano sul fuoco – sembra che l’ETF BlackRock su Bitcoin stia facendo tornare vecchie volpi di Wall Street sul mercato. Nello specifico si tratta di Jane Street e Jump, entrambe fuggite dopo il caso FTX, e anche di Virtu e Hudson River. Le società in questione, sempre secondo quanto riportato da Coindesk, sarebbero infatti in trattativa con BlackRock stessa per un ruolo da market maker.
Un ruolo che rende gli asset più liquidi – in cambio di piccole commissioni che moltiplicate però per i volumi importanti di certi asset permettono a tali player di guadagnare il necessario.
Si tratterebbe di un ritorno in pompa magna, dopo che almeno due dei player sopracitati si erano scottati con il caso FTX, decidendo pertanto per quello che oggi sembra un arrivederci, ma che pochi mesi fa veniva descritto come un addio.
Miracoli dell’ETF Bitcoin Spot spinto da BlackRock? Forse sì, o forse semplicemente si aspettava la chiusura di una ferita che è stata importante sia per gli appassionati, sia invece per chi professionalmente offriva servizi quasi invisibili, ma comunque necessari per il mercato.
Notizia ancora da confermare
CoinDesk, che ha un ottimo record per quanto riguarda l’affidabilità delle proprie notizie, conferma che si tratta di fonti informate dei fatti, senza che però siano rese pubbliche.
Per il momento le società coinvolte non hanno né smentito né confermato questo tipo di interesse, cosa che dunque lascia nel limbo questa notizia.