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Tasse cosa succede

Bitcoin e crypto: su tasse al 42% primi passi indietro del governo? La SITUAZIONE ora

Sul fronte tasse il Parlamento non sembrerebbe essere d'accordo. Bitcoin e crypto finalmente salvi?

Quanto avevamo anticipato nelle interviste e nelle rivelazioni sul tema negli scorsi giorni si sta materializzando. Non è ancora il momento di cantare vittoria, ma sembrerebbe che sul passaggio al 42% dell’aliquota sulle plusvalenze crypto non ci sia concordia, neanche tra la maggioranza. Mentre le opposizioni – con l’eccezione di Luigi Marattin temporeggia, sono diverse tra le forze di maggioranza a rendere la norma forse… morta.

La Lega – compatta secondo quanto ci ha raccontato Giulio Centemero – è compatta dai piani più alti a quelli meno alti del partito. E anche tra Fratelli d’Italia e Forza Italia ci sarebbero delle proteste, o comunque delle voci poco convinte.

Certo, siamo ancora in quella fase della discussione sulla Legge di Bilancio che prevede trattative, concessioni, passi indietro e accordi da mettere nero su bianco. Ma non abbiamo certamente ancora perso – e questo senza alcuna spintarella dalla cosiddetta società civile.

Le tasse della discordia: maggioranza poco convinta della “proposta di Leo”

Ci sono diversi gialli che si stanno consumando intorno alla proposta di aumento della tassazione sulle plusvalenze crypto e Bitcoin al 42%. Manca ancora il mandante – figura che diventa ancora più misteriosa a vedere quanto poco entusiasmo la proposta ha finito per raccogliere anche tra i banchi della maggioranza.

  • Lega

Da quanto ci ha raccontato l’On. Centemero, il partito è compatto per il no. Non c’è alcuna possibilità di vederlo a favore dell’aumento al 42%, per quanto non si sia ancora capito quale sia l’alternativa. Si è parlato – nella nostra intervista all’On. – di altre strade, che con ogni probabilità saranno chiare nei prossimi giorni. Aliquota intermedia? Oppure una divisione tra chi fa trading più speculativo e i detentori di lungo periodo? Per il momento rimaniamo nella fantapolitica e si dovranno attendere i frutti dei dialoghi tra le diverse forze di governo nei prossimi giorni.

  • Gli altri partiti di maggioranza

Per quanto manchino parlamentari fortemente interessati al tema, sembra che anche tra i banchi della maggioranza ci siano dei malumori. Non che siano necessari (basterebbe numericamente vedere la Lega effettivamente contro), ma è comunque un segnale della confusione che una norma che varrebbe solo 16 milioni di gettito ha finito per creare.

  • Opposizione

Non è maggioranza e quindi conta numericamente meno. Quel che sembra per il momento è che si stia temporeggiando, vuoi per lo scarso ascendente che questo tema esercita anche a quelle latitudini politiche, vuoi perché la maggioranza sta facendo tutto da sola – e vuoi perché, come ricorda Sun Tzu nel suo celebre Arte della guerra, sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità.

Quanta speranza c’è?

La finestra si è aperta e sui giornali cominciano a trapelare indiscrezioni riguardanti malumori e possibilità di passo indietro da parte della maggioranza.

Che sia l’iter che accompagnerà il 42% verso il mondo dei brutti sogni e delle proposte cassate dal Parlamento? Staremo a vedere. Servirà mantenere guardia e attenzione alte, perché per quanto c’è aria di battaglia vinta, la guerra potrebbe riservare altre sorprese.

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francesco
francesco
12 giorni fa

ma si è chiaro, l’hanno sparata grossa per poter comunque ottenere qualcosa (cioe un aumento al 33% piu o meno), dando però il contentino a tutti e facendo credere che 33% è meno di 42%… in pratica, oltre al 26% che stanno gia rubando ora col piu gran furto legalizzato al mondo (il capital gain), andranno a rubare un ulteriore 7%, che a loro non cambia assolutamente niente, ma che agli investitori cambia eccome. sono aperte le scommesse che andrà a finire cosi…