Il Regno Unito potrebbe vendere circa 5 miliardi di sterline in Bitcoin per far fronte a problemi di bilancio altrimenti – almeno sulla carta – irrisolvibili. Sarebbe questa la battaglia condotta in queste ore da Rachel Reeves, cancelliere e dunque nell’ordinamento britannico quanto di più vicino c’è al Ministro dell’Economia e delle Finanze in Europa Continentale.
La storia è stata riportata da The Telegraph qui e parla di piani già in fase avanzata, con l’Home Office che starebbe lavorando insieme alle forze di polizia per vendere una quantità certamente importante di bitcoin. Si tratterebbe infatti di circa 61.000 Bitcoin, ottenuti tramite sequestri legati a procedimenti penali non meglio specificati.
La mossa servirebbe ad alleviare problemi di bilancio importanti: il Regno Unito ha bisogno di rastrellare circa 20 miliardi di sterline (circa 23 miliardi di euro) entro l’autunno.
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Pressione su Bitcoin
La quantità di Bitcoin che saranno messi in vendita è importante. Ne sono 61.000 circa, che secondo quanto riportato da The Telegraph sarebbero stati ottenuti nel tempo dalle forze dell’ordine in procedimenti dove era impossibile la restituzione alle vittime – o dove non era prevista alcuna restituzione.
Ci sarebbe un piano per creare un quadro all’interno del quale organizzare le vendite. Vendite che ci sono già state in passato, anche se per quantità di Bitcoin assai ridotte rispetto a quelle che si vorrebbero vendere a mercato oggi.
- Quando avverrà?
Il tempo in realtà stringe e il sospetto è che quanto riportato da The Telegraph sia più un vorrei che un posso. La questione di bilancio è pressante – tant’è che come abbiamo visto sopra si dovranno trovare 20 miliardi di sterline per l’autunno – e non è chiaro quanto velocemente si potrà procedere senza perdere una parte significativa del valore rappresentato da quei Bitcoin.
Un curioso parallelo con l’oro?
Chissà se questa storia diventerà un sequel della sconsiderata vendita di quasi 400 tonnellate d’oro (il 58% delle riserve totali) avvenuta sempre nel Regno Unito tra il 1999 e il 2002.
Una vendita che è passata alla storia perché avvenuta su livelli di prezzo estremamente bassi – 275$ l’oncia circa – attraverso 17 aste che sono lì ancora a turbare i sonni di Gordon Brown, che allora era cancelliere – ovvero appunto al vertice delle finanze del Regno Unito.

Una vendita terribile per tempistiche – organizzative dal tempo per diversificare il portafoglio delle riserve e che continua a essere una sorta di barzelletta della quale chiunque bazzichi i mercati finanziari continua a ridere.
Errare è certamente umano. Chissà se si arriverà anche alla diabolica ripetizione dell’errore.
D’altronde di casi simili ce ne sono stati già diversi a tema Bitcoin. Su tutti quello delle vendite della Germania avvenute nel corso del 2024 quando Bitcoin valeva meno della metà di quanto vale oggi.
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