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Si chiama The Ether Machine, vuole sbarcare in borsa, e vuole partire con oltre 400.000 ETH in cassa. Il trend – che abbiamo già ribattezzato dei soldi facili – continua. E questa volta è tutto su ETH, con un rallentamento significativo di queste operazioni con collaterale in Bitcoin.
L’obiettivo è quello di sempre: accumulare ETH, metterli in staking (per guadagnare altri ETH) e raccogliere nel frattempo capitale a mercato per… comprare altri ETH. Scusateci le ripetizioni, ma è tutto qui: Ethereum al cubo, da accumulare allo scopo di averne sempre di più.
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Una macchina da Ethereum
Ethereum non è soltanto una blockchain. È il layer dove avviene la nuova economia nativa di internet. Questo è quanto tuona il sito ufficiale di The Ether Machine – nome piuttosto evocativo per un’impresa che però assomiglia a tante che abbiamo già visto svilupparsi negli scorsi giorni e nelle scorse settimane.
- Non solo accumulazione
L’obiettivo, sempre a leggere quanto si trova sul sito ufficiale, non è quello di essere attori passivi. Si vuole infatti fare staking, fare restaking e anche partecipare in modo attivo all’ecosistema. Anche al fine di aumentare l’adozione.
È una costruzione attiva di infrastruttura, che è progettata per i mercati regolamentati, allineata con l’etica aperta di Ethereum e che è sostenuta da capitale con alto livello di convincimento.
- Chi c’è nel team?
Per ora sono listati nel team Andrew Keys, insieme a David Merin, Jonathan Christodoro e Tim Lowe.
Quanto si vuole raccogliere?
Ci sarà un contributo di Andrew Keys per 169.984 ETH (controvalore attuale di 645 milioni di dollari), con un finanziamento aggiuntivo di 800 milioni di dollari da parte di diversi investitori del settore crypto.
Da Blockchain dot com a Kraken, passando per Pantera Capital e Electric. Hanno partecipato alla raccolta di capitali anche 1Roundtable Partners e Archetype.
Si partirà dunque con delle somme investite già sostanziali, che verranno poi reinvestite in staking e restaking, al fine di ottenere il massimo in termini di rendimenti.
L’obiettivo dichiarato è quello di diventare da subito la più grande società quotata in borsa con detenzioni in Ethereum. Competizione che oggi è già arcigna e che però – se i numeri di cui sopra saranno confermati – potrà essere battuta.
Tutti gli occhi (e i denari) su Ethereum
La corsa è di quelle importanti per Ethereum, anche in termini di prezzo. A rinforzare un sentiment molto positivo ci sono numeri comunque inequivocabili.
Nel corso delle ultime giornate di trading gli ETF su ETH hanno addirittura battuto quelli su Bitcoin:
| Giorno | Ethereum ETF | Bitcoin ETF |
|---|---|---|
| 18 luglio | +402,5 milioni di dollari | +363,5 milioni di dollari |
| 17 luglio | +602,0 milioni di dollari | +522,6 milioni di dollari |
| 16 luglio | +726,6 milioni di dollari | +799,4 milioni di dollari |
| 15 luglio | +192,3 milioni di dollari | +403,1 milioni di dollari |
| 14 luglio | +259,0 milioni di dollari | +297,4 milioni di dollari |
I dati degli ultimi giorni a New York
Numeri importanti e che confermano in realtà come Ethereum sia al centro non solo delle operazioni di società che vogliono quotarsi, ma anche dei veicoli forse più istituzionali per investire.
Il trucco dei soldi infiniti?
Qualcuno tra i più cinici dei nostri lettori riterrà la Machine una fotocopiatrice. Non perché non siano reali gli Ethereum che comprerà o che ha già accumulato (sono veri, sono verificabili), ma perché queste iniziative sono accolte con così tanto entusiasmo dagli investitori da moltiplicare la capitalizzazione di mercato delle società quotate rispetto alle effettive detenzioni crypto.
Un meccanismo che in bull market o comunque in una fase di grande attenzione per il mercato crypto contribuirà alla crescita di raccolta di capitale.
