La blockchain di Aptos stenta a crescere nel settore DeFi, con un’evidente difficoltà a recuperare lo slancio che aveva accompagnato il progetto per tutto il 2024. In quell’anno Aptos ha incrementato il suo TVL di oltre 10 volte passando da $116 milioni fino al top dei $1,26 miliardi, ma poi la strada si è rivelata tutta in salita, o meglio dire in discesa secondo la prospettiva del grafico.
Da qualche mese infatti l’atteggiamento degli investitori sembra essere orientato alla distribuzione, con una graduale uscita dei capitali sia dal token APT che dalla chain. Ci sono però allo stesso tempo alcune metriche on-chain che promettono bene, e che ci fanno essere più ottimisti di quanto dovremmo essere.
I fondamentali non cambiano ed Aptos resta un’ottima tecnologia: serve solo una scintilla per far ripartire tutta la giostra, e guardando bene ai dati, forse potrebbe essere appena arrivata. Vediamo più nel dettaglio di cosa stiamo parlando.
Aptos: il gigante addormentato della DeFi
All’epoca del suo esordio nello spazio blockchain, si erano spese bellissime parole su Aptos da parte degli addetti ai lavori. La sua architettura è considerata ancora oggi una delle più brillanti, grazie ad un modello di esecuzione parallela (Block-STM) che porta una grande capacità di scalare, e un macchina virtuale più snella rispetto all’EVM di Ethereum.
Si parla ancora dell’obiettivo immenso di portare Aptos a processare più di 160.000 TP/s reali, con nuove ottimizzazioni e un potenziamento a livello hardware. Con questi presupposti, ci dovremmo aspettare una chain in continua crescita e una certa attrattività agli occhi degli investitori. Invece il grafico del TVL è questo.

Come accennato prima, c’è stata in realtà un’ampia espansione durante il 2024, ma poi il gigante si è addormentato. Dal top di dicembre dello scorso anno, perde circa il 30% dei capitali bloccati in rete, colpa ovviamente anche di una price action ribassista del token APT, ma non è tutto qui.
Anche osservando l’andamento degli indirizzi attivi, capiamo che effettivamente qualcosa che non va. L’interesse per Aptos sembra essere in discesa, con quasi 1 milione di address che hanno abbandonato la catena negli ultimi 7 mesi. Le transazioni sono in calo, e manca quel fattore di coinvolgimento che ha fatto da driver durante l’ultima corsa al rialzo.

Qualcosa inizia a muoversi: volumi DEX in crescita
Dopo aver osservato il bicchiere mezzo vuoto, cerchiamo di cambiare prospettiva e guardare anche quello mezzo pieno. Non sta andando tutto a rotoli su Aptos: c’è ancora una base on-chain abbastanza solida, da cui si potrebbe ripartire ed attirare nuova attenzione da parte del pubblico.
Un dato in particolare che suggerisce una possibile rinascita all’orizzonte è quello dei volumi DEX. Quando su una chain si iniziano a muovere parecchi capitali sulle piattaforme decentralizzate, allora significa che l’interesse sta tornando, e che ci sono dei driver che attirano le negoziazioni degli utenti.
Ecco, proprio negli ultimi mesi, mentre il TVL di Aptos ha intrapreso una traiettoria ribassista, la metrica dei volumi su DEX è andata controcorrente. Dal Q1 al Q2 c’è stata una notevole crescita degli scambi, trainata soprattutto dai successi dei protocolli Hyperion e ThalaSwap V2. In totale siamo passati dai $2,2 miliardi fino a superare i $9 miliardi. Solo a luglio sono state processate operazioni per $5,7 miliardi, il dato migliore di sempre per la rete.

Stablecoin in aumento su Aptos: si sonda il terreno
Un altro motivo per essere ottimisti risiede nell’indicatore della capitalizzazione stablecoin, anch’esso in controtrend rispetto al calo generale del TVL. Nella prima metà del 2025, il numero di monete stabili che sono entrate all’interno dell’infrastruttura è aumentato dell’86%.
Un boom che ha portato la market cap complessiva della categoria a $1,2 miliardi, un numero ben maggiore rispetto al controvalore degli altri asset depositati sui protocolli. La stablecoin più diffusa su Aptos è attualmente USDT, con $825 milioni, seguita da USDC con $291 milioni, ed altre monete più piccole

Questo non è un dato da poco: più cresce la presenza di stablecoin in una rete, più ci sono i presupposti che quella liquidità venga spesa per comprare asset speculativi nativi, come appunto APT. Questo accenderebbe un clima di fiducia, innescando una spirale che porterebbe nuovi investimenti, un ritorno di fiamma del TVL e una nuova fase di fermento per l’intero ecosistema.
Ovviamente questo non è un passaggio immediato e imprescindibile: non c’è una legge matematica che leghi la circolazione di stablecoin con la crescita di una chain, ma è comunque una condizione bullish, che spesso anticipa una fase di up.
Aptos spinge forte anche sugli RWA
L’ultimo dato che ci alimenta uno spiraglio di luce per Aptos, e che ci porta ad essere speranzosi per il prossimo futuro della catena, è la crescente attività sul fronte degli asset del mondo reale. Per distinguersi, qualche infrastruttura ha deciso di tuffarsi nel settore RWA, puntando a posizionandosi come piattaforma ideale per lo sviluppo di beni tokenizzati,
Aptos è una di queste, essendo diventata in breve tempo il terzo network più grande in termini di valore tokenizzato tramite RWA, dietro solo a ZkSynce Era ed Ethereum. Complessivamente circa $720 milioni si trovano ora su Aptos, un dato in crescita del 32% negli ultimi 30 giorni, di cui la maggior parte in segmenti come il Private Credit e gli U.S Treasuries.

È chiaro dunque che su Apots c’è ancora parecchia carne sul fuoco. Le narrative da cavalcare ci sono, i fondamentali sono ottimi, e l’attività on-chain ancora tutto sommato allegra. Ciò che manca è invece la fiducia degli investitori sul token APT, reduce da performance a dir poco disastrose dalla fine del 2024.
Non appena tornerà anche quella, verosimilmente se e quando partirà la tanto attesa alt season, possiamo aspettarci che tutta la baracca riprenderà a sorridere e a spingere come aveva fatto nel 2024.
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