Outflow PESANTI su Binance: -$3.7 MILIARDI in 7 giorni – che sta succedendo?

Potete stare tranquilli: Binance sta bene e non c’è nessun rischio di insolvenza o bank run, almeno per ora. Ci risulta tuttavia molto ambiguo come l’exchange più grande al mondo in termini asset in gestione e di volume spot/futures stia sperimentando un grande outflow negli ultimi 7 giorni, con circa $3,7 MILIARDI in uscita, in una situazione che non sembra invece toccare particolarmente gli atri top exchange del settore.

I dati da cui emerge questo grosso valore provengono da Coinglass, rispettabile piattaforma di analisi per derivati on-chain, spesso utilizzata come riferimento per monitorare i flussi di capitale e l’attività sui mercati futures. Che diavolo succede a Binance? Come dobbiamo interpretare questo ouflow? In questo articolo trovi tutte le risposte.

Forti flussi in uscita da Binance

In una giornata già complicata di suo in quel di Binance a causa di alcuni rumors (non confermati) che criticano i criteri di listing del famoso crypto exchange, arrivano dei dati che lasciano di stucco un po’ tutta la community. Negli ultimi 7 giorni, finestra temporale in cui è inclusa anche la difficile sessione di venerdì 10 ottobre, il leader degli scambi centralizzati ha visto fuoriuscire la bellezza di $3,7 miliardi. 

Come anticipato sopra, non è una somma che mette in pericolo le attività ed il benessere del broker, essendoci altri $188,5 miliardi di asset in gestione sopra i vari indirizzi a esso associati. Resta comunque un dato alquanto negativo, se pensiamo che gli altri exchange competitor non hanno registrato fughe simili, con talvolta anche degli inflow positivi come nel caso di Bybit, Bitfinex e Kucoin.

I crypto-bro più scalmanati avranno sicuramente gridato allo scandalo guardando quel dato di -$23 miliardi nella voce “Value Changed (7d)”. Noi che abbiamo una visione più attenta ed oggettiva delle cose ci teniamo a specificare che come metrica si riferisce al controvalore di tutti gli asset in gestione, su cui dobbiamo tenere conto del crollo della scorsa settimana.

Tutti i CEX infatti, nessuno escluso, ha segnato un “value changed” negativo nell’ultima settimana. Ma solo Binance ha visto un flow negativo così marcato. C’è qualcosa che non va?

Grossi prelievi di BTC ed ETH

Il dato più emblematico che sta attirando la nostra attenzione riguarda alcuni deflussi di BTC da Binance, con volumi che hanno toccato cifre alquanto significative. Solo ieri dal più grande exchange al mondo sono usciti oltre 5.200 BTC, pari ad un controvalore di circa $580 milioni, considerando la differenza tra depositi e prelievi netti. Parliamo della quarta peggior giornata da inizio anno, nonché della più vasta uscita di sats negli ultimi due trimestri

In totale, se contiamo gli ultimi 7 giorni, il netflow negativo supera i 14.000 BTC, pari a $1,57 miliardi. Anche nei giorni precedenti, per quasi tutto il mese di settembre ed i primi di ottobre, l’outlook rimane colorato di rosso, con decisamente più outflow rispetto agli inflow.  Tra l’altro, possiamo osservare lo stesso pattern su Ethereum, con una media di -25.000 ETH al giorno, cifra che sicuramente non sta piacendo agli altri piani di Binance.

Anche i dati Arkham Intelligence confermano questo trend di uscita che sarà sicuramente oggetto di una grande attenzione da parte degli analisti, incluso verosimilmente anche un utilizzo improprio di molti influencers su X.

Per quanto riguarda la situazione stablecoin, non sembrano esserci grandi sorprese: ieri +$870 milioni tra tutte le stablecoin ERC-20, di cui una buona parte forse utilizzata per acquistare il dip. Il 12 ottobre però, c’era stata una fuga di $480 milioni, da attribuire probabilmente alle tensioni commerciali tra Cina ed USA, poi raffreddate dalle affermazioni di J.D. Vance.

Come interpretiamo questi dati?

In genere, un netflow negativo di asset come BTC ed ETH su exchange è visto come un dato positivo nell’analisi on-chain, perché significa che gli investitori stanno accumulando monete spostandole su wallet privati. Si tratta di una logica molto comune tra le whale, che chiaramente preferiscono comprare su piazze con maggiore profondità, e detenere in prima persona senza rischi di controparte.

In questo caso il discorso è leggermente più complesso perché tale ipotesi non trova conferma nei movimenti degli altri exchange, che come detto prima non registrano outflow così corposi.

A prima vista, il ragionamento che ci sembra più coerente sembrerebbe essere un’uscita dovuta a una crisi di fiducia interna da parte di qualche grosso trader rimasto scottato dopo il crollo di venerdì scorso. Su Binance infatti i prezzi degli asset hanno toccato minimi molto più bassi rispetto ad altri exchange, sulla carta “meno liquidi”, cosa che avrebbe fatto scattare liquidazioni ingiuste, oltre a vari downtime.

Detto ciò non possiamo empiricamente confermare questa interpretazione, che rimane una lettura più qualitativa che quantitativa, influenzata dal sentiment che si respira su X nelle discussioni a tema Binance.

C’è qualcosa da temere?

Per il momento non ci sono campanelli d’allarme. $3,7 miliardi non sono di sicuro un problema per un colosso che gestisce quasi $200 miliardi, e sono ben altri i numeri che possono mettere in ginocchio una macchina come quella di Binance. Rimaniamo comunque in fase di monitoraggio per vedere come evolverà la situazione nei prossimi giorni.  

Se volete comunque dormire sonni tranquilli, la scelta più sicura rimane sempre quella di detenere crypto in self-custody.