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UE: centralizzare controllo mercati (anche crypto). C’è OK di BCE, ora tocca a Commissione

Uno sforzo per concentrare il controllo dei mercati in capo all'UE.

La Commissione Europea starebbe preparando dei piani per allargare la supervisione centrale sull’infrastruttura dei mercati azionari e crypto – secondo quanto è stato riportato da un recente scoop di Financial Times. Si tratterebbe, sempre secondo quanto riporta il giornale statunitense – di un piano teso a armonizzare il funzionamento dei mercati di capitale e rendere quelli europei più competitivi.

Il modello sotto accusa è quello che vede un’Europa che viaggia a due velocità: quella delle istituzioni europee e quella delle authority nazionali. L’obiettivo sarà quello di avere una singola authority di vigilanza e di controllo dei mercati, ricalcando il modello di SEC negli Stati Uniti. A sostenere tale mossa ci saranno sia l’attuale governatrice di BCE, Christine Lagarde, sia Mario Draghi, che pur non avendo incarichi formali gode ancora di grande autorevolezza ai massimi livelli delle istituzioni europee.

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Una SEC europea

Il modello statunitense è diverso da quello europeo. SEC si occupa di vigilare sul mercato dei titoli finanziari per tutto il Paese a livello federale, con le autorità statali che hanno invece un compito residuale. I titoli che sono quotati presso le borse devono ricevere autorizzazione e sono sottoposti alla vigilanza di SEC, uniformando i requisiti necessari per quotazione, operatività e più in generale in termini di rispetto delle leggi federali sulle security.

Lo scenario europeo è enormemente più frammentato: le autorità nazionali sono frammentate, spesso in conflitto e non è raro vedere operatori – nel mondo crypto come sui mercati finanziari tradizionali – operare in contrasto tra loro. Non è raro neanche vedere intermediari che possono operare in uno dei paesi europei e non in un altro, nonostante le licenze siano dotate di passaporto automatico. Sarebbero questi e altri problemi ad aver spinto – secondo quanto riporta Financial Times – la Commissione Europea a spingere per una soluzione unica e centralizzata – che sarà proposta a dicembre e che godrebbe già di importanti appoggi.

Sarebbero infatti favorevoli sia Christine Lagarde sia Mario Draghi, così come starebbero esplorando l’idea (con atteggiamento aperto e possibilmente favorevole) sia la Francia che la Germania. Italia – almeno nelle ricostruzioni, è assente. Resistenze invece da parte dell’Irlanda e del Lussemburgo – i centri finanziari più importanti dell’Unione Europea che proprio sulla discrepanza tra sistemi nazionali hanno costruito parte della propria attrattiva.

L’idea che circola ora è la possibile espansione delle attribuzioni di ESMA, o comunque l’attribuzione del carattere di decisione definitiva agli interventi di ESMA per dirimere controversie tra diverse autorità nazionali – o tra autorità nazionali e livello europeo.

La questione per il momento non sembrerebbe piacere granché al mondo crypto: Financial Times cita un non meglio precisato exchange europeo che si è dichiarato scettico dei benefici e preoccupato per eventuali invasioni di campo da parte di ESMA, nonché di costi aumentati di compliance.

La questione dovrebbe comunque essere discussa pubblicamente a partire dal mese di dicembre, quando diventerà più chiara la quantità di sostegno sulla quale potrà contare.

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