Secondo quanto riporta Laura Serafini su Il Sole 24 ore – le banche italiane riunite in ABI avrebbero avanzato delle richieste aggiuntive per quanto riguarda l’euro digitale e la sua implementazione. La più restrittiva sembrerebbe essere quella dei 1.000€ di tetto massimo, soglia molto vicina alla parte bassa della forbice indicata dagli studi di BCE, che indicavano la possibilità di avere un massimo di detenzione tra i 500€ e 3.000€.
In aggiunta le banche italiane vorrebbero una gestione diretta degli applicativi che saranno utilizzati per gestire la moneta – e non fare affidamento su una App centralizzata e gestita da BCE. In ultimo rimane il non indifferente nodo delle transazioni offline – con una soluzione tecnica che ancora non esiste e che va dall’utilizzo di una carta separata dotata di chip – all’utilizzo dello smartphone. Entrambe soluzioni però che alle banche italiane sembrano più un problema che vie percorribili.
ABI: ok euro digitale, ma…
È un ok condizionale. ABI infatti vorrebbe un limite da 1.000€ massimo a wallet – ammesso che si possa chiamare così – e altre rassicurazioni per quanto riguarda la gestione diretta dei canali di interazione con il sistema euro digitale. Sembra dunque più un no che un sì, almeno a scorrere la lunga serie di condizioni che ABI vorrebbe porre.
Non è da sola, perché il coro delle altre banche europee sembrerebbe cantare almeno sulla stessa musica, segno che le rassicurazioni di Cipollone, BCE, non hanno rassicurato granché i massimi vertici del settore bancario europeo e italiano.
Ok, ma perché un limite?
Perché le banche vivono (anche) di depositi e il patto tacito che fa funzionare il sistema bancario – da BCE alle banche private – prevede che le banche siano di fatto oligopoliste del settore depositi, che poi reinvestono per guadagnare.
O almeno questo è il funzionamento del sistema – tagliandolo con l’accetta. E quindi via di limiti: c’è chi vuole 3.000€ massimo di detenzioni, chi 1.000€, chi 500€. Data l’aria che tira – senza scomodare il buon Parenzo – ci sono ottime probabilità che l’euro digitale non possa essere utilizzato neanche per comprare un iPhone o un computer. O una vacanza.
Per una valuta che in tanti avevano venduto come arma per l’espansione extra-UE dell’euro (o almeno così sembrerebbe, a leggere tanti professori), un punto di partenza un po’ deludente.
Ora comincia la battaglia
Si diceva un tempo che quanto sono troppi i galli a cantare, è assai difficile che si faccia giorno.
L’euro digitale dovrà cercare di mettere d’accordo BCE, banche private e una cittadinanza che potrà votare soltanto per interposta persona. Con l’aria che tira in Europa (e con l’estrema affezione per il contante che c’è in certi paesi, non solo in Italia) servirà un sortilegio in grado di incantare tutti i soggetti coinvolti.
Chiedendo in presto altra saggezza dei tempi che furono, il cero si consuma e la processione non cammina: il 2026 sarà l’anno cruciale per vedere approvate le leggi che renderanno l’euro digitale possibile nel 2029.
Ogni ritardo renderà ancora più lontano l’arrivo di una tecnologia monetaria nata a Francoforte e che potrebbe morire prima di lasciare la pur splendida città tedesca.
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sempre i soliti con quelle manaccie, ma per piacere nel 2029 non servira euro digitale, si accetterano qualsiasi stable e altro, che cazzo serve sto euro digitale, cmq il contante non dovra mai sparire servira sempre, ma col passare del tempo ognuno accettera quello che gli pare in digitale, il baratto digitale perfetto , occhio che appena sono entrati hanno gia scombussolato un intera narrativa,
Serve per mettercelo in quel posto… ecco a cosa serve
Alla fine, ammesso che mai sarà approvato, sarà di “utilizzo” minimo
Il dibattito sul tetto di detenzione dell’Euro Digitale, richiesto dalle banche italiane, è la prova che l’Europa ha fallito nel comprendere lo scopo della finanza digitale moderna.
L’Euro Digitale non è un settlement layer per i mercati, ma un sostituto del contante digitale. Non è pensato per l’investimento o per il movimento di capitale istituzionale.
La logica è semplice, l’Europa non può competere nel settlement dei titoli tokenizzati con un prodotto senza rendimento e con un tetto massimo di detenzione.
Se il capitale finanziario ha bisogno di un’infrastruttura digitale per muovere asset complessi, e l’unica alternativa sovrana si auto-limita, quel capitale sarà costretto a migrare verso rail di settlement esteri che offrono scalabilità e, soprattutto, un yield competitivo.
Questa non è una scelta, ma una costrizione logistica. L’Europa deve decidere se vuole proteggere il proprio sistema legacy o costruire un settlement rail in Euro capace di gestire il futuro.
Moneta digitale per controllo capillare e biometrico del popolo inconsapevole.
Alla fine pare che avrà una portata molto limitata
Momentaneamente, poi chiesto a gran voce dalla massa ammaestrata come i cani di Pavlov, diverrà obbligatorio.
Perdonerete la domanda posta da un incompetente come me, la funzione prioritaria dell’Euro digitale non dovrà essere quella di competere con i sistemi di pagamento elettronico statunitensi tipo Visa, Mastercard, ecc ?
Sì, ma fino a un certo punto