La settimana che sta andando in chiusura conferma che, in un novembre complessivamente negativo, gli asset che hanno accusato i ribassi più profondi sono le crypto. I mercati azionari tradizionali e le principali commodities, con oro e argento, invece hanno mantenuto una tenuta decisamente superiore.
Le crypto: l’asset più debole di novembre
Le pressioni osservate in questi giorni derivano da fattori differenti e proviamo a fare una panoramica dei principali che hanno caratterizzato la settimana e che con buona probabilità influenzeranno anche le prossime. Ciò per contestualizzare il quadro operativo con elementi non grafici.
L’impatto dello shutdown statunitense
Nel weekend si era trovato un accordo che ha posto fine allo shutdown, ma la chiusura del governo ha lasciato conseguenze pesanti. Le stime parlano di perdite pari a 1,5 miliardi per ogni settimana di blocco, con un impatto stimato tra l’1,20% – 1,50% sul PIL del quarto trimestre. È atteso che questa contrazione venga in buona parte recuperata nel trimestre successivo. Perdita di 60.000 posti di lavoro in ambito federale che non verranno rintegrati.
Il ritorno al rilascio dei dati macroeconomici, anche se in modo irregolare, accompagnerà la settimana entrante. Tra i principali appuntamenti ci saranno i non-farm payroll e il tasso di occupazione.
Fed Watch e inversione delle aspettative sul taglio dei tassi
Tuttavia, l’elemento più preoccupante, e che ha maggiormente destabilizzato i mercati, riguarda il possibile cambio di orientamento della Fed sul taglio dei tassi di dicembre. Fino alla scorsa settimana questa decisione era considerata quasi scontata, con una probabilità superiore all’80%, mentre ora le aspettative si sono ridotte attorno al 50%.
Il grafico allegato mostra il brusco ribaltamento delle aspettative sui tagli della Fed. Dopo settimane in cui il mercato prezzava con decisione un allentamento monetario, le probabilità si sono rapidamente ridotte: il taglio dei tassi è ora stimato al 44,4%, mentre il mantenimento dell’attuale range sale al 55,6%. L’inversione riflette dati macro disomogenei e il timore di un cambio di tono da parte della Federal Reserve.
Per un approfondimento vi rimandiamo all’articolo: Crollo per crypto e Bitcoin? Replica 1:1 dei mercati finanziari. FED spaventa tutti
Crypto in calo e Bitcoin sotto i 100.000$
Le tensioni hanno colpito soprattutto le crypto. Bitcoin è stato coinvolto direttamente, perdendo la soglia dei 100.000$ dopo sei mesi consecutivi di chiusure sopra questo livello. Attualmente quota 96.000$ ed in calo a novembre del 12,40%. Perde ancora di più Ethereum con un -19% e con quotazione di 3.180$. Il settore delle altcoin è ancora più penalizzato nel contesto attuale.
Indici azionari con differenze significative

In allegato riportiamo una panoramica dei principali indici: S&P 500, Nasdaq e Dow Jones. Tutti mostrano una contrazione da inizio novembre, ma tra i tre il più solido è il Dow Jones, sostenuto dal ritorno della old economy. Crescono invece le preoccupazioni sulla sostenibilità degli investimenti in AI, identificati come “capex“ ( investimenti in conto capitale). Pertanto in questa fase i titoli tecnologici, con il Nasdaq, sono più esposti in questa fase.
A livello obbligazionario ha ritracciato anche il T-Note del -0,51% ( YMZ2025), il titolo decennale americano, con un nuovo rialzo dei rendimenti.
L’oro guida la performance di novembre
Dal grafico emerge chiaramente che l’asset più forte da inizio novembre è l’oro. È in crescita del 2% e all’ultima quotazione registrata venerdì si attesta a 4.094 dollari l’oncia.

In una settimana sostanzialmente negativa per la maggior parte degli asset, l’oro è l’unico a chiudere in territorio positivo. Il rialzo è sostenuto da diversi fattori, tra cui gli acquisti delle banche centrali. La Cina continua a ridurre l’esposizione ai Treasury USA non rinnovando più i titoli in scadenza e reindirizza la liquidità verso l’oro.
Il secondo Stato più attivo negli acquisti è la Polonia, spinta da ragioni diverse rispetto alla Cina. La motivazione è sul piano geopolitico e alle tensioni con la Russia.
Oro: congestione, rimbalzo e falso breakout
Il grafico dell’oro mostra che, dopo l’ATH del 20 ottobre a 4.397$ l’oncia, ha avviato una fase di contrazione scendendo sotto a un minimo di 3.901$. Nei giorni successivi ha creato una congestione da dove ha rimbalzato con falso breakout dei 4.150$.
Da un punto di vista tecnico, una nuova fase ribassista ripartirebbe con chiusure inferiori ai minimi di 3.940$.
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Il mercato degli aristocratici ha tenuto bene e direi che le prospettive sull’argento sono molto positive, per quel che riguarda l’oro lo tengo sia in cassaforte che in ETF qualsiasi sia la quotazione ma solo per il piacere di tenerlo. Per il mercato cripto a farla da padrone ci sarà sempre il metodo in cui decidiamo di impostare la nostra strategia dato che è un mercato che sale e scende, sale e scende, sale e scende, sale e scende, sale e scende, sale e scende, sale e scende , sale e scende , sale e scende, sale e scende ok mi sono stancato. ciao