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Aave si trasforma in una BANCA, ma punta più in ALTO: la DeFi alza l’asticella!

Aave la sta toccando pianissimo...

Sin dagli albori dei primi sviluppi della DeFi, c’è sempre stata quella volontà da parte del settore di porsi come alternativa in grado di rimpiazzare gli istituti bancari tradizionali. Non ci siamo tuttavia mai riusciti in senso stretto, ed ancora oggi troviamo delle forti barriere che separano l’esperienza nativa crypto da quella bancaria e che rendono impossibile (o molto scomodo) utilizzare solo ed esclusivamente le tecnologie decentralizzate nella vita quotidiana.

Quello che però sta costruendo il protocollo Aave negli ultimi anni, sembra ridurre sempre di più questo gap, portando l’esperienza utente verso un modello che ricorda da vicino quello delle banche…senza rinunciare chiaramente ai vantaggi della custodia personale. Il lancio della sua App sull’App Store di Apple con l’incentivo di un rendimento del 5% sui depositi ed una protezione fino a $1 milione, va esattamente in questa direzione. La DeFi cambia passo, ed inizia così a competere sul serio, anche se solo ideologicamente, con la TradFi.

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Aave lancia app per i boomer: passo in avanti verso il mainstream 

Vi abbiamo già anticipato di questa notizia pochi giorni fa: il protocollo DeFi di lending Aave, è sbarcato sull’App Store come applicazione mobile scaricabile da tutti i normies della finanza, con una futura espansione prevista anche nei marketplace Android. Si tratta di un passaggio che rende di fatto disponibile l’accesso alla piattaforma anche a chi non è pratico con wallet e strumenti del mondo crypto, e che permette a tutti di guadagnare un interesse del 5% base, decisamente più alto rispetto quello offerto dai conti deposito tradizionali.

L’applicazione supporta il metodo di deposito fiat con oltre 12.000 banche e carte di debito abilitate, oltre chiaramente a stablecoin direttamente dal wallet. In questo modo Aave, da sempre accessibile esclusivamente dalle retrovie della DeFi, esplora una nuova fetta di pubblico posizionandosi come possibile strumento alternativo per il risparmio domestico.

Oltretutto, al di là dei tassi nominali mediamente più vantaggiosi, l’App su Aave offre anche un’assicurazione sui depositi dei singoli clienti fino ad $1 milione. Una cifra decisamente più alta rispetto al programma dei depositi USA della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), che copre fino a $250.000, e ancor più importante se paragonata al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) in Europa che garantisce solo fino a €100.000.

Aave insurance
Protezione depositi AaveFonte dati: https://aave.com/app

Aave diventa un’App di risparmio

Aave è nata, ed è tutt’oggi operativa in qualità di money market, ossia di piattaforma che permette agli utenti di prendere in prestito asset in crypto partendo da un collaterale. I tassi di interesse sul lending e sul borrow dipendono essenzialmente da un meccanismo algoritmico che si basa sul rapporto di utilizzo interno tra gli asset di una pool: più un asset viene preso in prestito, più aumenta il tasso pagato dai borrower e, di conseguenza, il rendimento riconosciuto a chi deposita.

Le banche tradizionali sfruttano invece un modello di determinazione dei tassi differente, che si basa più verticalmente sul concetto di costo del denaro, con tassi sui mutui, depositi e prestiti (oltre a strategie commerciali), che sono vincolati dai funds rate di BCE, FED ed altri enti centrali. Queste dinamiche influiscono in un certo senso anche i tassi di Aave, ma il meccanismo rimane fondamentalmente diverso.

Ciò che conta, è che Aave ora come ora offre condizioni più vantaggiose per il target dei risparmiatori, che possono guadagnare di più, godendo di una copertura assicurativa maggiore. Con i boost offerti tramite referral, si arriva anche al 6,5% di APY,  rendimento nettamente superiore rispetto a quello offerto dalle controparti tradizionali quali fintech e banche.

Tassi vantaggiosi Aave
Tassi AaveFonte dati:https://aave.com/app

Margine NIM più basso rispetto alla TradFi

Come osservato dall’analista Jack Mandin di Blockworks Research, uno dei motivi per cui Aave riesce a offrire rendimenti competitivi è la sua struttura di intermediazione estremamente più snella rispetto a quella delle banche tradizionali. Nel sistema delle banche commerciali il rendimento riconosciuto ai depositanti è infatti solo una piccola parte del valore generato, con il resto viene assorbito da una vasta gamma di costi relativi a  filiali, personale, compliance e quant’altro.

Aave, al contrario, elimina gran parte di questa intermediazione, e riesce ad offrire un margine di interesse netto (NIM), ossia la quota di interessi del mutuatario trattenuta dalla piattaforma, più basso. In media questo valore per gli istituti di credito tradizionali oscilla attualmente tra il 3%-3,5% (dati Fed St.Louis), mentre su Aave è stato storicamente compreso tra lo 0,3% e l’1,3%.

NIM tradfi
NIM banche commercialiFonte dati: https://twitter.com/JackMandin

Per chi deposita è ovviamente più vantaggioso operare dove vi è un NIM basso, ossia dove la maggior parte dello spread sui prestiti viene fornita a chi fornisce liquidità, e non catturata come margine operativo dalla piattaforma.

Aave è già delle stesse dimensioni di una banca medio-grande negli Stati Uniti

Qualcuno potrebbe pensare forse che Aave, in qualità di piattaforma DeFi, non abbia la stessa scala o solidità percepita di un istituto bancario tradizionale. In realtà, se dovessimo paragonarla ad una banca, sarebbe al 49esimo posto negli USA per AUM dei depositi dei clienti, con $42,39 miliardi di valore bloccato, poco sopra la Umpqua Bank, e appena sotto la CIBC Bank.

Questi sono dati aggiornati al 6/30/2024 secondo gli archivi del Federal Deposit Insurance Corporation.

depositi AUM
Classifica banche USA per depositiFonte dati: https://banks.data.fdic.gov/

Insomma pare evidente che la DeFi non è più un gioco come lo intendevano qualche anno fa. Aave è ormai allo stesso livello di molti istituti rispettabili del panorama statunitense, almeno in termini di dimensioni del capitale raccolto. Non possiamo più ignorare questo dato, soprattutto a ragion del fatto che parliamo di una piattaforma permissionless, governata da smart contract, e con una nuova logica di accesso al denaro.

Seguiremo con attenzione il debutto del protocollo nell’App Store di Apple, e sarà interessante osservare quanta trazione riuscirà a generare in un segmento diverso da quello crypto-native. Per il momento l’accesso è disponibile tramite waitlist.

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