In questi giorni sui principali social media crypto si sta consumando un’accesa discussione riguardo la gestione interna dei token da parte del team di Hyperliquid, dopo che un wallet riconducibile agli sviluppatori ha rimosso dallo staking circa 2,6 milioni di $HYPE, pari a poco più di $80 milioni ai prezzi attuali. Una mossa che evidentemente non è stata presa benissimo dalla community, e neanche dal mercato visto che la moneta ha registrato un calo del 18% negli ultimi 7 giorni.
In molti temono che ora quegli $HYPE in unstake possano essere venduti sul mercato, contribuendo ad aumentare la pressione ribassista, che è già alta di suo in questo momento. Ma al di là del risultato sui prezzi, ci sono tutta una serie di considerazioni da fare che forse sfuggono alla parte degli utenti troppo impegnati a diffondere FUD senza includere un contesto di ciò che avviene realmente on-chain. Andiamo a fare chiarezza.
Che cosa è successo?
Appena due giorni fa il team di Hyperliquid, etichettato sotto l’indirizzo di HyperLabs, ha eseguito un unstake di 2,6 milioni di $HYPE dal contratto PoS della rete. Quei token facevano parte di una somma più ampia, ora “ridotta” a 240 milioni di $HYPE, dedicata alla messa in sicurezza della chain, che ricordiamo opera come un L1 indipendente tramite meccanismo di consenso Proof-of-Stake.
In molti hanno subito ipotizzato che questo movimento potesse anticipare una vendita sul mercato, il che avrebbe aggiunto circa $80 milioni di spinta ribassista in un momento non proprio ottimale per il progetto che deve affrontare il maxi unlock del prossimo 29 novembre. Da notare ad ogni modo, come lo staking di Hyperliquid preveda un periodo di attesa di 7 giorni prima dell’effettivo prelievo dei token sul wallet. Al momento la richiesta di HyperLabs è in coda (queue) e non verrà processata prima di venerdì.

Alcune considerazioni sull’unstake di $HYPE
La notizia ha scatenato il panico soprattutto a causa della narrativa che si è costruita fino ad ora attorno al team di Hyperliquid. Tutta la community del progetto considera infatti il fondatore Jeffrey Yan ed il suo gruppo ristretto di sviluppatori come devoti alla crescita di $HYPE e all’espansione del proprio prodotto, avendo fino ad ora agito per il bene del DEX piuttosto che come tornaconto personale immediato. (no VC, buybacks, vesting per la propria allocazione ecc.)
L’idea quindi di un team così allineato con gli interessi dell’ecosistema che improvvisamente rimuove 2,6 milioni di $HYPE ha creato molti interrogativi circa la possibilità di un cambio di paradigma interno. Ma in realtà ci sono alcuni punti che evidentemente non tutti hanno compreso:
1- Il team di Hyperliquid non lavora per beneficenza, ed è anche normale che ci sia un interesse economico alle spalle. Non sappiamo inoltre se gli $HYPE in unstake verranno effettivamente venduti, ma nel caso non ci sarebbe nulla di male.
2- A differenza di altri progetti, Hyperliquid monetizza le sue attività in modo trasparente, con wallet pubblici, e lo fa eventualmente ad un anno di distanza dal TGE. Altri team vendono immediatamente al lancio in faccia ai propri stakeholders.
3- Gli $HYPE ritirati dallo staking riguardano solo una minima parte delle reward prodotte con una somma ben maggiore di token che rimane impegnata nel contratto della chain.
4- Da diversi mesi il team rinuncia a molte revenue per effettuare buybacks del proprio token (fino ad ora $1,1 miliardi di $HYPE acquistati) , cosa che compensa di molto la potenziale vendita.
5- Il mercato può assorbire senza problemi una vendita, che avverrebbe comunque su piazze OTC o in maniera diluita.
FUD contro il team di Hyperliquid
Quanto emerso sui social in questi giorni sembra più un attacco coordinato di FUD contro un progetto che in realtà sta facendo molto meglio di tanti altri, sia in ottica di risultati che di gestione della Treasury e dei propri asset. L’unstake di 2,6 milioni di $HYPE del team di Hyperliquid è ad oggi il male minore, soprattutto considerando che non è la prima volta che viene sbloccata una cifra simile e che contemporaneamente rimangono ancora oltre 413 milioni di $HYPE delegati ai vari validators.
C’è poi anche il team del protocollo Kinetiq che è in coda di 2,4 milioni di $HYPE, e che anche lei potrebbe scaricare le monete sul mercato in cambio di liquidità, ma non sarebbe un problema. Parliamo di operazioni di normale amministrazione, che sono anche essenziali per poter sovvenzionare la crescita e lo sviluppo di un prodotto.

Va bene che il team venda i propri token
Lo hanno fatto per diversi anni gli sviluppatori di progetti come Ethereum, Ripple, Cardano, senza che nessuno si lamentasse troppo. L’Ethereum Foundation ha venduto ad esempio oltre $100 milioni di $ETH a luglio 2025, e continua periodicamente a dumpare cifre più o meno simili. Brad Garlinghouse e Charles Hoskinson vendono blocchi di token sin dai primi mesi dalla nascita di $XRP e $ADA.
Vi ricordiamo che anche un certo Jeff Bezos, agli albori di quello che oggi è diventato l’impero di Amazon, vendeva le sue stocks $AMZN sul mercato. Sono dinamiche del tutto normali in comparti come quello tech, indispensabili per poter continuare a sviluppare e migliorare un progetto, e ricompensare chi ha lavorato sodo affinché si raggiungessero certi risultati.

Ma soprattutto, possiamo discutere sulla bontà o meno di certe attività di monetizzazione nel mondo crypto, ma dobbiamo sciacquarci la bocca quando parliamo di un team come quello di Hyperliquid che ha letteralmente regalato ⅓ della supply del proprio token alla community al TGE, che ha rinunciato ad $1 miliardo di revenue per i buyback, e che spende tempo e risorse ogni giorno per arricchire la propria infrastruttura.
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