In settimana dovremmo vedere, al termine di negoziazioni lunghe e faticose, una nuova versione delle leggi che dovrebbero governare il mondo crypto negli Stati Uniti. Sono leggi complementari a quelle già approvate nel GENIUS ACT per le stablecoin. Secondo quanto riportato dalle senatrici Kirsten Gillibrand e Cynthia Lummis, ci sarebbero degli sviluppi positivi. E potremmo appunto vedere una versione aggiornata già in settimana.
Si va avanti? Sembrerebbe di sì. I democratici avrebbero consegnato ai repubblicani le loro ultime richieste lunedì sera (ora americana) e ci saranno ora altri meeting, nella speranza di vedere novità sostanziali. Questo nonostante però da altre fonti, come riporta The Block, arrivino invece conferme di trattative frustranti e che non avrebbero portato a grandi passi in avanti nel corso delle ultime due settimane. A parlare in questo caso è Bernie Moreno, senatore dell’Ohio, che è in pieno disaccordo con quanto Lummis e Gillibrand hanno comunicato al Blockchain Association Policy Summit, un incontro promosso dalla più importante associazione di categoria del settore, negli USA.
Cosa sta succedendo davvero?
Non lo sapremo probabilmente mai, dato che i pareri dei direttamente interessati sono così divergenti. È vero che lunedì i democratici hanno consegnato una (nuova) lista di richieste. È probabilmente altrettanto vero che ci sono punti sui quali sembrerebbe impossibile convergere.
Impossibilità di convergere che vuol dire impossibilità di andare avanti, dato che al Senato servono 60 voti su 100 e dunque la collaborazione di almeno una parte dei senatori democratici.
I punti dolenti, almeno secondo quanto emerso dalle ultime polemiche in pubblico, riguardano la protezione per gli sviluppatori DeFi e più in generale chi gestisce tali protocolli, nonché la partecipazione ritenuta eccessiva da una parte della politica della famiglia Trump a certi investimenti.
I repubblicani, dal canto loro, sarebbero su posizioni molto più aperte, vuoi perché sul sostegno al mondo crypto si è costruita una parte importante della campagna elettorale, vuoi anche per certe vicinanze all’aspetto più economico della questione.
Parla anche Paul Atkins
Nella kermesse organizzata dalla Blockchain Association ha preso la parola anche Paul Atkins, che da presidente di SEC si occupa di questioni più tecniche.
Atkins si è detto ottimista, con un 2026 che sarà l’anno per “raccogliere quanto di buono è stato seminato nel 2025”. Le aperture sono state tante in questo senso, e soltanto pochi giorni fa Atkins ha dichiarato di volere tutti i mercati onchain nel giro di due anni. Una corsa contro il tempo che vorrebbe fissare degli standard di interazione tra mondo crypto e finanza tradizionale prima che questi possano essere messi in discussione… dalle prossime elezioni.
Il 2026 sarà anche l’anno delle midterm, che potrebbero infatti cambiare gli equilibri politici del Congresso, con un possibile ritorno di fiamma delle istanze anti-crypto targate Partito Democratico.
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