Delle relazioni tra la massa monetaria M2 e l’andamento di Bitcoin e crypto si sono scritti fiumi di parole, non tutti esatti, non tutti sul pezzo. Tuttavia i numeri che arrivano oggi dalla Cina sono interessanti, perché potrebbero segnalare un altro regalo per il comparto da parte di Pechino.
Per il mese di aprile – fortemente condizionato dall’imposizione di dazi dagli USA alla Cina e viceversa – la massa monetaria M2 di Pechino è aumentata dell’8%. Un numero importante che batte anche le previsioni già alte, al 7%.
Che tipo di segnale è? È vero che un numero di questo tipo può aiutare BItcoin e crypto? In realtà i numeri che arrivano dalla Cina sono complessi da leggere e ci sarà bisogno di un breve approfondimento per capire cosa sta avvenendo davvero dalle parti di Pechino e perché potrebbe essere (o non essere) un grande favore al mercato crypto e BTC.
I numeri SHOCK che arrivano dalla Cina
I numeri shock sono i seguenti e riguardano la massa monetaria in Yuan:
DATO ATTUALE | PREVISIONI | |
---|---|---|
M2 | +8,0% | +7,2% |
M1 | +1,5% | +3,2% |
M0 | +12% | +11,5% |
I numeri sono tutti in incremento in modo importante, con la M1 che è l’unica metrica che risulta inferiore che è M1, che include i depositi a vista e tutto ciò che è immediatamente liquido. Sulla questione va fatta comunque una precisazione: la stessa PBOC ritiene che M2 e M1 nella loro conformazione attuale vadano riviste. Questo perché in M1 non finiscono per ora depositi di sistemi di pagamento molto diffusi, che in realtà sono disponibili per la spesa ma che per il momento non sono inclusi appunto in M1.
Cosa ci indica questo dato? Che c’è una forte espansione monetaria in Cina, maggiore di quella che in realtà si aspettavano i mercati, che avevano prodotto comunque delle aspettative molto rialziste su questo dato.
Una riduzione dell’espansione di M1 potrebbe essere comunque segnale di incertezza. Anche se non possiamo avere certezza di questa lettura, la cosa potrebbe segnalare una certa cautela da parte dei consumatori in una fase di mercato molto convulsa e non solo in Cina.
C’è un altro aspetto: i dati di cui sopra confermerebbero qualche problema strutturale per la Cina, che però difficilmente interesserà gli investitori in Bitcoin e crypto.
Perché potrebbe essere un buon dato?
Perché le analisi vorrebbero un certo parallelismo tra andamento della massa monetaria globale e Bitcoin. Incolliamo di nuovo il grafico che mostra un certo parallelismo tra mondo BTC e M2 globale, seppur con un certo delay, ovvero un certo ritardo.
Se questo dovesse essere il caso – e lo storico sarebbe anche dalla nostra parte – potrebbe essere un ottimo segnale, un regalo da Pechino agli investitori crypto.
C’è un altro punto: la liquidità cinese non è l’unica liquidità presente sul pianeta. Gli USA sono tecnicamente ancora in QT (qui la M2, che però…) e dunque serviranno forse segnali più decisi da parte della massa monetaria.
Occhio alle correlazioni
Disegnare una correlazione sui grafici non è esattamente scienza. Ci sono tanti altri fattori che determinano l’appetito per il rischio, con le iniezioni di liquidità da parte delle principali banche centrali che comunque gioca un ruolo fondamentale.
Seguiremo senza dubbio alcuno anche questo sviluppo – e prima di salutarci faremo un attimo un quadro complessivo di ciò che sta accadendo a livello globale.
USA: siamo agli sgoccioli?
Il mood a Wall Street è cambiato radicalmente: nessuno se la sente più di parlare di recessione e pare che anche i più grandi spaventi dovuti ai dazi siano ormai questioni del passato.
Sul tema però è intervenuto Goolsbee di Federal Reserve, che ha dichiarato:
L’inflazione di aprile rappresenta la natura del lag dei mercati. Fed è ancora con il fiato sospeso. […] Per Fed ora è il momento di aspettare più dati, per isolare il rumore che li influenza. Il lavoro di Fed è di avere la mano ferma e non rispondere ai movimenti quotidiani dei mercati o degli annunci politici.
Una visione che ci sembra più che ragionevole e che conferma la visione di Jerome Powell, che durante la sua ultima apparizione pubblica (a margine del FOMC) ha detto di ritenere di avere ancora tempo per intervenire sui tassi e di voler attendere gli effetti dei dazi (e il loro livello).
Europa: sicuri che ci si potrà fermare?
L’inflazione spagnola oggi – che per carità, non rappresenta tutto il continente – ha avuto un importante rimbalzo ed è andata a +2,4%. Non è un bel segnale: BCE ha iniziato a tagliare con maggiore convinzione di Fed a sostegno di un’economia che sta soffrendo e che presentava già qualche scricchiolio durante la fase pre-dazi.
Questo significherà un’inondazione di liquidità? Difficile a dirsi per ora, dato che l’inflazione sta appunto mostrando di nuovi i denti. FMI ha consigliato un altro taglio (già avvenuto) e poi un periodo di stop. Sarà questo il futuro dell’UE almeno per il 2025?
L’asta dei bond tedeschi a 30 anni oggi sembrerebbe dire di sì: ci si aspetta una politica monetaria più restrittiva, dato che l’asta è andata per i 3,12%, con la precedente che invece si era fermata a 2,9%. Tutto questo mentre la domanda era molto più elevata dell’offerta (2,265€ di domanda per ogni euro di debito offerto). Segnali di stress per l’economia che però è difficile coniugare con la buona performance degli asset risk on dell’ultima settimana.