Non sai che pesci prendere sui mercati? Non sei solo. Il piagnisteo che riempie le orecchie di chi frequenta più o meno da vicino Wall Street è lo stesso da mattina a sera: in una situazione del genere è impossibile fare previsioni, dato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump cambierebbe idea troppo spesso.
Tutto vero, anche se la cosa non sta impattando troppo sul prezzo di Bitcoin – qui puoi attivare anche un PAC su BTC – e anche se in realtà i mercati stanno brindando a colpi di rialzi. I principali indici come SPX500 e NASDAQ 100 sono sopra i livelli pre-dazi, e la cosa è particolarmente interessante per quanto c’è oltre il mero dato numerico.
Nessuno è in grado di fare previsioni (compresa Federal Reserve), ma i retail hanno una volta tanto battuto fondi e investitori istituzionali, che a quanto pare si erano fatti condizionare troppo dalle ultime trumpate. Vediamo insieme che tipo di ambiente sta venendo a crearsi sui mercati e cosa – nei limiti – possiamo aspettarci.
Gli analisti vivono momenti di grande panico
Gli analisti stanno vivendo dei momenti di grande panico. Mentre in genere sono in grado di esprimere un’opinione chiara, decisa, e che indirizza gli investimenti degli enormi capitali che gestiscono, ora non sanno davvero che pesci prendere. Del tema si sta occupando anche Bloomberg con analisi quasi giornaliere più che dei mercati delle dichiarazioni di chi li vive più da vicino, ovvero analisti e allocator.
È stata una cavalcata… selvaggia. Ho un lungo storico di previsioni che non cambiano molto spesso. Questa volta ho detto ai miei clienti che ho il diritto di cambiare le mie previsioni ogni volta che il Presidente cambierà idea.
A parlare per Bloomberg è Ed Yardeni di Yardeni Research, che in realtà canta in un coro molto affollato e tutto intonato sulla stessa musica: in una situazione del genere si può sbagliare. E se si sbaglia non è colpa degli analisti, ma piuttosto di un presidente che non lascia intendere chiaramente quali siano le sue decisioni presenti e future.
- The art of the deal
Il vecchio libro di Trump sulla conduzione ideale delle trattative è diventato un meme su tutti i principali social. C’è chi in questo modo di condurre gli affari intravede del genio e che – comprensibilmente – è invece frustrato dal rapido cambiamento negli atteggiamenti della presidenza e del governo.
Lasceremo i nostri lettori decidere se si tratti di arte del negoziato o meno. Quel che è certo per ora è che la frustrazione è al massimo, almeno tra chi era in grado fino a poco tempo fa di anticipare i mercati.
- Bitcoin e crypto
Sono su livelli di prezzo interessanti, per quanto ieri la corsa abbia tirato un po’ il fiato. Non nascondiamo una certa difficoltà di leggere il momento, non solo perché Bitcoin ha tenuto durante il crollo di Wall Street e ha poi, almeno negli ultimi giorni, mostrato ancora un comportamento inverso rispetto all’andamento dell’azionario USA.
Non è più considerato un asset risk on? Difficile a dirsi per ora. Non vogliamo unirci al piagnisteo di Wall Street, ma il comportamento di Bitcoin sta cambiando molto rapidamente e anche più volte all’interno della stessa sessione.
La giornata di ieri ha inoltre interrotto la lunga fila positiva di inflow di iShares. Non possiamo sapere se si tratti o meno di un ritardo dei dati. Dopo comunque più di 20 giorni di inflow consecutivi, potrebbe essere arrivato il primo stop per un ETF di grande, grandissimo successo.
Fondi hedge scommettono contro il dollaro
Mentre Bitcoin dimostra comunque di avere una certa solidità anche in termini di struttura di prezzo, i fondi hedge sembrano essere convinti del fatto che il dollaro sia all’interno di un ciclo ribassista prolungato.
Il recupero fatto registrare di recente sarebbe, secondo Jens Nordvig (intervistato sempre da Bloomberg), soltanto un diversivo temporaneo.
Per il dollaro sarà, dice il fondatore di Exante Data, un lungo bear market che sarà dovuto al tentativo dell’amministrazione Trump di ridisegnare sia l’economia USA sia quella globale.
Fiducia ormai compromessa: l’andare avanti e indietro con certe decisioni, il caos che ne è conseguito e più in generale l’atteggiamento dell’amministrazione hanno già causato danni irreparabili.
I fondi hedge inoltre sarebbero ancora nel pieno della correzione dei propri portafogli. Non hanno ancora ceduto il debito USA che puntano – alla fine dell’operazione – a cedere. E la cosa potrebbe causare problemi a un mercato dei bond che è già relativamente sotto stress, come è chiaro dai grafici che alleghiamo.
Interverrà il Tesoro USA? Siamo ancora lontani dalle soglie che garantirebbero l’intervento del Tesoro USA per riportare i rendimenti in un range maggiormente tollerabile. Rimaniamo della convinzione che prima dei 5,5% sui trentennali e dei 5,0% sui decennali le cose saranno affidate ai mercati e quindi senza intervento… pubblico.
- Situazione assurda anche sul fronte bond
È raro vedere le azioni tech crescere a ritmo sostenuto e al tempo stesso rilevare stress sui bond USA. Questo perché in genere al crescere dei rendimenti dei bond gli investitori scaricano asset risk on, categoria alla quale appartiene a pieno diritto il mondo delle azioni tech.
Bitcoin e crypto in attesa di nuovi segnali macro?
Mancano per ora indicazioni di come procederanno i mercati, almeno per quanto riguarda il mondo macro. Mancheranno dati importanti – almeno per oggi – per intendere quali siano i futuri intendimenti dei mercati.
C’è da dire che il cambiamento di sentiment però ora si vede anche nelle previsioni sulla recessione che vengono integrate dalle principali banche d’affari e i principali analisti. Sono tornate in media sotto il 40%, che è la soglia minima per eventi che vengono comunque ritenuti poco probabili.
Tutto questo mentre diverse banche d’affari, soltanto un paio di settimane fa, vedevano una recessione forse non come certa, ma comunque come decisamente più probabile.
Torniamo al punto iniziale: i modelli, in un contesto dominato dalle dichiarazioni politiche, funzionano poco e male. Starli a sentire per prendere delle decisioni di trading è ora più inutile che mai.
Intanto, ed è l’ultima nota di questa rassegna macro, in Europa sembra che l’inflazione non sia completamente sconfitta. Certo, il dato è solo quello spagnolo, ma sarà interessante vedere come procederà la cosa nel resto dell’aera euro. +2,4% non è un bel numero, dopo che la Spagna sembrava poter essere in grado di rimanere in target.
Per Bitcoin comunque questa incertezza non sembrerebbe essere un grosso problema. Al contrario, la sta navigando con una maestria che in pochi sarebbero stati in grado di immaginare.
Trump fa crollare i mercati per poi farli risalire una strategia tutto sommato condivisibile. Straziami ma di DAZI saziami.