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TRUMP DAZI ANALISI

Dazi: schiaffo dei tribunali a Donald Trump. Bitcoin e crypto aspettano. VOLANO gli asset risk on [ANALISI]

Donald Trump non può imporre dazi, almeno secondo le corti USA. Le reazioni dei mercati.

La US Court of International Trade ha dichiarato illegali (quasi) tutti i dazi imposti dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump dall’inizio del suo mandato a oggi. La decisione arriva dopo un ricorso formale di diversi stati e di diverse piccole e medie imprese. Il Dipartimento di Giustizia federale ha però già inviato un formale ricorso, con la questione che con ogni probabilità avrà una escalation fino alla Corte Suprema.

La notizia non ha avuto un grande impatto sul mercato Bitcoin e crypto, che da qualche giorno opera in quasi completa separazione dai mercati azionari. Tuttavia quanto ci aspetta da qui in avanti potrebbe avere delle ripercussioni importanti sul futuro dei mercati risk on, con conseguenze dirette e indirette che andremo ad analizzare in questo approfondimento.

I futures che replicano l’andamento dei principali indici USA hanno risposto in modo importante: circa il 2% di rialzi per NASDAQ 100 e poco meno fanno gli altri indici. Risposta positiva del dollaro e negativa dello yen, che anticipano il nuovo contesto economico nel quale potremmo trovarci a muoverci nel corso delle prossime settimane.

No importante alle politiche sui dazi di Donald Trump

In breve: la US Court of International Trade ha di fatto annullato il grosso dei dazi che Donald Trump aveva imposto sia a paesi specifici, sia in via generale. Ad animare la decisione della corte l’assenza di poteri di questo tipo in capo al Presidente degli Stati Uniti e l’illegalità del ricorso a diversi regimi emergenziali che però, almeno secondo la corte, non possono essere la base per decisioni unilaterali del presidente di questo tipo.

Il grosso dei dazi erano arrivati infatti con il ricorso all’International Emergency Economic Powers Act, del 1977 e che era stato approvato per garantire al presidente degli USA poteri emergenziali nel caso di presenza di una minaccia esterna che giustifichi l’attribuzione momentanea di poteri così pervasivi. Questo garantisce al presidente anche la possibilità di limitare e/o vietare esportazioni e importazioni.

In passato il ricorso a tali poteri era avvenuto in circostanze politiche o di attacco diretto alla sicurezza degli Stati Uniti (crisi degli ostaggi in Iran nel ’79, 11 settembre, sanzioni alla Russia dopo l’annessione della Crimea, misure contro Venezuela, Corea del Nord e anche Cina in seguito a “minacce strategiche”). Le attribuzioni dello IEEPA sono così generiche da aver offerto sponda a Trump affinché utilizzasse le suddette per imporre dazi, ritenendo lo squilibrio della bilancia commerciale degli States un’emergenza vera e propria.

Cosa che però non ha convinto la US Court of International Trade, che ha accolto un ricorso presentato da diversi Stati a guida democratica, nonché di alcuni business di piccole e medie dimensioni. Al governo è stato imposto un limite massimo di 10 giorni entro i quali dare esecuzione all’ordinanza. Non sono però specificate, come segnala Bloomberg – le misure in senso stretto che l’amministrazione Trump dovrebbe imporre.

Bitcoin e crypto ferme: indici su

Reazione scomposta quella dei mercati. Bitcoin e crypto continuano per la loro strada, senza reazioni di grande giubilo a fronte di una notizia che – lo vedremo più avanti – avrà delle ripercussioni anche di medio e lungo periodo.

Diversa la questione per i futures sui principali indici di borsa: su NASDAQ 100, su tutti gli altri, segnale che i mercati benedirebbero una reazione del genere, non computando gli eventuali strascichi di una lotta accesa tra amministrazione/potere esecutivo e potere giudiziario.

La questione sarebbe di grande aiuto anche per Federal Reserve. Nei verbali dell’ultima riunione del FOMC i dazi sono stati indicati come motivo sufficiente per rivedere le proiezioni del PIL USA al ribasso e più in generale come un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi del mandato di Fed, ovvero controllo dell’aumento dei prezzi e raggiungimento della massima occupazione.

Sarà ora da valutarsi la durata, l’intensità e l’importanza dell’eventuale scontro tra Casa Bianca e corti, con la questione che potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema. Una Corte Suprema che si è dimostrata essere di una certa indipendenza nel giudicare questioni che riguardano la Presidenza.

Cosa aspettarsi per oggi?

Vedremo alla riapertura delle borse USA. Tuttavia è da segnalarsi che la notizia è stata già accolta dai mercati dei futures in senso positivo. Per quanto riguarda le borse asiatiche abbiamo rialzi importanti sulle borse di Giappone, Cina, Hong Kong, Corea del Sud, con l’India che era la grande vincitrice della questione dazi che invece attende alla porta.

Una situazione comunque da monitorare: l’impressione che abbiamo (confermata dal pronto ricorso del Dipartimento di Giustizia) è che non sia finita qui e che ne sentiremo parlare ancora a lungo.

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