Ancora giornata di compere per società quotate attive nel mondo crypto. Upexi ha comunicato di essere ora in possesso di 735.692 SOL, un aumento di circa l’8% rispetto all’ultima comunicazione, arrivata a fine maggio. Tutto questo mentre le azioni della società però stentano a decollare. Un meccanismo rotto? Non esattamente, dato che suddetta compagnia ha intenzione anche di fare di più del semplice hold and wait.
Il mese di giugno è stato particolarmente attivo, dice il CEO Allan Marshall, che ha confermato tra le altre cose l’intenzione di tokenizzare le azioni del gruppo con Superstate, uno dei servizi attivi in questo specifico comparto e tra i più… interessanti, dato che si occuperà non solo di azioni vere tokenizzate per società già quotate, ma anche del lancio di nuove società in borsa.
Intanto il gruppo macina ritorni: sono stati dichiarati l’8% di ritorni sullo staking Solana.
111 milioni di dollari in Solana: e non è l’unica
Upexi è soltanto una delle società che sono attive – in termini di gruppi quotati – nell’acquisto di token Solana. Ce ne sono altre, come la ex Janover, che stanno procedendo secondo lo stesso canovaccio, ovvero comprando e mettendo in staking, allo scopo di rendere i propri investimenti fruttiferi.
Sempre nella giornata di oggi è arrivata la notizia del lancio di ReserveOne, che vuole applicare sempre la medesima strategia ma ad un paniere di criptovalute, incluso Bitcoin e seguendo quelle che saranno le crypto che il governo americano deterrà all’interno della propria riserva.
Una riserva della quale non si parla più da tempo e che – almeno a quanto ci è dato capire, in una prima fase dovrebbe includere soltanto le crypto sequestrate all’interno di procedimenti criminali.
Intanto però ci sono le public companies – locuzione americana che sta per società quotata – a cercare di sopperire. Cosa che gli sta riuscendo, data la staticità che il mercato sta offrendo anche in una fase di scarsissimo interesse da parte dei retail.
Il trucco che non sempre funziona
Forse è un’esagerazione chiamarlo trucco, ma è indubbio che tante società si siano avvicinate a questo modus operandi e abbiano implementato strategie di questo tipo perché quasi sempre vengono premiate dai mercati.
Come? Con una capitalizzazione delle azioni che è in genere parecchie volte superiore rispetto al controvalore delle crypto detenute. Fino a quando funzionerà? Non possiamo saperlo. Però per il momento è questa una delle anime positive per il mercato, a fronte di retail forse un po’ stanchi di un lungo periodo di lateralizzazione e che aspettano nuovi massimi – almeno da Bitcoin – per tornare a impegnare capitali.
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