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JPMorgan e Citi vogliono crypto stable. Donald Trump chiama i suoi

JPMorgan e Citi vogliono i loro stablecoin. Donald Trump intanto chiama i repubblicani.

È ancora un mondo crypto a trazione stablecoin. Mentre Donald Trump intruppa i suoi per la votazione sul GENIUS Act – la prima legge che negli USA andrà a regolamentare il mondo crypto – scendono in campo sia Citi sia JPMorgan. Entrambe le banche – arriva la conferma oggi – guarderanno al mondo stable, per quanto la seconda sia scettica su più livelli sull’appeal che certe tecnologie potrebbero avere.

Nel mentre però Trump parla di nostro momento rivolgendosi ai membri del Congresso di fede e appartenenza repubblicana, cercando di dare un boost ad una settimana che passerà alla storia come la crypto week, ovvero la settimana crypto del Congresso USA. Sarà questa infatti la settimana decisiva per l’approvazione non solo del GENIUS Act, ma anche del CLARITY Act, un complesso di norme che andrà a regolamentare il resto del mondo crypto, compresi gli exchange.

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JPMorgan e Citi pronte a sporcarsi le mani con le stablecoin

Durante la earning call di JPMorgan il CEO Jamie Dimon ha confermato che il gruppo sarà coinvolto, anche se non è ancora chiaro a che livello, con il mondo stablecoin. Jamie Dimon è noto per essere un forte e convinto avversario non solo di Bitcoin, ma più in generale di tutto il settore – e si essere intervenuto anche al Congresso chiedendo addirittura la proibizione di certe tecnologie.

Saremo coinvolti nel mondo stablecoin, sia con il token di deposito di JPM, sia con le stablecoin pure, per conoscere il settore e per diventare tra quelli bravi. Credo che siano una realtà concrete, per quanto io non capisca perché uno dovrebbe preferire un token a un pagamento diretto.

Poche ore prima era intervenuto anche il CEO di Citi, confermando l’intenzione del grande gruppo di analizzare quanto necessario per emettere la propria stablecoin. Anche qui per il momento non si conoscono altri dettagli, ma arriva comunque un’importante conferma di quanto era circolato nelle settimane passate in termini di impegno di Citi per il settore.

Effetto Donald Trump?

Certamente sì. O meglio, effetto nuovo governo USA, che sia con la proposta del GENIUS Act sia con una politica di indubbia apertura al settore ha cambiato il corso della storia per questa categoria di asset.

Asset che la precedente amministrazione riteneva pericolosi non solo per la sovranità monetaria degli USA, ma anche per la capacità degli States di applicare sanzioni, regole anti-riciclaggio e più in generale di contenere il crimine.

Preoccupazioni che però non sembrerebbero essere proprie di questo governo, che anzi, come ricordano gli avversari, ha in realtà anche guadagnato in via personale dall’espansione del settore crypto.

C’è chi parla di conflitto di interessi, chi cambia idea come Jamie Dimon e i tanti che hanno finanziato la campagna elettorale di Trump che ora passano all’incasso.

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la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
4 mesi fa

“per quanto io non capisca perché uno dovrebbe preferire un token a un pagamento diretto”

Fossi nel CDA della banca, o di chiunque si occupa di queste decisioni, penserei urgentemente ad un cambio di CEO (o quel che è il buon vecchio Jamie)
Che sia tonto o solo faccia il finto-tonto (schiacciato dal proprio ego e dai granchi che ha continuato a pendere per anni in merito al settore criptovalute) dichiarazioni simili non si possono accettare a livello aziendale.
Tradotto: vedi di toglierti dai c********, con le buone o con le cattive