Il titolo sarà troppo forte per le (poche) educande che ci leggono, ma il cambio di guidance di Michael Saylor manda un messaggio chiaro agli azionisti. Comprerà Bitcoin emettendo azioni quando vorrà, a patto che la capitalizzazione di mercato di $MSTR sia maggiore del controvalore dei Bitcoin detenuti in cassa.
La cosa è notevole per almeno due aspetti: è un cambiamento rispetto a una guidance che era stata diffusa soltanto 2 settimane fa. Se prima aveva dei limiti, ora non li avrà più. E farà quello che vuole, a patto appunto che si sia sopra il rapporto 1:1.
Michael Saylor è padrone a casa sua, anche se i soldi sono i tuoi
Partiamo ad un principio banale: le società per azioni, per quanto quotate e sottoposte anche a vigilanza, sono delle piccole satrapie. E come ogni satrapia hanno un satrapo, ovvero qualcuno che – se vuole – può fare il bello e il cattivo tempo.
La satrapia della quale parleremo oggi è Strategy – ex MicroStrategy – e il satrapo è Michael Saylor. Dovrai però seguirci per qualche minuto per capire di cosa stiamo parlando.
- Strategy e la raccolta di capitale
Un tempo Strategy raccoglieva capitale sui mercati per comprare Bitcoin emettendo debito convertibile. Sono titoli complessi, che a determinate condizioni permettono di convertire tale debito in azioni. Ora quei tempi sono finiti, ed è da un po’ che Strategy emette azioni ordinarie (letteralmente le stampa, diluendo gli altri investitori nonché se stessa) per raccogliere capitale e comprare Bitcoin. Ha anche quattro diverse azioni speciali per raccogliere capitali, ma non è ciò che ci interessa per capire il suo… dito medio.
- La questione delle azioni ordinarie
Le società possono, con mandato precedentemente registrato presso SEC, decidere per l’emissione di azioni aggiuntive. E possono poi venderle a mercato. Strategy lo ha fatto, ed ha un ampio cuscinetto di discrezionalità a riguardo.
Dov’è allora il problema? Il problema è nel rapporto tra valore complessivo delle azioni (la capitalizzazione di mercato) e il valore dei Bitcoin in cassa.
Questo rapporto è storicamente molto elevato per Strategy. In breve: le azioni di Strategy continuano a valere complessivamente molto di più di quanto valgano i Bitcoin che ha in cassa.
- Il concetto di mNAV
È una formula di recente invenzione che indica il rapporto tra EV (il valore dell’impresa) e il valore dei Bitcoin detenuti. Più è alta la capitalizzazione di borsa di Strategy, più è alto il mNAV (a valore dei bitcoin fermo).
- Cosa succede quando…
Quando Strategy emette nuove azioni e le vende, raccoglie capitale, diluisce gli azionisti (che a parità di azioni hanno una quota complessiva minore dell’azienda), tendenzialmente abbassa il valore delle stesse azioni e dunque riduce il mNAV.
- E quindi?
Quindi l’azienda a luglio ha emesso una guidance dicendo che sotto un multiplo di 2,5 del mNAV, ovvero sotto una capitalizzazione di borsa inferiore al 250% del valore dei Bitcoin in cassa, non avrebbe emesso nuove azioni.
- Perché usi il passato?
Perché proprio oggi, in occasione dell’acquisto di altri Bitcoin, Saylor ha affidato a X (e a SEC) un nuovo piano. Con una piccola aggiunta.
“Quando l’azienda lo riterrà conveniente”
Se prima l’azienda non avrebbe potuto emettere azioni ordinarie $MSTR per finanziare acquisti di Bitcoin con un mNAV sotto il 2,5x, ora può farlo, ogniqualvolta lo riterrà vantaggioso. Il che vuol dire una decisione a capriccio (non se la prenda Saylor) nelle mani di chi decide in azienda.
Per gli azionisti che avevano creduto al vecchio piano e magari erano stati convinti dalla possibilità dello stesso di mantenere il valore non emettendone più.
È una lezione: chi si vuole esporre verso Bitcoin ha un sistema dove non è necessario credere a nessuno, ma soltanto alla forza della matematica.
Chi ha deciso di investire in Strategy, dovrebbe ormai sapere di essere all’interno della suddetta satrapia.
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Se ci siete dentro, uscite da questo Ponzi chiamato Strategy prima che potete