Il protocollo Chainlink non è più solo un oracolo, come lo abbiamo imparato a conoscere, ma sta diventando molto di più. Già da tempo la infrastruttura si è allargata dalla semplice nicchia dei “feed di prezzo” per abbracciare un ruolo più ampio che portasse su blockchain tutto ciò che appartiene al mondo reale, basandosi su 4 standard differenti: dati, interoperabilità, conformità e privacy.
Ora Chainlink vuole fare un passo in piu. Di recente ha pubblicato la sua nuova vision affermando di voler diventare la piattaforma di riferimento per l’economia degli asset tokenizzati. Un nuovo “Endgame”, un nuovo ambiente all-in-one dove sviluppatori, istituzioni ed aziende possono costruire applicazioni decentralizzate integrando gli asset del mondo reale.
Questa scelta di puntare anche sul RWA e non più solo sulla DeFi, potrebbe rivelarsi un tassello molto importante per il futuro del progetto, il cui successo a lungo termine potrà sicuramente riflettersi sull’andamento del proprio token LINK. Cerchiamo di capire più da vicino come si sta muovendo Chainlink e come nel concreto punta a dominare la scena del panorama on-chain.
Chainlink: una soluzione semplice per i problemi difficili
Non è mai semplice spiegare ai neofiti di cosa si occupa Chainlink nel mondo crypto, ma possiamo con una frase emblematica: “cerca di risolvere internamente tutte le complessità che impediscono alle applicazioni blockchain di dialogare con il mondo esterno”.
Come ben sapete, le blockchain sono sistemi aperti a tutti ( tranne quelle private) ma allo stesso tempo sono chiusi, nel senso che non hanno accesso diretto a informazioni, dati o eventi che avvengono al di fuori della loro rete. Chainlink si impegna a risolvere questo problema, offrendo un collegamento diretto tra tutto quello che è off-chain e quello che è on-chain.
Un pò come quando tra gli anni 80’ e 90’, lo standard TCP/IP è riuscito a risolvere il problema della frammentazione delle reti intranet ( reti chiuse ed isolate), e l’ambiente Java ha poi semplificato lo sviluppo di applicazioni online. C’erano insomma tanti dati a disposizione che però non comunicavano tra loro, e senza uno gateway condiviso restavano confinati a sé stessi.
Oggi il settore blockchain si trova davanti a una sfida molto simile: tante reti diverse, ciascuna con le proprie limitazioni, e una complessità tecnica che rende difficile lo sviluppo di DApps davvero interoperabili e accessibili al grande pubblico. Chainlink,vuole porsi come “standard” capace di unificare tutti network differenti e collegarli alla vastità di informazioni e dati del mondo reale

Un collante tra finanza tradizionale e finanza on-chain
Partendo da questa premessa, che rappresenta il mantra di Chainlink, ecco che il team propone un’evoluzione della propria vision, che mira a completare ed aggiungere nuovi tasselli mancanti. In particolare, ora il progetto punta a portare i grandi capitali dei mercati globali direttamente on-chain, proponendosi come infrastruttura cardine per la tokenizzazione degli asset reali RWA.
Si candida a piattaforma unificata, dove far convergere i tre megatrend del settore blockchain: il settlement/pagamenti, le stablecoin, e la tokenizzazione. Tre versanti che si integrano e danno vita ad un’unica architettura capace di supportare applicazioni avanzate, e soddisfare le esigenze della finanza istituzionale, che da qualche tempo è fortemente interessata in queste direzioni.

Per riuscire nell’intento, Chainlink deve rafforzare la sua suite di servizi, definita come Oracle Data Platform (ODP), la quale consente agli sviluppatori di di importare qualsiasi dato esterno all’interno della blockchain, trasformandola in un’informazione sicura e verificabile.
Tra i servizi più conosciuti troviamo:
–Feed di prezzo: aggiorna in tempo reale i valori degli asset, sia crypto che TradFi.
-Proof of Reserve: certifica che un asset sia davvero supportato dalla riserve dichiarate
-NAV feed: consentono di calcolare con precisione il valore dei fondi tokenizzati
-CCIP: protocollo che consente lo scambio sicuro di dati e valore tra blockchain differenti e sistemi legacy,

Un mercato dal valore immenso da sbloccare
Chainlink è già così considerato un fortissimo standard per gli oracoli decentralizzati, integrato con oltre 12.000 smart contract, nonché il più adottato nell’intero sistema DeFi. Alcuni dei suoi servizi sono persino certificati ISO 27001 e hanno completato audit come SOC 2 Tipo 1.
Chainlink è già pronta per questo tipo di evoluzione: il suo “endgame” è solo una dichiarazione di quello che la sua tecnologia è in grado di fare e che, in parte, sta già facendo. In ballo c’è un mercato ricchissimo con un valore enorme da sbloccare.
Pensate che il mondo crypto vale in totale $3,84 trilioni, di cui $341 miliardi appartenenti alla DeFi e solo $294 miliardi di asset tokenizzati. Ora, respirate un attimo e pensate cosa vorrebbe significare portare tutti gli altri mercati finanziari on-chain, tra cui troviamo $123 trilioni del settore azionario, $380 trilioni del real estate, ed $1 QUADRILIONE del comparto dei derivati.

Questo è quello a cui punta Chainlink. Se riuscisse a portare su blockchain anche 1/100 di tutto il valore che c’è nel mondo reale, vorrebbe dire rivoluzionare completamente il panorama finanziario globale e sancire l’inizio di una nuova era per l’economia on-chain.
Ed il token $LINK, che ha un ruolo centrale in questo obiettivo (seppur con uno use case ancora limitato), verrebbe valutato in modo completamente diverso rispetto ad rispetto a oggi, trasformandosi da semplice utility token a pilastro imprescindibile della finanza globale on-chain.
Criptovaluta.it® Ultime Notizie Bitcoin e Crypto News | Criptovalute Oggi

Grazie Alessandro! Un articolo davvero esaustivo!