Sullo scacchiere finanziario globale si aggira silenzioso uno spettro che negli ultimi mesi è apparso e scomparso più volte: quello del debito pubblico americano. È l’elefante nella stanza che nessuno vuole nominare. Anche il mondo crypto risente di questo elemento, una spada di Damocle che incombe non solo sull’economia statunitense, ma su quella mondiale.
Bitcoin come alternativa al debito
Il tema del debito riguarda ormai i bilanci della maggior parte degli Stati delle economie industrializzate. In questo contesto, la domanda è se le criptovalute possano assumere un ruolo, in particolare Bitcoin, mentre il mondo delle altcoin resta molto più frammentato.
Negli ultimi dodici mesi la finanza tradizionale ha mostrato la necessità di affiancare strumenti alternativi ad azioni, obbligazioni e asset classici, e Bitcoin si è imposto come opzione sempre più ricercata. La nascita degli ETF Spto BTC e le numerose richieste presso SEC per le altcoin vanno in questa direzione.
Market Cap crypto e debito federale americano

Oggi la Total Market Cap del mercato crypto è pari a 3,72 trilioni di dollari, in calo rispetto ai 4,17 toccati due settimane fa. La market cap di Bitcoin è di 2,16 trilioni, con una dominance del 58%.
Il debito federale americano ha raggiunto quota 36,97 trilioni di dollari: un macigno che cresce senza sosta anticipando di anni le stime ufficiali. Il deficit annuale previsto è di circa 1,9 trilioni (6,4% del PIL), con interessi medi al 3,3% contro l’1,5% del 2022.
A luglio il disavanzo mensile ha toccato 291 miliardi. L’aumento dei costi di rifinanziamento alimenta timori sulla sostenibilità fiscale e sul rapporto debito/PIL, destinato a salire ancora.
| Indicatore | Valore 2025 |
|---|---|
| Debito totale | Oltre 37.000 miliardi USD |
| Debito detenuto dal pubblico (Obbligazioni) | Circa 29,6 trilioni USD |
| Deficit annuale previsto | 1,9 trilioni USD (6,4% del PIL) |
| Deficit mensile (luglio) | 291 miliardi USD |
| Tasso medio sul debito | Circa 3,3% |
| Rapporto debito/PIL | In crescita, verso 118% entro il 2035 |
Debito USA e curva dei rendimenti

Il debito federale degli Stati Uniti viene finanziato tramite l’emissione di titoli di Stato con scadenze che spaziano dai Treasury a 2 anni fino ai trentennali. La scelta della durata resta cruciale: puntare troppo sulle scadenze brevi consente costi iniziali più contenuti, ma aumenta il rischio di rifinanziamento in fasi di tassi elevati. Al contrario, emettere titoli di lungo periodo permette di bloccare i rendimenti per anni, ma a condizioni più onerose.
La curva 2–10 anni in steepening

Nel 2025 la curva dei rendimenti mostra un quadro particolare: i Treasury a 30 anni rimangono su livelli elevati, mentre i decennali e soprattutto i biennali hanno iniziato a scendere, con il 2 anni attestato al 3,62%. Questo movimento indica che il mercato si aspetta futuri tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, dopo due anni di politica aggressiva. È la classica fase di steepening della curva, con i lunghi che restano più redditizi e i brevi in calo.
Il rischio di fiscal dominance
Il debito federale ha superato i 37.000 miliardi, con un costo medio ormai oltre il 3,3%. In questo scenario cresce il rischio di fiscal dominance: la necessità di finanziare un debito sempre più ingente potrebbe condizionare le scelte della Fed, spingendo verso politiche monetarie meno indipendenti. Se i tassi restassero elevati per contrastare l’inflazione, il peso degli interessi sul bilancio pubblico diventerebbe insostenibile, costringendo la banca centrale ad allinearsi alle esigenze fiscali di Washington.
Inflazione ancora persistente

Sul fronte macroeconomico, l’inflazione PCE a luglio 2025 è rimasta stabile al +2,6% annuo, con un incremento mensile del +0,2%. Il Core PCE, che esclude energia e alimentari, ha mostrato maggiore resilienza, salendo al +2,9% dal 2,8% precedente, con un +0,3% mensile.
La persistenza dell’inflazione sottostante mantiene la Fed in posizione cauta, sospesa tra l’esigenza di consolidare i progressi sul fronte prezzi e la pressione crescente di un debito pubblico che continua a crescere.
Oro ai massimi e Bitcoin nuova alternativa

In questo scenario di debito crescente, rendimenti in tensione e inflazione persistente, l’oro si conferma bene rifugio e segna nuovi massimi storici. Anche il mondo cripto segue questa direttrice, con token legati all’oro che combinano stabilità del metallo e flessibilità della blockchain. Ma è soprattutto Bitcoin a emergere come nuova alternativa: un asset scarso e decentralizzato che molti iniziano a considerare scudo contro debito, inflazione e politica dei tassi.
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