Home / Bitcoin e criptovalute, Alessandro Ronchi (Cryptosmart): “Ecco perché il regime amministrato cambia TUTTO”

Bitcoin e criptovalute, Alessandro Ronchi (Cryptosmart): “Ecco perché il regime amministrato cambia TUTTO”

Dal 1° gennaio 2026 Cryptosmart sarà il primo exchange italiano a offrire il regime fiscale amministrato completo per Bitcoin e criptovalute. Ne parliamo con il co-CEO Alessandro Ronchi.

Frascati (RM) – Dopo l’esclusiva che abbiamo pubblicato lo scorso settembre sul lancio del regime amministrato da parte del primo exchange crypto Cryptosmart, torniamo ad approfondire questo tema cruciale per il futuro degli investimenti in criptovalute in Italia. L’interpello 135/2025 presentato da Cryptosmart all’Agenzia delle Entrate ha definitivamente chiarito i contorni normativi di questo servizio, aprendo una nuova fase per il mercato crypto italiano.

Il regime amministrato rappresenta una vera e propria rivoluzione fiscale: l’exchange si sostituisce al contribuente nel calcolo, nella trattenuta e nel versamento delle imposte sulle plusvalenze, eliminando la necessità di gestire autonomamente gli adempimenti fiscali in dichiarazione dei redditi. Un modello già consolidato per azioni e obbligazioni, ma finora inedito per le criptovalute.

cryptosmart intervista a a.ronchi
Il direttore di Criptovaluta.it intervista Alessandro Ronchi, Cryptosmart

Cryptosmart, exchange crypto 100% italiano fondato nel 2018 e attualmente in fase di ottenimento della licenza CASP per la conformità al regolamento MiCA, ha recentemente attratto l’attenzione del settore bancario tradizionale: a gennaio 2025 la Banca Popolare di Cortona ha acquisito il 5,1% del capitale sociale, valorizzando la società a circa 23,5 milioni di euro e segnando un importante punto di convergenza tra finanza tradizionale e digital asset.

Per comprendere meglio la portata di questa innovazione e le strategie dell’azienda, abbiamo intervistato Alessandro Ronchi, co-CEO di Cryptosmart (qui il sito ufficiale), che ci ha illustrato la visione dell’azienda sul futuro del settore crypto in Italia. Di seguito l’intervista completa, suddivisa in macro-argomenti per una migliore fruibilità.

L’interpello 135/2025 ha eliminato le zone grigie interpretative sul regime amministrato

Domanda 1: Dott. Ronchi, l’interpello 135/2025 ha chiarito che senza documentazione verificabile della titolarità dei wallet, i trasferimenti verranno considerati vendite con conseguente tassazione. Questa interpretazione restrittiva dell’Agenzia delle Entrate potrebbe scoraggiare l’uso del regime amministrato. Come pensate di bilanciare la compliance rigorosa con l’esperienza utente, e quali soluzioni tecnologiche state implementando per semplificare la produzione di questa documentazione verificabile?

Alessandro Ronchi: L’introduzione del regime amministrato rappresenta un passo storico per il settore delle criptovalute in Italia. In concreto, Cryptosmart assumerà il ruolo di sostituto d’imposta: saremo noi a calcolare, trattenere e versare le imposte sulle plusvalenze maturate dagli utenti. In questo modo, i nostri clienti potranno investire in criptovalute senza doversi preoccupare di calcoli complessi o della compilazione della dichiarazione fiscale.

Premesso che anche qualora l’utente opti per il regime fiscale dichiarativo vale la prova documentale della verificabilità della titolarità del wallet in caso contrario i trasferimenti di crypto verso il self custodial wallet saranno considerate vendite e saranno tassate, numerosi clienti o potenziali clienti ci richiedono da tempo il servizio di applicazione del regime fiscale amministrato e quindi pensiamo che l’attività propedeutica nel fornire da parte del cliente tutta la documentazione di identificazione della titolarità del wallet non è cosi onerosa rispetto al beneficio che lo stesso cliente ha con l’applicazione del regime fiscale amministrato.

Significa per l’utente che non dovrà più affrontare il rischio di errori o contestazioni nella dichiarazione dei redditi, perché sarà Cryptosmart a occuparsi di tutti gli adempimenti fiscali. L’adesione al regime amministrato sarà comunque facoltativa: chi preferisce potrà continuare a gestire le imposte in autonomia, scegliendo il regime dichiarativo.

Il vantaggio competitivo del first-mover nel regime amministrato rischia di essere temporaneo

Domanda 2: Cryptosmart è oggi l’unico exchange italiano ad offrire il regime amministrato completo dal gennaio 2026, ma competitor come Conio hanno già implementato servizi simili seppur parziali, e giganti come Binance potrebbero rapidamente adeguarsi. Quale sarà la vostra strategia per mantenere il vantaggio competitivo una volta che altri operatori entreranno in questo segmento?

Alessandro Ronchi: Pensiamo che l’applicazione del regime fiscale amministrato sia una leva importante e non temporanea affinché i clienti soprattutto con grossi patrimoni in crypto possono aderire alla nostra offerta. Siamo consapevoli che anche altri exchange italiani possono offrire questo servizio, tuttavia riteniamo che Cryptosmart caratterizzata dalla presenza di un team qualificato che ha già costruito e fatto crescere con successo due aziende in passato nel settore innovazione e tecnologia costituisce un track record di successo imprenditoriale.

Possiamo inoltre assicurare un’assistenza cliente telefonica dedicata e una serie di servizi a valore aggiunto in cantiere da offrire alla clientela considerata la nostra partnership con un istituto finanziario socio di Cryptosmart quale la Banca Popolare di Cortona, rappresentano elementi su cui Cryptosmart possa affermarsi nel territorio italiano quale azienda di primo livello nel settore delle crypto-attività.

L’ingresso di Banca Popolare di Cortona segna un cambio di paradigma nel rapporto tra finanza tradizionale e crypto

Domanda 3: L’investimento di Banca Popolare di Cortona per la sottoscrizione del 5,1% del capitale rappresenta un indubbio valore per Cryptosmart. Questa partnership va oltre il capitale: quali sinergie operative concrete state sviluppando con BPC, e come questa alleanza potrebbe influenzare il vostro posizionamento quando presenterete la domanda CASP per la conformità MiCA?

Alessandro Ronchi: Questa operazione caratterizzata dall’ingresso nel capitale sociale della Banca Popolare di Cortona SCpA, rappresenta un passo fondamentale per dotare Cryptosmart dei capitali necessari per sostenere la crescita della società e rafforzare la posizione competitiva sul mercato. La presenza di uno storico istituto di credito nella Società rappresenta la crescente fiducia del settore bancario al mercato dei digital asset anche a seguito della nuova regolamentazione europea MICAR.

La presenza di un istituto di credito nel capitale sociale è inoltre sinonimo di fiducia, trasparenza e sicurezza, valori cardine su cui si fonda Cryptosmart e che vogliamo trasmettere alla nostra clientela. Per quanto riguarda il lato operativo stiamo lavorando per offrire alla nostra clientela servizi a valore aggiunto che uniscono tradizione e innovazione, favorendo inoltre l’adozione di asset digitali attraverso un accesso facile e sicuro per chiunque.

L’acquisizione di IBX AG e il token BHP aprono scenari interessanti ma anche questioni regolamentari

Domanda 4: State sviluppando il servizio di mining attraverso il token BHP con datacenter in Islanda, Canada e USA. Come si integra questo servizio con il regime amministrato? Il rendimento del mining sarà considerato reddito diverso con tassazione separata? E come gestite il rischio reputazionale del mining Bitcoin in un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità ambientale, specialmente considerando la vostra partnership con una banca tradizionale?

Alessandro Ronchi: Il token BHP (Bitcoin Hash Power) è un prodotto consolidato che offriamo ai nostri utenti e che permette a tutti di partecipare agevolmente all’attività di mining di Bitcoin; applicheremo anche per questo prodotto il regime fiscale amministrato qualora l’utente scelga questa opzione.

Le ricompense in Bitcoin ricevute dal possessore del token BHP e frutto dell’attività di mining rientrano nei redditi diversi e saranno oggetto di tassazione; sarà quindi Cryptosmart, assumendo il ruolo di sostituto d’imposta a calcolare, trattenere e versare le imposte sulle plusvalenze maturate dagli utenti, eliminando qualsiasi incombenza fiscale per gli stessi.

La visione di lungo periodo sul mercato crypto italiano sembra ottimista nonostante le sfide

Domanda 5: Dottor Ronchi, dal prossimo 2026 l’aliquota fiscale salirà al 33%, tra le più alte in Europa. Come conciliate questa visione ottimista con un contesto fiscale che potrebbe spingere ulteriormente gli investitori verso giurisdizioni più favorevoli? E quale ruolo potrebbe giocare Cryptosmart nel dialogo con le istituzioni per una fiscalità più competitiva?

Alessandro Ronchi: Facciamo parte di AssoCASP che è l’Associazione Crypto Asset Service Providers italiana, ovvero un’associazione di categoria che si propone di rappresentare, tutelare e supportare gli operatori che forniscono servizi legati ai crypto asset in Italia. AssoCASP si pone come interlocutore tra il mondo cripto e le istituzioni italiane (Autorità, Stato, enti regolatori) e quindi auspichiamo che l’aliquota fiscale possa rimanere al 26% anche per gli anni futuri.

Tengo inoltre a precisare che la tassazione segue la residenza fiscale dell’utente, non il luogo dove ha sede legale l’exchange, pertanto un utente che risiede in Italia anche se opera su piattaforma straniere dovrà sottostare all’aliquota fiscale del 26%, pertanto se investitori intendono operare in paesi con giurisdizioni fiscali più favorevoli devono trasferire la propria residenza, il che non è così agevole.

Le nostre considerazioni a margine dell’intervista al Dott. A. Ronchi

L’intervista con Alessandro Ronchi conferma che Cryptosmart sta puntando decisamente sulla carta della conformità normativa e della qualità del servizio per distinguersi nel competitivo mercato degli exchange crypto. Il regime amministrato rappresenta indubbiamente un vantaggio competitivo significativo, soprattutto per gli investitori con patrimoni importanti che cercano semplificazione fiscale e riduzione del rischio di errori dichiarativi.

La partnership con Banca Popolare di Cortona segnala inoltre una crescente convergenza tra il mondo della finanza tradizionale e quello delle criptovalute, un trend destinato ad accelerare con l’entrata in vigore del regolamento MiCA e la progressiva normalizzazione del settore crypto nell’ecosistema finanziario europeo.

Resta da vedere come il mercato risponderà all’aumento dell’aliquota fiscale al 33% previsto per il 2026 e se altri operatori, sia italiani che internazionali, seguiranno la strada tracciata da Cryptosmart nell’implementazione del regime amministrato. Una cosa è certa: il panorama fiscale delle criptovalute in Italia sta rapidamente evolvendosi, e gli investitori dovranno adattarsi a un contesto regolamentare sempre più strutturato.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Più votati
Più nuovi Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments