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Coinbase: rivedere anti-riciclaggio nei pagamenti (anche crypto). Parte la super discussione

Servirebbe un aggiornamento delle regole anti-riciclaggio, dice l'exchange.

Ci aspettavamo che la discussione avrebbe prima o poi coinvolto le regole anti-riciclaggio, ma non così facilmente. Uno dei temi dei quali si parla meno volentieri in ambito crypto è proprio quello delle normative AML – sulle quali si è espresso ieri il CLO di Coinbase, Paul Grewal, ovvero il massimo dirigente dell’exchange per quanto riguarda i temi legali.

Le regole attuali sarebbero obsolete, poco utili all’interruzione di certi traffici e i buoni dovrebbero aggiornarsi per rimanere quantomeno allo stesso livello dei cattivi, che di innovazione ne sanno e ne fanno sempre di più.

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Una questione di costi, di efficacia e anche di democrazia

Le norme AML hanno una caratteristica assai peculiare: nessuno può esprimersi pubblicamente contro senza essere tacciato di essere, a turno, amico dei terroristi, dei trafficanti di esseri umani o dei signori della guerra. In realtà il sistema AML ha dei costi oggi improponibili, soprattutto se messi in correlazione con i modesti risultati che è in grado di ottenere. Pochi disturbi per i criminali veri, enormi costi per i cittadini comuni e le banche e più in generale un sistema che tiene fuori qualunque nuovo player potenziale nel settore dei pagamenti.

I costi di compliance sono tali da rendere molto difficile l’ingresso di nuovi concorrenti in uno spazio, quello dei pagamenti, che è tra i più importanti per la nostra vita moderna.

Coinbase sta chiedendo emendamenti al Bank Secrecy Act – per includere identificazioni decentralizzate, zero-knowledge proofs che sono in grado di tutelare maggiormente la privacy e più ampiamente di rivedere i processi di identificazione degli utenti finali. Processi che ad oggi espongono documenti e identità al furto e che – aggiungiamo noi – hanno dei costi enormi di gestione – senza che riescano efficacemente a fermare alcunché.

Coinbase, tramite il suo CLO Paul Grewal – ha anche chiesto l’implementazione di sistemi basati su API con delle regole chiare, nonché l’integrazione di sistemi KYT – Know your Transaction – con sostegno di blockchain e anche tecnologie AI.

Sarà la battaglia fondamentale?

In realtà si tratta, come abbiamo anticipato, anche di questioni che attengono alla possibilità per i nuovi player di competere con i vecchi. Chi ha già tanti clienti e un volume di affari enorme può sostenere i costi di compliance, mentre per tutti gli altri l’intera questione si trasforma in una barriera all’ingresso che rende poi – per la generalità delle persone – i mercati meno competitivi.

Curioso come anche questa discussione stia avvenendo negli USA, mentre in Europa tutto tace. Le leggi AML sono scritte sulla pietra, e nessuno vuole cancellarle, ma anche soltanto discuterle.

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