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Da Bitcoin all’ISIS al carcere: l’incredibile storia di un aspirante terrorista negli USA

Dall'ufficio di collocamento del terrore alle prigioni federali. Con in mezzo Bitcoin.

Se vuoi provare a entrare nell’ISIS (si scherza, ça va sans dire) meglio non fidarsi troppo dei pagamenti in Bitcoin. Sono pseudo-anonimi, è vero, ma se il vostro reclutatore è in realtà un informatore dell’FBI, potreste finire in galera invece che a lottare sul campo contro l’Occidente e i suoi valori.

È questo quanto accaduto a Jibreel Pratt, che ora dovrà passare 9 anni come ospite forzato del governo federale degli Stati Uniti. Tra le altre cose, aveva donato all’ISIS in Bitcoin, nella speranza di finanziare le spese cui deve pur far fronte un’organizzazione terroristica.

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Dall’ufficio di collocamento dell’ISIS alla galera

Jibreel Pratt è stato appena condannato a 9 anni di galera. Si è dichiarato colpevole dopo aver donato all’ISIS tramite Bitcoin e aver consegnato a un informatore dell’FBI documenti strategici e un video dove giurava fedeltà eterna al gruppo.

Nonostante l’ampio ricorso a VPN, crittografia e Bitcoin, l’apprendista terrorista passerà i prossimi nove anni della sua vita in un carcere federale.

Per entrare infatti nel gruppo terroristico, Pratt era venuto a contatto con un informatore dell’FBI, ritenuto però dal futuro ospite delle carceri federali, un membro dell’ISIS duro e puro.

Cosa c’entra Bitcoin? Non troppo, se non fosse che l’aspirante terrorista ha in realtà tentato di finanziare delle operazioni pagando proprio su questo network e con questo asset.

Lo pseudoanonimato garantito da Bitcoin però non è stato sufficiente. E non sono stati necessariamente i trasferimenti avvenuti nel marzo e maggio 2023 ad averlo… inguaiato. A far scoprire il tentativo è stato infatti il più umano degli errori: Pratt era sì entrato in contatto con un membro dell’ISIS, che però al tempo stesso era anche informatore federale.

La condanna è un messaggio forte per chiunque voglia supportare le organizzazioni terroristiche straniere, con mezzi finanziari o con altro. L’FBI non rimarrà a guardare e non permetterà che queste attività abbiano luogo negli Stati Uniti.

Questo il messaggio dell’agente speciale alla guida dell’operazione, Jennifer Runyan.

Allerta massima del governo USA su certi trasferimenti

Gli Stati Uniti, principalmente tramite l’FBI, hanno da tempo intensificato i controlli sui canali di finanziamento crypto di certe attività terroristiche.

Una mossa che in realtà ha già dato in passato i suoi frutti, anche in tempi non sospetti.

Ora per Pratt si apriranno le porte del carcere e non quelle della lotta sul campo all’Occidente e a tutto ciò che lo rappresenta.

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