Home / Bitcoin deve ancora DIGERIRE il CROLLO del 10 ottobre: 5 fattori da considerare oltre l’analisi dei prezzi

Bitcoin deve ancora DIGERIRE il CROLLO del 10 ottobre: 5 fattori da considerare oltre l’analisi dei prezzi

Alcune riflessioni sull'outlook di mercato.

Bitcoin non ha ancora smaltito del tutto le scorie di quel maledetto venerdì 10 ottobre, giorno che tutti voi ricorderete visti gli effetti devastanti che ha prodotto su tutto il mercato. Quell’evento forzato di develeraging ha chiaramente incrinato il sentiment del pubblico retail, portando un clima di sfiducia e di incertezza che stanno avendo la meglio sulle contrattazioni, anche ad oltre un mese di distanza.

Oggi Bitcoin (BTC) è in lieve recupero con un +1,5% su base daily, ma siamo ben lungi dal poter dire di essere tornati in piena fase di ripresa. Per quanto, come abbiamo più volte ricordato in questi giorni, l’outlook sembri in realtà meno grave di quello che si pensi, ci sono ancora dei fattori da dover considerare che complicano il quadro complessivo d’analisi. Li riassumiamo insieme in questo articolo!

Oggi è Black Friday in casa Bybit: tanti sconti, promozioni e premi fino a $150.000 per i nostri lettori che si iscrivono da qui all’iniziativa. Approfittane in questo momento così delicato per i mercati!

1- La palla è attualmente in mano agli orsi

Da quel venerdì nero, Bitcoin si è mosso segnando in modo netto massimi e minimi decrescenti sul grafico, con i prezzi che nella scorsa settimana hanno addirittura rotto al ribasso il livello psicologico dei $100.000. Ma soprattutto, nell’ultimo mese è mezzo, il grosso della spinta speculativa è arrivato dalla parte dell’offerta. 

Secondo il Positioning Index di CryptoQuant, metrica che misura la direzione complessiva e l’intensità del posizionamento nel mercato dei futures, emerge una chiara pressione ribassista. Ciò significa che il mercato è fortemente sbilanciato su posizioni short, in linea con quanto accaduto durante il calo del primo trimestre del 2025, e con gli orsi che tengono in pungo la situazione. 

Tuttavia a vantaggio dei tori, vediamo l’indicatore tornare in territorio positivo nelle ultime ore, ma è ancora un segnale prematuro che dovremo forse contestualizzare qualche dato rialzista in più prima di poter asserire di aver toccato veramente il fondo.

Indice Bitcoin
Positioning Index BitcoinFonte dati: https://x.com/AxelAdlerJr

2- L’open interest su Bitcoin non accenna a recuperare

Un’altra evidente conseguenza della violenta liquidazione del 10 ottobre è la mazzata sull’open interest in relazione ai mercati derivati. Prima di quel giorno avevamo oltre $43 miliardi di posizioni aperte, mentre ora il numero si è ridotto a $33 miliardi, senza accennare minimamente ad un possibile recupero. Contestualmente anche il funding rate si è indebolito, andando a toccare talvolta anche zone di tassi negativi.

Tutti segnali che spiegano un pò come gli investitori si siano, almeno in parte, stancati di essere spazzati via da eventi improvvisi,  e che ora come ora sembrano ostili a cercare posizionamento in leva su Bitcoin, specialmente se con obiettivi direzionali rialzisti. Detto ciò appare comunque quantomeno curiosa la divergenza in atto tra prezzi in ribasso, ed open interest che rimane sostanzialmente piatto.

Per avvalorare la tesi di possibile recupero rialzista, ci piacerebbe osservare un aumento della metrica, o una ripresa degna di nota dei volumi sulle piazze spot, cosa che ancora oggi tarda ad arrivare. 

OP Bitcoin
Open interestFonte dati: https://coinalyze.net

3- I long sono quasi tutti liquidati

Di quei pochi operatori e degen rimasti a scommettere a leva sul prezzo di Bitcoin, notiamo una netta prevalenza degli shortisti, visto che i long più audaci sono ancora fermi a leccarsi le ferite. Negli ultimi 30 giorni praticamente quasi tutti i trader esposti con target a rialzo hanno subito danni, a meno non impiegassero una strategia particolarmente conservativa ed orientata al medio periodo.

Ora come ora rimane solo qualche cluster da liquidare in zona $89.000-$93.000, mentre la maggior parte dell’open interest proviene da trader che stanno incrementando l’esposizione al ribasso. Non è ovviamente un bene per Bitcoin ma leggendo la situazione in ottica contrarian, possiamo dire almeno che si sta formando un livello di liquidazione talmente importante sopra i $110.000, che qualora venisse colpito potrebbe creare le condizioni per uno short-squeeze.

Non c’è più inoltre un ottimo rapporto di risk/reward per gli short sul breve periodo, ed i tardivi potrebbero essere presi in contropiede se la domanda tornasse a reagire come si deve.

mappa liquidazioni bitcoin
Liquidation HeatmapFonte dati: https://x.com/joao_wedson

4- Il sentiment degli investitori è a pezzi

Basta farsi un giro su CT o sui vari gruppi telegram dei crypto bros per rendersi conto che il clima è tra i più pessimisti dell’ultimo ciclo. Per la maggioranza dei partecipanti siamo in bear market e dovremmo scavare molto più in fondo prima di poter ripartire, mentre per altri questa potrebbe essere un’ottima opportunità per comprare a sconto.

Chi ha ragione? Non è facile dirlo, soprattutto perché potremmo comportarci come ad aprile 2025, dove la paura massima ha accompagnato poi il bottom dei prezzi e un successivo rally,, o come a metà 2022, quando il sentiment è rimasto basso per mesi mentre Bitcoin perdeva terreno poco per volta fino ad incassare il colpo definitivo con la bancarotta di FTX.

Sentiment Bitcoin
Sentiment di mercato AlphractalFonte dati: https://x.com/Alphractal

5- La volatilità realizzata di Bitcoin è in aumento, ma non troppo

Tra agosto e settembre Bitcoin aveva toccato i minimi annuali in termini di volatilità realizzata dei prezzi, anticipando quella che sarebbe stata probabilmente una fase antecedente ad un aumento delle fluttuazioni. Oggi, a distanza di qualche settimana, vediamo la volatilità 1 week esplosa fino ad oltre il 50%, con un dato simile anche per orizzonti temporali di breve.

Ad ogni modo la volatilità realizzata di Bitcoin su time frame lunghi rimane ancora sostanzialmente bassa rispetto al suo storico, segno evidentemente che l’asset ha aggiunto più maturità con l’aumento della sua market cap, e che probabilmente nel tempo vedremo ridursi sempre più gli excursus dei suoi movimenti, seppur con un imprevedibilità che rimane il suo marchio di fabbrica.

Volatilità Bitcoin
Volatilità realizzataFonte dati: https://studio.glassnode.com/

Anche la volatilità implicita di Bitcoin, cioè quella prezzata dai premi delle opzioni, è in un aumento, come segno che i trader di opzioni rimangono cauti in uno scenario simili, in attesa di segnali più convincenti prima di scommettere direzionalmente al rialzo.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Più votati
Più nuovi Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments