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BOND USA CRISI

Stablecoin: a rischio mercato bond sovrani in caso di bear market crypto

Le stablecoin possono mettere in crisi i bond USA? Arrivano i primi gridi di allarme.

Le stablecoin continuano a turbare i pensieri dei banchieri centrali di mezzo mondo. Uno degli ultimi a esprimersi è stato il governatore della Banca Centrale Olandese, Olaf Slejpen – che ha affermato che un eccessivo peso delle stablecoin basate sul dollaro (in termini di incidenza sul debito di breve, aggiungiamo noi) potrebbe innescare vendite flash di questi titoli.

Il discorso è in realtà simile a quello fatto tempo fa da BIS e anche da altre entità istituzionali di quel livello: le stablecoin possono avere domanda e dunque capitalizzazione che variano grandemente, soprattutto durante un bear market – e questo potrebbe portare gli utenti a convertirle in valuta classica – e i gestori dunque a scaricare a mercato i bond. Una posizione che – almeno superficialmente – sembrerebbe essere condivisibile e che però apre a tutta una serie di altre considerazioni. Non tutti sono infatti d’accordo, a partire dall’uomo in Fed di Donald Trump, ovvero Stephen Miran.

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Bear market: sarà eventualmente un problema anche per il Tesoro USA?

Potrebbe, almeno secondo la lettura che molti hanno dato della situazione. Partiamo però dal principio: gli USA hanno aperto le braccia alle stablecoin, anche perché queste acquistano debito a breve scadenza, contribuendo a ridurne il costo. Le loro dimensioni cominciano a essere importanti, soprattutto per Tether e USDC – e dunque sono considerate almeno dall’attuale amministrazione una sorta di forza del bene per le sconquassate finanze pubbliche.

Cosa succederebbe però in caso di bear market? I pessimisti ritengono che:

  1. Ci sarà meno domanda per le stablecoin
  2. Essendoci meno domanda, queste verranno convertite in valuta classica
  3. La conversione prevede la liquidazione da parte dei gestori dei bond che hanno

Potrebbero dunque riversarsi sui mercati miliardi di dollari in bond – tra le altre cose tutti di breve scadenza – sul mercato. La cosa porterebbe, almeno per i profeti di sventura, caos e distruzione sul regolare svolgimento dei mercati dei bond. Cosa che è di massima preoccupazione, perché si tratta di uno dei mercati fondamentali e sul quale gli USA (come tanti altri stati) puntano per finanziare le loro attività.

È davvero un problema?

Dipende dalla taglia che raggiungeranno i principali emittenti di stablecoin. Vale inoltre la pena di ricordare che queste società investono denaro anche in strumenti “simili”, come i REPO e gli INVERSE REPO e che nel caso di grande crescita dei loro depositi, probabilmente arriverà una distribuzione più ampia delle riserve.

Rimarrà però questa – come ricorda il governatore della banca centrale olandese – una delle questioni da “risolvere”, a patto che si possa davvero.

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la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
21 giorni fa

non è tanto questione di “se” o di “come”, ma di “quando”. Magari sarà una vendita di massa di USDT, magari i rettiliani, magari il fantasma di Charlie Munger… o magari i debiti pubblici saranno diventati talmente alti che nemmeno le stablecoin potranno più salvarli.
Per adesso i calciatori di lattine sono riusciti -per l’enensima volta- a spostare la questione un po’ più in là, diamogliene atto!
… lontano dagli occhi, lontano dal cuore… forse!