Mentre scriviamo questo articolo Ethereum è scambiato a circa $2.910, con un prezzo in calo del 41% dai massimi di metà agosto. La seconda moneta del mercato crypto arriva da quattro sessioni settimanali al ribasso, rese complesse da un’incertezza lato macro che ha danneggiato un po’ tutti gli asset risk-on e da un sentiment pessimo degli investitori.
Ora ETH sta provando a recuperare il terreno perso ma la narrativa di breve periodo continua a essere dominata da volatilità elevata, flussi di investimento ridotti degli ETF e una certa avversione al rischio da parte degli operatori professionali. C’è però qualche dato on-chain che ci suggerisce che l’asset potrebbe forse essere sottovalutato rispetto al suo “fair value”. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Ethereum sottovalutato?
Non è un buon momento speculativo per Ethereum, e non lo è in generale per tutti gli asset del settore crypto. Ottobre e novembre, che sulla carta dovevano essere mesi bullish, si sono rivelati invece spietati a livello di price action, portando ETH a perdere forse un pochettino più del dovuto rispetto ad altre correzioni storiche.
Secondo infatti l’indicatore MVRV Z-Score, che misura quanto il prezzo di mercato si discosta dal valore “realizzato” della rete, cioè il prezzo medio a cui ogni ETH è stato effettivamente spostato on-chain, Ethereum si trova oggi in un’area vicina alla sottovalutazione. Non significa automaticamente che il bottom sia stato toccato, ma che la parte più intensa della correzione potrebbe essere ormai alle spalle.
C’è chiaramente ancora spazio per scendere, e tutto dipenderà dalle condizioni macro e dalla capacità di Bitcoin di trovare un nuovo equilibrio. Tuttavia, diciamo che siamo vicini a una zona dove la moneta in passato ha spesso rimbalzato e toccato il suo più basso di ogni ciclo. Questo da un certo punto di vista ci rassicura perché, rispetto al passato, lo stesso livello di MVRV Z-Score era apparso in momenti decisamente più bearish di quello attuale.

Siamo vicini ad un’inversione?
Non è facile dirlo con certezza, e come accennato prima, c’è ancora la possibilità di un’altra spinta al ribasso da parte dell’offerta, almeno secondo i modelli storici. Addirittura, proprio in questo momento stiamo approcciando valori di perdite non realizzate degli short-term holders molto pericolosi, che storicamente hanno portato ad una capitolazione.
Ogni volta infatti che la metrica NUPL per la coorte degli STH (entità che hanno mosso coins entro 155 giorni) è scesa sotto il valore di -0,4, il grafico di Ethereum ha registrato grossi scossoni ribassisti, l’ultima occasione ad esempio a marzo 2025. Altre volte in passato a maggio 2022 ed agosto 2018, in entrambi i casi prima di una pesante leg down.
Allo stesso tempo l’indicatore ci dice però che verosimilmente siamo vicini ad una fase dove gli investitori più orientati alla speculazione di breve termine potrebbero uscire dai giochi e lasciare spazio a mani più pazienti. In genere è un ottimo segnale perché da lì poi il prezzo tendenzialmente rimbalza e torna a spingere al rialzo.

Momento estremamente delicato
Come avete potuto intuire, l’attuale fase della price action di Ethereum è estremamente complessa: i prezzi potrebbero facilmente rimbalzare da un momento all’altro in quanto siamo oggettivamente vicini ad una condizioni di sottovalutazione rispetto ai parametri storici. Ad ogni modo c’è comunque la possibilità di un nuovo dump profondo alla prima brutta notizia o al primo cigno nero che spaventerà gli ultimi retail rimasti sul mercato.
L’obiettivo nel breve periodo se vogliamo lasciarci alle spalle i ribassi e sancire con maggiore sicurezza il bottom, è quello di portarci sopra i $3.300, area dove troviamo parecchie liquidazioni degli short pronte a saltare. Da lì l’obiettivo superiore sarebbe quello dei $3.600, ma intanto recuperare questi punti con il sostegno dei volumi potrebbe essere un ottimo segnale di fiducia.

Se invece Ethereum ritornerà a far visita all’estremo inferiore dei $2.600, le cose si faranno molto più complesse e dovremmo poi valutare la possibilità di un’estensione ribassista, alternata a fasi deboli di consolidamento e potenzialmente prolungata per diversi mesi.
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diciamo che siamo nel bel mezzo di un black friday anche per quel che riguarda il settore cripto, ETH e Bitcoin in particolare