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Michael Burry ha attaccato nuovamente Bitcoin con queste parole: “…tulip bulb of our time and worthless at $100,000…”.
Abbiamo perso il conto di quante volte Bitcoin sia stato dichiarato morto e poi risuscitato, così come innumerevoli sono stati gli attacchi provenienti dalla grande finanza negli anni.
Le infinite “morti” di Bitcoin
Uno dei più clamorosi è stato quello di Larry Fink, CEO di BlackRock, che nel 2017 dichiarava con pervicacia: “Bitcoin is an index of money laundering” (Indice di riciclaggio di denaro).
Oggi BlackRock, con il suo ETF iShares Bitcoin Trust (IBIT), ha un AUM di 70,69 miliardi di dollari, risultando il più grande per capitalizzazione da mesi.
Chi è davvero Michael Burry
Per chi non lo conosce, Burry è un gestore di hedge fund reso famoso dal film “The Big Short”. Ha studiato da medico, ma divenne celebre per aver previsto e scommesso con successo sul crollo del mercato immobiliare subprime che causò la crisi del 2008. È tecnicamente un contrarian che cerca bolle speculative, criticando spesso l’eccesso di rischio nei mercati attuali.
Attualmente sta puntando il dito contro il mondo dell’AI, l’eccesso di investimenti e la mancanza di utili. Ha inoltre posizioni corte dichiarate contro Palantir (già chiusa in guadagno), Nvidia e, da ultimo, Tesla. Si perdono però le dichiarazioni negli anni di operazioni short andate poi male.
Panoramica del vettore principale di lungo periodo
Venendo ai fatti reali di Bitcoin, riportiamo un grafico monthly dove abbiamo una panoramica storica del vettore che attualmente comanda, quello che va dal minimo di novembre 2022 a 15.479$ sino ad oggi. Qui si può cogliere una lunga fase di uptrend ancora in atto, alla faccia di chi vedeva già un mercato bearish.
La forte correzione di novembre e l’area supportiva chiave
Soffermandoci sugli ultimi due mesi, si nota la forte correzione di novembre, con un -17,50%, risultata una delle peggiori chiusure degli ultimi tre-quattro anni insieme a quella di febbraio scorso. BTC è sceso sull’area supportiva tra gli 84 e 87.000$, che avevamo più volte evidenziato come primo livello di supporto rilevante di lungo termine.
Ripartenza del trend e resistenze vettoriali da superare
Il mese di novembre ha comunque chiuso sopra questo livello. Dopo un inizio di dicembre in forte ribasso nella prima giornata, il prezzo è ora in ripartenza. Su questa view grafica emergono i due livelli di resistenza vettoriali principali: il primo in area 98.200$ e il successivo in area 103.600$. Un breakout di quest’ultimo confermerebbe una ripresa completa del trend, con pieno rientro in un uptrend strutturato e nuove possibilità di allunghi rialzisti.
Dal quadro di lungo periodo al breve su Bitcoin
Passiamo dal quadro di lungo periodo a quello più stringente del breve periodo, osservando il grafico daily di Bitcoin, dove riportiamo la panoramica dell’andamento del prezzo dagli ultimi massimi di ottobre. In quel momento il prezzo si era fermato sulla resistenza dei 114.000$, da cui è poi iniziata la lunga fase di contrazione, ben visibile sul grafico con la sequenza di massimi e minimi decrescenti.
Il rimbalzo sull’area di supporto e Hammer
Osservando l’andamento degli ultimi 15 giorni si nota la fase di rimbalzo avvenuta sull’area di supporto, dove BTC ha anche evidenziato un’inversione con una candela Hammer dopo uno spike ribassista a 80.715$, chiudendo però la daily sopra il livello. Da qui il prezzo ha sviluppato una serie di swing.
Il test della resistenza a 94.000$
Dopo un inizio di dicembre al ribasso, BTC è arrivato a toccare l’area di resistenza che abbiamo più volte evidenziato in area 94.000$. L’ha toccata ieri e oggi ci sta lavorando sotto. Abbiamo più volte evidenziato come il breakout di questo livello confermerebbe la forza del rimbalzo, dando un segnale di “serietà” al movimento.
Allo stato attuale, BTC quota 93.513$, il rimbalzo corrisponde a un +15,60% rispetto al minimo di due settimane fa. Superato questo livello, scattano poi i livelli principali individuati in precedenza, che rappresentano i target strutturali del movimento rialzista.
