I giorni che precedono il FOMC, la riunione di Fed che decide sui tassi di interesse, non sono mai dei più tranquilli. O dei più facili da interpretare. L’ennesima riprova di questo timore nelle giornate pre-riunione arriva dall’apertura della sessione USA, che nonostante un dato “negativo” per i tagli ha visto il grosso delle criptovalute sparare verso l’alto.
Un pump in piena regola, che ha incontrata a dire il vero difese da parte degli orsi piuttosto modeste – e che però ora dovrà essere confermato in avvicinamento alla giornata clou della settimana e del mese – quel 10 dicembre che sarà importante per capire l’aria che tira da Fed (anche per i mesi successivi).
Tutto il mercato su: azioni crypto sugli scudi
Corrono innanzitutto le azioni crypto, con $COIN, $MSTR, $RIOT, $MARA, $GLXY che fanno registrare delle corse importanti e in alcuni casi (vedi Galaxy e CleanSpark) in doppia cifra.
Fanno bene anche le crypto classiche però: Bitcoin nel momento in cui scriviamo viaggi abbondantemente sopra i 93.000$, Ethereum in quota 3.300$ e il resto del settore ancora meglio, con un ottimo recupero anche di $SOL e $DOT.
Tutto questo mentre alle 16:00 ora italiana è venuto fuori un dato che avrebbe dovuto comandare il contrario: i JOLTS, ovvero i nuovi posti di lavoro negli USA, hanno registrato un numero superiore alle aspettative in modo significativo, cosa che dovrebbe portare Fed a cambiare idea. Probabilmente però è già troppo tardi, e i mercati hanno interpretato la notizia come un segnale di resilienza dell’economia USA, forse data per morta, ancora una volta, troppo presto.
Qui il nostro speciale sul FOMC di domani, che ti spiega anche come si orienterà la riunione più importante del mondo economico e finanziario per i prossimi mesi.
Un pump non fa primavera: a caccia di certezze, probabilmente però…
…soltanto da domani, dopo che avrà parlato Jerome Powell e sarà emerso un quadro possibilmente più chiaro della situazione da Fed. Non ci aspettiamo che JPow sia particolarmente cristallino nel rispondere ai giornalisti, ma sarà interessante capire in quanti dei dodici che votano hanno atteggiamenti aperti a tagli sostanziosi e sostanziali anche per il 2026.
Per ora i mercati ne prezzano tra 2 e 3, anche se la situazione dipenderà in larga parte da giochi politici che partono dalla Casa Bianca, arrivano da Federal Reserve e hanno già creato una sorta di scontro epico in stile guerra fredda.
Trump ha ancora degli assi nella manica, Jerome Powell probabilmente dovrà rispondere di fino, cercando di non perdere potere all’interno di un FOMC che si preannuncia comunque come spaccato. Da un lato il board (tranne Powell), dall’altro lato invece (quello più hawkish) i governatori delle sedi regionali di Fed.
Noi seguiremo la conferenza stampa di Powell in diretta sul nostro canale VIP domani, dalle 20:25.
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