Ci vuole poco a sparare numeri sull’onda dell’entusiasmo e ci vuole altrettanto poco a rivedere certe… previsioni. È di nuovo il caso di Standard Chartered, che ora per fine 2025 vede Bitcoin alla metà della sua previsione precedente. Un ritocco non da poco, che speriamo per il futuro porti a più miti consigli tutti gli operatori con una reputazione come quella di Standard Chartered.
100.000$ per fine 2025, mentre prima si viaggiava sparati verso i 200.000$, cifra che in realtà era diventata molto popolare tra diversi gestori, compreso uno che il nostro direttore Alessio Ippolito si è preoccupato di sbugiardare in tempi non sospetti.
Previsioni mancate: è il turno anche di Standard Chartered
C’è una buffa teoria che condividiamo nella redazione di Criptovaluta.it®, tra il serio e il faceto e che forse è più vera di tante previsioni dei super-fondi e delle super-banche. La teoria è la seguente: e se quello che abbiamo vissuto nel 2025 fosse in realtà un bear market? Potrebbe essere il caso, ne abbiamo parlato anche sul Canale VIP, e a confermarlo ci sarebbe anche un segnale inequivocabile da (fine del?) bear market.
Ovvero le previsioni strampalate di tanti big player del settore, di quelli che dovrebbero saperne di più di noi comuni mortali e che puntualmente, ogni tot anni, si sbilanciano troppo sull’onda dell’entusiasmo.
Ultima a cadere è Standard Chartered, che quando al nuovo anno mancano soltanto 3 settimane, ha deciso di rivedere le sue previsioni su Bitcoin del 50%. Non del 5%, ma della metà. Mentre prima il gruppo indicava infatti i 200.000$ entro fine anno, ora si accontenterà di 100.000$. Obiettivo più abbordabile – e curiosamente inferiore al prezzo di quando certe previsioni hanno preso a girare.
Si può certamente sbagliare
Si può certamente sbagliare. E anzi, soltanto chi non fa mai previsioni non sbaglia mai. Tuttavia, sembrerebbe che nulla o quasi si sia imparato dal ciclo del 2021-22, quando tanti investitori comunque molto blasonati avevano indicato con certezza il raggiungimento dei 100.000$.
Se tra i crypto bro – che di senso della misura ne hanno sempre avuto poco – la cosa è più che giustificabile, forse dovrebbe esserlo meno tra banche d’affari e fondi, soprattutto quando vendono servizi collegati alla potenziale ascesa di Bitcoin e criptovalute.
Cambieremo mai? Probabilmente no. Cambieranno mai? Ibidem. È un mondo che ci piace anche per il suo scarso senso della misura, che però ci saremmo immaginati in… miglioramento una volta compiuta la “fusione” tra TradFi e finanza Bitcoin. E invece siamo forse noi ad aver infettati i vecchi dinosauri di Wall Street.
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