Arriva la prima contromossa ufficiale di $MSTR Strategy ai rumor di esclusione dagli indici MSCI. La prima notizia è che ci sarebbe del vero, dato che Saylor la scorsa settimana aveva confermato contatti con il potente gestore di indici. La seconda notizia è che ora vuole coinvolgere più persone possibili a difesa della sua permanenza all’interno degli indici suddetti.
Strategy ha pubblicato sul suo sito internet una lettera indirizzata a MSCI, corredata anche di bottoni per inviare una lettera simile, con il proprio… indirizzo e-mail. Vedremo se la mossa sortirà l’effetto sperato – ovvero indurre MSCI al ripensamento – oppure se finirà nel cassetto delle iniziative bizzarre di un imprenditore decisamente sui generis come Michael Saylor.
La lettera di Strategy
La lettera è stata resa pubblica ed è indirizzata al comitato di MSCI, che dovrebbe essere responsabile delle regole per l’inclusione o meno di un titolo nei suoi indici.
Strategy Inc. vi scrive in risposta all’invito al feedback da parte di MSCI Global Investable Markets Indexes, che vorrebbe escludere tutte le società le cui detenzioni in asset digitali superano il 50% o più degli asset complessivi.
In punta di piedi, se vogliamo, citando appunto la richiesta di feedback da parte degli investitori e di chi è direttamente coinvolto non nella decisione, ma nei potenziali effetti che potrebbe sortire.
I punti di Strategy sono diversi e… tutti interessanti:
- Le DAT sono società operative e non fondi di investimento
Il punto sollevato da Strategy è che le DAT non sono veicoli passivi di investimento nel mondo crypto, ma piuttosto società che utilizzano le criptovalute (e Bitcoin nel caso specifico di MSTR) per creare ritorni. Strategy, dice la lettera firmata dalla società:
Offre strumenti di credito con collaterale in Bitcoin, strumenti analoghi a quelli offerti dalle banche e dalle assicurazioni.
- Il 50% è una soglia arbitraria
Per Strategy la soglia indicata da MSCI – ovvero il 50% – sarebbe completamente arbitraria e finirebbe per imporre un trattamento ingiusto a società che hanno crypto rispetto a quelle che hanno altre materie prime in cassa, come possono essere petrolio, legname, oro, immobili.
- Indici… passivi?
È la domanda che in realtà si erano già fatti non solo da Strategy, ma anche da Bloomberg. Quanto possono essere attive le decisioni di indici che dovrebbero essere, a rigor di logica, passivi?
- Stop a innovazione
In ultimo c’è anche spazio per la politica, perché $MSTR fa notare che l’aria che tira a Washington oggi è ben diversa (e più piacevole per le crypto e Bitcoin rispetto a pochi mesi fa) e che MSCI si assumerebbe così la responsabilità di rallentare l’innovazione.
Segue poi una relativamente lunga discussione sulla natura di Bitcoin come asset, con i punti salienti però che rimangono quelli che vi abbiamo indicato poco sopra.
Chiesta la partecipazione di tutti
È un Michael Saylor in versione capopopolo, che vuole coinvolgere più persone possibili a sostegno delle sue ragioni.
Su questa pagina è possibile inviare una mail a MSCI con le stesse rimostranze – e sostenere appunto la permanenza di MSTR negli indici MSCI.
Un problema?
Probabilmente i mercati hanno già in parte scontato quella che sarebbe un’importante problematica per $MSTR, che venendo eventualmente espulsa dagli indici MSCI finirebbe per perdere tanti investimenti passivi legati agli ETF e ai fondi che replicano tali indici.
La decisione definitiva di MSCI è attesa per metà gennaio.
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