A più di un anno dal giuramento di Donald Trump e a poco meno di un anno dall’inizio effettivo del suo secondo mandato, si possono tirare le somme di un impegno concreto a favore di Bitcoin e crypto durante la campagna elettorale e – si lamentano in molti – molto meno concreto sul piano effettivo.
In realtà di promesse fatte durante la campagna elettorale ne sono state già rispettate tante. Altre dovranno superare la resistenza dell’opposizione (con la quale ci si deve per forza di cose accordare). Di altre ancora non se ne parla più – e probabilmente non se ne parlerà ancora a lungo. Serve però una premessa: in tanti sono arrabbiati non per questioni pratiche, ma perché i prezzi non sono un granché rispetto all’apertura del 2025.
Promesse rispettate da Donald Trump a tema crypto
Cercheremo di non essere politici e di guardare nel modo più neutrale possibile a quanto è effettivamente avvenuto nel corso di 11-13 mesi, ovvero quelli che separano il risultato delle elezioni USA da oggi.
- Liberazione di Ross Ulbricht
Non era una questione di mercato. Era una questione più ideologica. Era nei pieni poteri di Trump. È già avvenuta, in modo rapido e indolore. Prima promessa rispettata.
- Leggi per le stablecoin
Le stablecoin sono di gran lunga il sotto-comparto del mondo crypto che più ha guadagnato dall’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Sono passate rapidamente da tecnologia finanziaria avversata dal grosso degli stati USA, allo status di ingranaggio fondamentale sia per la collocazione del debito di breve scadenza, sia invece per quanto riguarda settlement e pagamenti.
I big del settore sono diventati intimi dei membri del governo (e in alcuni casi lo erano già prima delle elezioni). Il Genius Act, che è il complesso di regole che ora difende il settore anche dagli assalti delle authority, è stato approvato. Mancano soltanto i regolamenti attuativi, che però arriveranno a breve.
- Limitazione dei poteri di SEC
Non è stata ancora formalizzata, perché (come vedremo più avanti) il Clarity Act non è stato ancora approvato ed è anzi ancora in alto mare. Tuttavia con la nomina di Paul Atkins a presidente dell’agenzia, le cause contro il mondo crypto si sono praticamente azzerate. E ne sono state chiuse tante, senza multe e/o conseguenze.
Per quello che si poteva fare fino a qui, possiamo parlare senza dubbio alcuno di promessa mantenuta.
Le promesse non ancora mantenute
Ce ne sono diverse, anche perché – come in ogni campagna elettorale – ci si è lasciati prendere la mano. In alcuni casi si può imputare la colpa a Donald Trump e al suo entourage, in altri casi invece si tratta della necessità di trovare una quadra con l’opposizione, che è comunque esistente ed è rilevante maggiormente al Senato dove servono 60 voti su 100 per far passare leggi.
- La riserva in Bitcoin: dimenticata da tutti
Non si sa nulla della riserva strategica in Bitcoin. Anzi, non sappiamo nulla neanche riguardo lo stato di avanzamento dei lavori. Mesi fa si era detto che si sarebbero trovati modi fiscalmente neutrali (ovvero senza spesa pubblica, e dunque senza dover passare dal Congresso) per aggiungere altri Bitcoin alla già ampia riserva che è costituita da $BTC sequestrati all’interno di procedimenti penali.
Di più: non si sa ancora quanti di quei Bitcoin siano effettivamente di proprietà degli Stati Uniti d’America, né quanti dovranno essere invece restituiti alle vittime. Nulla di nulla, per quella che era stata una promessa ribadita più volte.
- Riserve in altre crypto
Non possiamo che rimandarvi, su questo tema, al resoconto completa di quanto è avvenuto. Ci fu infatti una comunicazione improvvida sugli account di Donald Trump, a quanto parrebbe spinta da un lobbista ingaggiato tra gli altri anche da Ripple. Di quel tema non si è saputo più niente, se non che il suddetto lobbista, Brian Ballard, è stato a lungo non più il benvenuto alla Casa Bianca.
- Leggi chiare sulle crypto
Anche per limitare i poteri di SEC. Sono state promesse leggi chiare su cosa sia una security e cosa non lo sia. In aggiunta sono state promesse leggi sul funzionamento dei mercati che saranno incluse nel Clarity Act, che però è arenato in Senato.
C’è uno scontro politico forte, che riguarda anche le scorribande finanziarie della famiglia Trump nel settore. E che i dem stanno usando per ostacolare l’avanzamento di tali leggi.
Non promesse… mantenute
In realtà però l’impatto della presidenza Trump è andato molto oltre quanto promesso. Ed è proprio in questa intersezione che si sono verificati i fatti che più hanno indignato il pubblico.
- $TRUMP e $MELANIA
Il lancio di due meme token che hanno devastato finanziariamente tutti i soggetti coinvolti, tranne la famiglia Trump, che ha incassato somme importanti.
- Perdono di CZ
CZ, il co-fondatore di Binance, è stato perdonato dal Presidente Trump e potrà così tornare a esercitare il mestiere di imprenditore negli States. Il perdono è arrivato dopo contati e presunti investimenti che almeno la stampa di fede dem ritiene… sospetti. Una storia che però, a dire il vero, non ha causato danni o perdite a nessuno.
Le note dolenti: il prezzo
Diciamoci la verità: al 99% non vi interessa probabilmente nulla di colpe reali o immaginate, ma è il prezzo poco entusiasmante ad avervi angosciato. E come sempre accade in questi casi, c’è bisogno di un colpevole.
| Asset | Prezzo al 5 novembre | Delta ad oggi | Prezzo al 20 gennaio | Delta ad oggi |
|---|---|---|---|---|
| Bitcoin | 69.359$ | +29,8% | 102.016$ | -12% |
| Ethereum | 2.422$ | +30% | 3.278$ | -3% |
| Solana | 166$ | -21% | 242$ | -45% |
| XRP | 0,51$ | +290% | 3,01$ | -33,7% |
| BNB | 563$ | +54% | 681$ | +27% |
Quanto di questi movimenti è imputabile all’azione di Trump? Su Solana, l’emissione di due meme proprio dalla famiglia del presidente ($TRUMP e $MELANIA) ha contribuito alle pessime performance post-giuramento?
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