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Un altro stato ha Bitcoin in cassa: ecco chi si aggiunge alla LISTA già molto LUNGA

Cina, USA, Repubblica Ceca, ma anche Italia. E ora se ne aggiunge un altro.

Donald Trump ne voleva una riserva, ma per ora ha in mano soltanto quelli sequestrati, negli anni, dalle autorità USA. La banca centrale ceca ne ha invece comprati, per quanto in modesta quantità. Altri stati fanno mining, direttamente e indirettamente. Ora si aggiunge un altro stato, alla lista sempre più lunga di entità sovrane che controllano Bitcoin.

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Lo stato in questione è Taiwan, e oltre a Bitcoin ha tanto altro. Deriva tutto da sequestri, e non è chiaro per il momento quale sarà la destinazione di questi $BTC, almeno secondo quanto riporta Bitcoin Magazine.

La lunga lista di crypto di Taiwan

Sarà anche un piccolo stato, ma ha già accumulato un piccolo tesoretto in Bitcoin e in altre criptovalute.

Nel complesso il foglio fatto circolare recita:

  • 17.461.257 USDT di Tether
  • 210,45 Bitcoin
  • 2.429 Ethereum
  • 292 BNB

E a scendere poi USDC, BSC, TRX, LPT, TWT, MAX, MATIC e OKB per quantità minime. Non saranno grandi cifre, ai prezzi attuali si parla di 19 milioni di dollari in Bitcoin, poco meno in USDT, soli 7 milioni di dollari in $ETH, ma da qualche parte, diranno gli ottimisti, si dovrà pur cominciare.

Non si tratterebbe per ora di una strategia esplicita: semplicemente tali asset sarebbero stati parte di sequestri più ampi all’interno di procedimenti penali. Un po’ com’è già successo altrove, Italia compresa.

Il mistero italiano

Tempo addietro c’è stata un’interrogazione parlamentare per avere una conta ufficiale dei Bitcoin e più in generale delle criptovalute che sono in possesso delle autorità statali.

Non ci sembra che ci sia stata per il momento risposta, con la somma complessiva che rimane pertanto ancora un mistero. Mistero che però, dato che l’interrogazione arrivava dai banchi della maggioranza, dovrebbe essere risolto a breve.

Negli USA non si venderanno. Ma altrove?

Negli USA gli asset crypto oggetti di sequestro andranno a comporre una sorta di riserva che dovrebbe essere integrata in futuro, anche se con modalità che per il momento non sono ancora chiare. Modalità che nel caso in cui dovessero risultare in un esborso per l’erario USA dovrà ottenere per l’ok dal Congresso.

Ok che almeno per il momento appare come in verità remoto, a meno di una forte accelerazione di questa iniziativa.

Altri investono direttamente?

Per ora l’unica entità statale o comunque governativa ad aver acquistato direttamente è la Banca Centrale della Repubblica Ceca, che lo ha fatto però per quantità modeste e all’interno di un progetto pilota per testare le funzionalità dell’ecosistema.

Ci sono pressioni “importanti” altrove, ma che per ora non hanno ottenuto grandi risultati. E tu? Saresti a favore di un acquisto di Bitcoin da parte dell’Italia con denaro pubblico?

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